Cosa lega Franco Bernabè a Leo Rugens? Un libro e una valutazione sull’episodio ABC

Il ragazzotto che per diritto notarile (ma vogliamo dimenticare un tale abominio politico?) ha ereditato “il sogno” di 11 milioni di cittadini elettori e lo ha dissipato mettendolo nelle mani di quattro furbacchioni amorali, abili piazzatori di parenti e amichetti, incapaci organizzati, pretende di essere creduto quando per risolvere la vicenda “venezuelana” ritiene che bastino un paio di smentite. Deve almeno querelare e fare il diavolo a quattro per smantellare la questione della vicenda chavista-milanese. Se non basta la querela deve cominciare un digiuno, fino al ristabilimento della verità. Questo perché a sentire (esempio non minore) uno che di Italia e di complessità nostrane è un vero esperto (mi riferisco a Franco Bernabè in onda su La 7- Otto e mezzo di ieri sera ospite per presentare il suo ultimo libro) la storia è vera. Non la definisce “autentica” (perché non usa il linguaggio di questo marginale e ininfluente blog), ma che lui pensi che è vera, questo sì. Anzi, davanti ad una divertita Lilli Gruber, Bernabè definisce l’episodio ABC, un vero e proprio pizzino da parte di chi sa non poche cose di come va il mondo. Un pizzino per invitare Casaleggio, in una fase tanto delicata per gli assetti geopolitici, a stare al posto suo. Quale sia questo posto lo sanno bene quelli che hanno mandato l’avvertimento.

 

Anch’io, come Bernabè, penso che gli ispiratori dell’inchiesta ABC mai avrebbero usato una bufalona per rimettere in riga l’indisciplinato erede pentastellato. A meno che il Mondo non sia ormai definitivamente sottosopra, se Davide vuole fare luce su quella che chiama un’offesa a suo padre deve chiedere di accendere i riflettori a Madrid, oltre che a Milano.

Se se la sente.

Oreste Grani/Leo Rugens   

P.S.

A Franco Bernabè, a sua insaputa, mi legano più cose. Certamente questa valutazione di “cosa possibile” nel merito della relazione pericolosa, comunque riscontrata sul piano culturale e valoriale, tra il M5S e il Venezuela di Chavez.

Un’altra, è la passione per l’archeogemmologia. Lo ricordo, infatti, in prima fila, alla presentazione del libro di Devoto-Molayem (Archeogemmologia. Pietre antiche – glittica magia e litoterapia), nel lontanissimo 1990 alla Biblioteca Nazionale Centrale Castro Pretorio.

Lui comprò il volume per 120mila lire. Io di quel libro ero il modesto editore.