Ci manca solo Goffredo Bettini alla guida etico-morale di Cinecittà!
I grafici (quelli relativi agli accessi su questo nome) si impennano e quando avviene c’è sempre un perché. In questo caso la curiosità sul nome di Bettini è certamente legata alle nomine che si delineano. Alcune importantissime, altre solo apparentemente minori. Per minore, inopportunamente, si potrebbe ritenere quella del vertice di Cinecittà. Io (ma chi sono per mettere bocca?) se fossi Franceschini (ritengo sia lui a decidere) eviterei di riposizionare il sia pur un po’ dimagrito Bettini. Il perché è già scritto nei post che ho dedicato a questa figura da anni. Se poi la corsa al Campidoglio deve condizionare tutto, sarà quel che sarà. A riprova di come il M5S non ne ha azzeccata una che sia una. A cominciare da Virginia Raggi.
Cinecittà deve essere un luogo di produzione culturale ovviamente, ma per essere tale, a Roma, in Italia, in Europa, bisogna trovare soluzione anche a ciò che in Vaticano si ritiene. E se capisco ancora qualcosa non è certo Bettini il terzo incluso. Anzi.
Oreste Grani/Leo Rugens
MA IN MANO A CHI STIAMO? A GOFFREDO MARIA BETTINI ROCCHI CAMERATA PASSIONEI MAZZOLENI, SPINGITORE DI MATTEO RENZI
Per i pochi italiani che ancora dovessero ricordare il settimanale “satirico” Il MALE e le sue campagne politiche e iconoclastiche (“vincenti” come poi nessuno seppe più fare), oggi riporto un narcisistico particolare autobiografico: la campagna tendente ad evidenziare l’obesità di Bettino Craxi come elemento di segnale di gravi disturbi della personalità del dirigente politico socialista, fu una mia idea di cui rivendico ancora oggi il valore scientifico e profetico. Chiariamo subito, prima che mi diano del razzista o altro: tutti noi, comuni mortali (io stesso, nonostante il mio cuore malato e la colonna vertebrale offesa, sono un po “cicciottello”) abbiamo diritto a pesare quanto vogliamo o quanto i nostri processi di trasformazione determinano con la nostra complicità e debolezza. Questa affermazione (non proprio vera e onesta nei confronti di noi stessi e della collettività che deve pagare l’onere dei nostri malanni), non vale per le donne e gli uomini politici che rivelano, con la fame smodata e irrefrenabile, un aspetto del carattere che non si adatta alla “cosa pubblica”.
Il nostro modello è ancora l’essenziale Alcide De Gasperi o, se vogliamo volare alto e lontano, Gandhi. Fame vera o metaforica che sia. Tanto è che di “eccessi” di ogni tipo (politici, alimentari, sessuali, affaristici) è morto il “Socialismo italiano” quando fu incarnato da Bettino Craxi e dalla sua corte famelica. Torniamo al Il Male e a quando passai libri (ad esempio di Albert Simeons, specialista in scienza dell’alimentazione, “Presumptuos Brain an Evolutionary Interpretation) ed altro materiale scientifico sulla obesità e sui disturbi che essa comporta, al geniale ing. Piero Lo Sardo (Zut) di cui altre volte ho scritto. Animatore della redazione della rivista, l’”intellettuale rinascimentale” (così amo chiamarlo e a cui devo, tra l’altro, la scoperta del valore storico della “Battaglia della Montagna Bianca”, Praga 1621) capì subito cosa intendessi suggerire indicando la questione del “peso craxista” e, non mollò più la presa.
La lunga e un po farraginosa premessa per introdurre il tema del “peso sproporzionato” di Goffredo Bettini nella vita politica italiana e quanto questo ingurgitatore di potere e cibo, ritenga di poter ancora “orchestrare” sul palcoscenico sgangherato della povera e violentata Italietta. Bettini, con altri vecchi e impomatati arnesi di cui vi ho già accennato, deve essere considerato uno dei massimi responsabili dell’eventuale catastrofe (peggio di come stiamo? Si, al peggio, non c’è mai fine!) che si delinea nell’ipotesi che gli “spingitori” riescano a rifilarci, come salvatore della Patria, il vanesio Matteo Renzi.
Per i giovani lettori, inesperti di nomenclatura politica italiana , segue una breve scheda di Goffredo Bettini. Per tutto quello che si dice di indicibile di lui, rimandiamo a Dagospia, e alle allusioni (informate?) dell’ex Guardasigilli Clemente Mastella, specialista in questi approfondimenti. Soggiorni prolungati in Thailandia, compresi.
