Arcuri (e sodali), vediamo di non esagerare!
Questo Domenico Arcuri come si permette di sponsorizzare l’uso dell’app IMMUNI suggerendo/affermando che se non ci si affiderà a questa soluzione (la sua) si dovrà allungare il periodo di chiusura? Sentite a me: a quelli della banda Bending Spoon non gli sta riuscendo il colpo e tentano, sguaiatamente, il tutto per tutto. E qualcuno, omertoso e complice, glielo sta consentendo. Omertoso, complice o disinformato? Sapete la vecchia questione dell’acqua liscia, gassata o Ferrarelle?
Ad “Otto e mezzo“, ieri sera, 21 aprile (così ve lo ricorderete e non potrete dire di non aver capito), è cominciata la campagna a favore dell’app liberticida. O di altro implicito. Lilli Gruber, a netto favore; Fabio Calenda (per quel che vale), a netto favore; Fiorenza Sarzanini (così qualcuno pensa si saprà chi le passa le informazioni), a netto favore. Perfino Marco Travaglio, pur mostrando, in un ultimo moto di coerenza, un vecchio Nokia (il mio simile modello, come trovate fotografato a riprova di una certa ritrosia a consegnarsi “ammanettati” che entrambi abbiamo testimoniato, fino a ieri) è pronto allo spot a sostegno della soluzione “malandrina” da affidare alla famiglia di Vito Corleone, pardon, Silvio Berlusconi e ad altri, per ora, oscuri “investitori”.
Sentite a me che feci in modo (ed oggi lo rivendico con ancor più chiarezza del solito davanti allo schifo a cui mi è dato di assistere anche da parte di autorità di questa stanca e vilipesa Repubblica) che i Dell’Utri/Berlusconi (cioè, come dopo è stato successivamente comprovato, la Mafia stessa) rimanessero estranei ai vantaggi (non solo di tipo economico) di avere il controllo dell’attuazione della misura alternativa al carcere denominata “braccialetto elettronico“. Che è come dire l’app “IMMUNI” per verificare/misurare, in modo ovviamente più sofisticato, la “distanza sociale” tra cittadini. All’epoca, secoli addietro, con il GPS e il segnale di prossimità/allontanamento dal confine stabilito in accordo con il magistrato. La differenza, semplice-semplice, signore e signori “pronti a tutto” pur di appoggiare la misura liberticida, che, in quel caso, si trattava di delinquenti (il pedofilo non poteva avvicinarsi alle scuole, tanto per fare un esempio che perfino i paracarri capirebbero) e di magistrati che entravano nel merito, sentenziando in un tribunale, con gli avvocati difensori presenti ed oggi si tratterebbe di cittadini colpevoli solo di essersi ammalati.
Smettetela, cortesemente, di cercare di suggestionare i già spaventati italiani perché lo scrivente non solo fu l’ideatore ma l’estensore/relatore del piano di comunicazione da indirizzare verso gli opinion leader (capite cosa scrivo anche se lo scrivo male?), piano articolato che avrebbe dovuto essere attuato per rendere edotta l’opinione pubblica dei vantaggi del provvedimento. Ariela Parracciani, Emanuela Bambara, Fabrizio Pasanisi, Fabrizio Sanna (deceduto), Oreste Grani e (questa volta spero lo possa citare senza imbarazzarlo riconoscendogli, sia pur all’epoca giovanissimo avvocato, funzione determinante) Valerio Stanisci, furono gli elaboratori della strategia (che lo Stato non ci fece applicare come si sarebbe dovuto dopo avercela, in parte, perfino pagata tramite il Ministero dell’Interno/Telecom) tutte persone che, sentite a me, ancora oggi, presi in squadra o singolarmente, sono ben altra cosa che i quattro stracciaculi che si intravedono dietro a questo sgangherato tentativo di metterci la mordacchia. Ci siamo “fumati” (sul tema specifico) i Dell’Utri/Berlusconi/Sparacino quando erano i padroni assoluti della scena, figurarsi che fine faremo fare a questi sopravvissuti del ventennio, ancora dediti, con un piede nella fossa, a farseschi complotti liberticidi. Per ora chiudiamo qui. Viva sempre la Costituzione Repubblicana, viva la Libertà. Finché, ovviamente, avremo dita e respiro. Dopo, speriamo, ci penseranno altri.
