Giuseppe Conte inadeguato: tempo scaduto!

Scarso il discorso (l’uno e l’altro) di Giuseppe Conte ai due rami del Parlamento. Scarso di sostanza e mal posto nella forma. Paroline di circostanza spente quasi ci si trovasse di fronte ad un ragioniere piuttosto che all’oratoria forbita di un avvocato. Un tempo perfino pretenziosamente immaginandosi impegnato in arringhe a difesa del popolo sovrano. Capisco che l’avvocato non pensava mai quando giurava sulla Costituzione di doversi misurare con un’impresa di questa dimensioni e che avrebbe preferito, tra una riunione e l’altra del governicchio che presiede, ragionare di chi stesse per vincere il Campionato. Invece il campionato è sospeso e le bare tengono la scena. Un solo ragionamento, se fatto a modo, potrebbe ancora salvarlo: ed è quello della tempestività. La verità che questa dote intellettuale (e fisica) è un’arte che non si apprende senza essere andati a rubare il mestiere con gli occhi nelle botteghe giuste. Prima che il pentastellato Alfonso Bonafede lo recuperasse tra i suoi docenti, Conte non aveva certo frequentato autorevoli luoghi di formazione politica e di complessità culturale. Ora si trova a dover affrontare situazioni della massima complessità possibile emergenti in un pianeta in cambiamento epocale.

Scarso il discorso, fragili le speranze per il Paese smarrito.

Oreste Grani/Leo Rugens