Cambiare l’ottica e farlo “al femminile”: ancora sulle dimissione ragionate di Alessandra Ermellino

Altro che le solite brodaglie riscaldate (centro-destra o centro-sinistra o altri artificiosi accatenamenti) per provare in realtà ad impadronirsi, a breve, delle Casse delle Regioni, dove girano e gireranno “i piccioli”! Altro che cordate raccogliticce per condizionare Palazzo Chigi da dove si dispenserà, in un modo o in un altro, quanto si otterrà dalle varie forme di cassa europea o da quella “nazionale” Depositi e Prestiti. Altro che ambizioni smodate per apparire perfino condizionatori della scelta per il Quirinale.

Le urgenze sono altre.

E in tal senso mi chiedo spesso quanto diversa sarebbe la nostra Italia se non fossero stati messi a tacere tanti liberi spiriti femminili. A tacere o, quelle che ci stavano, banalizzandole e “sterilizzandole” in posizioni ancillari. Alessandra Ermellino, per come la conosco, non mi sembra proprio disponibile a fare l’ancella di qualcuno. Mi sembra (ma è così) pronta viceversa a misurarsi con le complessità che il mandato di parlamentare comporta. Prima di soffocare (quasi dicesse “qui non si respira”) ha lasciato il MoVimento. Ha fatto bene e lo fatto con equilibrio e sobrietà. Giudizio che oggi trovo condiviso nel web da parte del matematico Vincenzo Vespri che esprime la sua ragionata approvazione della Ermellino e del passo coraggioso e sostanziale da lei compiuto in queste ore.

Forza, cittadina Ermellino, che mostrare di “saper giocare in Difesa” (e in politica estera) è quanto in molti si aspettano da lei.

Oreste Grani/Leo Rugens

P.S.

Il fascicolo di Formiche del febbraio 2012 “In Difesa non si gioca” andrebbe riletto per capire come alcuni, civili e militari, prima si tacciono in materia tanto delicata e prima si restituisce alla Repubblica una qualche speranza futura.