Il giuramento di ipocrita

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Nel silenzio della grande stanza del laboratorio, sospeso al centro di una teca cubica dal telaio ligneo e le pareti di vetro, irrorato da una goccia di stimolante che scorreva dall’alto lungo il filo, un elettrodo cui era collegato, pulsava il piccolo cuore di un criceto. L’ago dell’elettrocardiografo ne registrava i battiti. Il bambino osserva stupito e affascinato ciò che non considerava magia ma scienza. I medici e biologi della piccola azienda farmaceutica lavoravano in silenzio nei loro immacolati camici bianchi; mia madre li visitava per controllarne lo stato di salute.

In altre stanze, conigli bianchi e rane venivano inoculati con siringhe di farmaci; il bambino non ne sopportava la vista e se ne ne andò irriso da una ricercatrice.

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LA STERLING DRUG COMPANY HA COMPRATO LA MAGGIONI
MILANO – Un’ altra azienda farmaceutica italiana è finita sotto le ali di una multinazionale straniera. Si tratta della Maggioni che è stata acquistata dalla Sterling Drug Company di New York. La trattativa è stata curata dallo studio Albertini di Milano. La Sterling Drug è un colosso nel proprio settore. Con i suoi 1,8 miliardi di dollari di fatturato nel 1984 si è piazzata al centonovantaseiesimo posto nella classifica di Fortune” delle principali aziende statunitensi. Era già presente in Italia attraverso la Laboratori Winthorp, una piccola società che ha un giro d’ affari di una decina di miliardi. Ora incrementerà la sua posizione aggiungendo i cinquanta miliardi di fatturato della Maggioni, nota al grosso pubblico per certi suoi prodotti come il Flectadol, il Verecolene e la Rinazina.

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Giuramento del Medico moderno

Il Giuramento prestato dai Medici in Italia è ispirato al giuramento antico e rivisto secondo le norme del Codice Deontologico. Detto Codice viene emanato dalla FNOMCEO (Federazione Nazionale Ordini dei Medici Chiururghi e Odontoiatri) e sottoposto periodicamente a revisione. L’ultima revisione è del 16 Dicembre 2006.

Consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo,

GIURO:

di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento;

di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale;

di curare tutti i miei pazienti con eguale scrupolo e impegno indipendentemente dai sentimenti che essi mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica;

di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di un paziente;

di astenermi da ogni accanimento diagnostico e terapeutico

di promuovere l’alleanza terapeutica con il paziente fondata sulla fiducia e sulla reciproca informazione, nel rispetto e condivisione dei principi a cui si ispira l’arte medica;

di attenermi nella mia attività ai principi etici della solidarietà umana, contro i quali, nel rispetto della vita e della persona non utilizzerò mai le mie conoscenze;

di mettere le mie conoscenze a disposizione del progresso della medicina;

di affidare la mia reputazione esclusivamente alle mie capacità professionali ed alle mie doti morali;

di evitare, anche al di fuori dell’esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il prestigio e la dignità della professione;

di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni;

di rispettare e facilitare in ogni caso il diritto del malato alla libera scelta del suo medico tenuto conto che il rapporto tra medico e paziente è fondato sulla fiducia e in ogni caso sul reciproco rispetto;

di prestare assistenza d’urgenza a qualsiasi infermo che ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizione dell’Autorità competente;

di osservare il segreto su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell’esercizio della mia professione o in ragione del mio stato

di prestare la mia opera con diligenza, perizia e prudenza secondo scienza e coscienza ed osservando le norme deontologiche che regolano l’esercizio della medicina e quelle giuridiche che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione.

Ricordo l’emozione di avere assistito al giuramento di mio fratello che, davanti a un consesso di baroni che stavano già piazzando figli e figlie all’università, iniziava a mostrare quella schiena dritta che lo avrebbe allontanato dal massimo esperto mondiale di ortodonzia, la cui età e appartenenza impedivano di mantenere fede a un paio di articoli del suddetto giuramento, forse per perdita di lucidità forse per gelosia e invidia di non avere un erede all’altezza del suo allievo; il migliore mi viene da pensare.

Vengo ora al nocciolo del post, il reato di comparaggio:

Il termine Comparaggio, nell’Ordinamento Giuridico Italiano, sta ad individuare la condotta penalmente rilevante tenuta da un medico e/o un farmacista che stringa un accordo illecito con un’azienda farmaceutica al fine di favorirne la vendita dei prodotti a fronte di pagamento o promessa di danaro o qualsivoglia altra utilità, per se o per terzi.

Tale pratica è una strategia di marketing particolarmente aggressiva che viene posta in essere dalle aziende farmaceutiche ogni qual volta un nuovo medicinale lanciato sul mercato non risulti essere un prodotto competitivo, questo perché pur avendo un effetto analogo a quello di altri farmaci ha un prezzo troppo elevato e quindi non concorrenziale.