Lascio, a noi di Leo Rugens, viceversa, il solito compito di allertare i saggi e per niente sprovveduti cittadini organizzati nel M5S, perché vigilino sulla “bilancia” e sulla “amoralità” degli eccessi alimentari del gigante Bettini. Per la sua salute e quella della Repubblica.
Oreste Grani
QUALCUNO, DA GIORNI, DIGITA, NELL’AMICA RETE: “GOFFREDO BETTINI THAILANDIA”. COSA VORRÀ MAI SAPERE IL RICHIEDENTE?
Da dieci giorni, tutti i santi giorni, qualcuno digita nella rete, “Goffredo Bettini Thailandia”. Ritengo che tale curiosità sia alimentata da vecchie dicerie (volgari!) intorno ai gusti sessuali del dirigente politico, ex PCI. Non sono interessato a saperne di più del tricheco, ex veltroniano, perché questo equivarrebbe ad immaginarmelo, nudo, in atteggiamenti lascivi. Ritengo che oggi, negli avanzi della sinistra (denominati PD), Bettini sia organico a chi spinge, da dietro (ovviamente parlo “metaforicamente” e nella veste di consiglieri) “Attanasio Cavallo Vanesio Matteo Renzi”.
E questo, in quanto ad oscenità, è sufficiente. Comunque, a quelli che proprio non possono fare a meno di sapere cosa andasse a fare, ciclicamente, in Thailandia, Goffredo Bettini, dico che, certamente, non andava a fare una cura dimagrante, visto il modo esponenziale con cui è aumentato il suo grasso. Oltretutto, amici curiosi, con l’aria che tira da quelle parti (colpo di stato dei militari), il prudente Bettini eviterà di farsi vedere, per un bel periodo, in Thailandia. Anche perché, il colto Goffredo, tra le tante cose che conosce della vita, potrebbe anche avere in mente il detto popolare: “tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”.
E poi, per certi vizi di cui i maldicenti mormorano, il Belgio è un vero paese del Bengodi. Alludiamo al cioccolato belga che è, notoriamente, tra i più gustosi del Mondo.
Leo Rugens
Nella Ultima foto si vede il “Camel Toe”….Una rarità per pochi estimatori!
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Molte sono le jatture che stanno per abbattersi sulle nostre povere teste frastornate. Essendo un uccellino, alle orecchie del Cuculo – che per definizione è Vigile- sono giunti alcuni cinguettii riguardanti ciò che si muove al Consiglio di Stato. Sembrerebbe, infatti, che sia stato stipulato un patto spartitorio per la Presidenza. Una sorta di turno, che prevede che l’attuale Presidente Patroni Griffi, una volta terminato il suo giro, ceda la poltrona al cocco di mamma sua e Costantiniano di San Giorgio FRANCO FRATTINI, proprio quello della Link Campus. La fonte non è attendibile, ma ATTENDIBILISSIMA. Pare anche che Paolo Ielo (che di ciò che succede tra i massoni del Consiglio di Stato sia stato informato nel dettaglio) stia faticando non poco nel cercare di far luce.
Una pedina non da poco è stata da poco spedita alla CGA siciliana con un ruolo di rilievo. Giusto in tempo per alcune elezioni comunali.
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Vale la pena di esaminare il cv del cocco di mamma sua nonché Costantiniano di S.Giorgio e, come si sussurra (e come ha sostenuto Buttiglione), massone, protettore della Nipote-Imputata del Non-Italianog?) Zio amico di Sbardella.
Oltre al saltellare dal Manifesto al PSI e poi da qui a Dini, Berlusconi, Scelta Civica e, infine, Alfano (quando si dice “chiudere in bellezza”), che lo rende degno allievo di Tarzan-Scotti (non a caso è finito alla Link Campus), vale la pena di soffermarsi sulle meschine figure collezionate, soprattutto come ministro degli Esteri. Roba da far apparire Far-ne-si-na una specie di Churcill. Anche se, va detto, il lavoro per il quale era stato piazzato lì l’ha svolto bene! Solo non è chiaro PER CHI lavorasse.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Franco_Frattini
Moriremo Costantiniani?
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Altro componente della Loggia dello Stregatto?
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Magaldi lo chiama pseudo-fratello. Affiliato alla (autoproclamata) Loggia di Arcore? Di certo membro del Sacro Ordine Militare Costantiniano di S.Giorgio, in pessima compagnia (ma tanti! Mamma mia quanti! Ed in che ruoli!! Una specie di nuova P2, ma senza alcun Piano di Rinascita Democratica. Semmai quello dell’Arraffi Tu Che Arraffo Anch’Io oppure del Franza o Spagna Purché Se Magna. Non a caso ne parla Gratteri nei suoi ultimi libri. E ne parlano anche alcuni ndranghetisti di rango. Dall’aristocrazia di sangue all’aristocrazia mafiosa) .
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