Oreste Grani/Leo Rugens
P.S.
Quello che segue è uno dei documenti che ho consegnato allo Stato come linea guida per “accompagnare” il prevedibile cambio culturale che si sarebbe dovuto innescare, nel mondo della Giustizia, introducendo la pena alternativa denominata “braccialetto elettronico“. Lo faccio ritenendolo esempio di come mio marginale e ininfluente opinione ci si busca il pane. Nonostante lo scrupolo che spero emerga, mente operavamo, secoli addietro, mi chiedevo, dubbioso, se fosse stata sufficiente tanta attenzione al dettame costituzionale e all’evoluzione del quadro politico-culturale della Repubblica. Sarei curioso di leggere pari documenti elaborati, nelle ultime settimane, dai collaboratori del super commissario megagalattico Domenico Arcuri. Ci saranno certamente “carte” (e non classificate segrete) che precedono la decisione di questi signori di cambiare, nella sostanza, la Costituzione Repubblicana.
Per fare luce sul deterioramento in atto comincio a cacciare i miei di documenti per far capire come si arriva ad essere legittimati a respingere il gruppo di mafiosi che si era organizzato intorno alla Famiglia Dell’Utri (e quindi devo dedurre del loro sodale/padrone Silvio Berlusconi) per impossessarsi di ciò che solo lo Stato può “possedere”. Questi teppisti che operano nella contemporaneità sono lo Stato? Domenico Arcuri è il mio Stato? Paolo Sileri è il mio Stato? Vedremo. Con oggi e con le pagine a seguire comincio a porre una pietra di paragone (sia pur datata) perché da più parti sono richiesto di far emergere prove del lavoro sussidiario a quello dello Stato a suo tempo svolto. Vediamo se trovo qualcuno, sopravvissuto nelle istituzioni che sa chiedere conto a questi odierni stracciaculi, che si fanno guida di esperti tecnologici, in base a quali criteri hanno tentato di imporci la mordacchia elettronica. Noi operavamo così (e con altre modalità culturali che sono pronto a rendere note) perché nulla fosse oscuro. Nonostante le mille precauzione che si intravedono non siamo riusciti a fare fino in fondo il nostro dovere perché la mafia è la mafia e il business è il business. Questi che oggi pretendono di comandarci si limitano a passare veline o fare telefonate approfittando dello stordimento degli italiani in presenza di decine di migliaia di compatrioti morti o forse anche lasciati assassinare. La misura è colma. Per me la vostra app ve la dovete mettere dove si intuisce. Con il dispositivo telefonico annesso.
E rifirmo così il mio avvocato si comincia a preparare.
Oreste Grani/Leo Rugens
Conflitto di interessi: non solo Sileri e signora. Anche il compagnuccio di scuola di Giggino e suo suocero.
Che pena. E che vergogna, in una situazione come l’attuale
https://www.ilfoglio.it/politica/2020/04/22/news/di-maio-piazza-il-suo-ex-compagno-di-classe-che-ha-un-conflitto-dinteressi-314276/?underPaywall=true
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Ma a proposito, la celeberrima legge sul conflitto di interessi che fine ha fatto?
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Questa Bending Spoon quindi sarebbe la società fondata da 5 super esperti informatici ed avente sede in Corso Como?
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Mi domando come si possa essere stati così cechi!
Bastava vedere chi è la responsabile della comunicazione istituzionale del DIS per capire subito chi erano i pupari!
Lucrezia Pagano era il braccio destro di Frattini quando era ministro degli Esteri. Lei proviene dal SIOI (Frattini, Napolitano, …) e Frattini è Link Campus.
Bastava questo!
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… i suoi PIÙ STRETTI COLLABORATORI …
Bastava questo…
https://www.esteri.it/mae/it/sala_stampa/archivionotizie/approf_postingdettaglio/20091204_articolocaprettini.html
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Ecco
https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/comunicazione.html
Mi viene da piangere
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CIECHI, con la I
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E’ questa la società che ha costruito l’app?
https://www.youtube.com/channel/UC9eKdi5Corm7Ytnfkn8qh-A
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