Il reato di Comparaggio, introdotto per la prima volta in Italia con il R.D. n. 1265/1934 e oggi regolamentato ex D.Lgs. n. 216/2006, risulta essere una fattispecie di reato affine e concorrente con il reato di Corruzione, in quanto alla sua base si ritrova la censura di un accordo collusivo a contenuto patrimoniale tra un soggetto privato e un soggetto che svolge attività di rilevanza pubblica.

Lo schema tipico del reato di Corruzione basato sul pactum sceleris è, quindi, pienamente riprodotto nel reato di Comparaggio in quanto secondo la legge e la giurisprudenza penale il medico convenzionato e il farmacista risultano essere qualificabili rispettivamente come Pubblico Ufficiale, ex art. 357 c.p. (Cassazione Penale sentenza n. 29788/17) e come incaricato di pubblico servizio ex art. 358 c.p. (Cassazione Penale sent. n. 7761/87; Cassazione Penale n. 4525/1991).

Il reato di comparaggio: Tra l’inefficacia della norma e la disinformazione dei cittadini. A cura di Dr. Valerio Ciani, discente del Master Anticorruzione, Terza Edizione.

“Comparaggio” è un termine che ho ascoltato per la prima volta in questi giorni, utilizzato da un medico, mia madre classe 1935 non se ne avrà a male, per descrivere una pratica corruttiva che non riesco a immaginare disgiunta dal disastro colposo doloso o preterintenzionale lo decidessero i Soloni che occupa le nostre menti da settimane e divora il nostro futuro oltre a causare centinaia di morti.

Se l’anziano ex pesidente di una grande compagnia farmaceutica raccontasse come facesse corrompere da servili aziende italiane, in quanto per codice etico la sua non poteva in alcun modo pagare chicchessia… fulgido esempio di morale “protestante”, i membri dell’ISS o l’agenzia che validava i farmaci AIFA, capireste che razza di cretini (delinquenti) produce e commercializza i farmaci a livello planetario.

La mia mamma, scienziata poi medico del lavoro, ricorda che l’unico favore che accettò da una famaceutica fu di farsi stampare i ricettari, rinunciando, come mio padre a regali e perfino un appartamento al mare. Perché non denunciò? Ma fatemi il piacere, nella Milano da bere ti potevi anche dare fuoco che non glie ne fotteva di niente a nessuno.

Quanti però si piegarono a Formigoni e non lo mandarono a quel paese dimettendosi da membro di un comitato pur di non avallare la nomina di un incompetente?

Oggi piangiamo morti dovuti alla mancanza di posti letti.

Alberto Massari

P.S. In allegato trovate due notizie su cui ragionare:

Ascierto: «Coronavirus, la sperimentazione del farmaco anti-artrite non è ancora partita»
Il direttore dell’Unità di oncologia melanoma del Pascale: attendiamo le indicazioni dell’Aifa
di  Redazione
Mar 17 Marzo 2020 10:00
ROMA.  C’è stata un po’ di confusione, ma “confermo che non è ancora partita la sperimentazione del farmaco anti-artrite tocilizumab contro la polmonite interstiziale da Covid-19: siamo in attesa del via libera dell’Agenzia italiana del farmaco”. Ad affermarlo all’Adnkronos Salute è Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di oncologia melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’Istituto tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli, che sta utilizzando questo farmaco anti-artrite reumatoide off label contro Covid-19. “Sono stati 11 finora i pazienti con Covid-19 trattati a Napoli con il farmaco anti-artrite tocilizumab – ricorda l’oncologo – In base ai risultati che stiamo registrando permane un cauto ottimismo, e siamo in attesa delle indicazioni dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), che sta facendo un lavoro eccezionale in tempi rapidissimi per la sperimentazione”.

Risulta che una molecola identica sia di proprietà della Sanofi e che la sperimentazione sia stata suggerita ai ricercatori americani proprio dai nostri ricercatori napoletani tramite non occasionali cittadini americani che a Napoli amano la pizza e l’intelligenza nostrana.

Non sta bene imprecare ma all’AIFA, passata la buriana, una qualche interrogazione andrà fatta e d’urgenza.

Sanofi and Regeneron begin global Kevzara® (sarilumab) clinical trial program in patients with severe COVID-19

Nota: Sanofi è un gigante della farmaceutica additata quale una delle responsabili di avere soffocato la ricerca in materia di antivirali e vaccini da parte di piccoli laboratori di ricerca

Coronavirus, scienziati Usa: vaccini rallentati dai profitti delle Big Pharma e austerità pubblica

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