Siamo nei pressi della necessità di cambiare “lo scopo ultimo”
Si capisce che, almeno ad oggi e in Italia, l’attacco pandemico non ha stimolato alcun serio ragionamento intorno alla necessità di cambiare “lo scopo ultimo”.
Ma qual’era lo “scopo ultimo” che la maggior parte degli umani stava servendo quando ha fatto la sua comparsa il CORONA VIRUS? E gli italiani? In base a quali paradigmi si viveva mentre si diffondeva il virus mortale? Queste domande hanno bisogno per avere risposte non stereotipate di gente che si metta a ragionare di questi “paradigmi” perché pur non essendo niente di particolarmente faticoso o lento il cambio di un paradigma tanto che in un singolo individuo può avvenire in un millisecondo, convincere intere società è tutt’altra questione. Questo perché le comunità resistono al cambiamento dei loro paradigmi in maniera più forte (anche se non appare organizzata tale resistenza) di quanto non resistano a qualsiasi altra cosa.
Quello che deve avvenire è un semplice scatto culturale nella testa, la rimozione di una patina dagli occhi (parla un anziano in procinto di cataratta), un nuovo modo di vedere. Quello che in politica (in Italia e in parte d’Europa) stava per accadere alcuni anni addietro quando Beppe Grillo andava per le piazze e sembrava lanciare “nuovi scopi ultimi”. Ma, come sappiamo, per motivi che ancora andrebbero esplorati (o rivelati?), l’opportunità di trascendere i vecchi scopi ultimi e di cambiare i paradigmi, è stata dissipata.
Dove andrà prossimamente l’Italia e quella parte di mondo mediterraneo che particolarmente ci dovrebbe stare a cuore? Come si cercano/trovano nuove coordinate economiche politiche culturali, umane quindi, in una fase di tale turbolenza e insicurezza? In uno scenario, già in essere, in cui pochi singoli si aggrappano (quando ci riescono) ad alcuni valori individuali che gli hanno affidato padri e politici nel secolo scorso, come si potrebbe passare da questa frammentazione incapace di arginare le forze disgregatrici (ci sono e sono prevalenti forti di una facile posizione proliferata negli anni ancora in corso) ad una vita collettiva dedicata a “nuovi scopi ultimi”?
Fallita l’unità dell’Europa (spero che non si debba perdere troppo tempo a ragionare di quanto è accaduto), ci sta per zavorrare ad una fine miserrima un dualismo economico Nord-Sud che potrebbe ridare centralità perfino a dibattiti che sembravano affievolirsi intorno allo Stato unitario, delegittimando, come sta nuovamente avvenendo, i poteri centrali della Repubblica. Il Virus ha messo a nudo lo stato di inadeguatezza di una classe dirigente e di un intero sistema. Come, se si hanno occhi onesti, si è visto e si vede.
Dicevamo dei paradigmi che fino a ieri erano la fonte del sistema e che da domani potrebbero non esserlo più. Mettiamoci quindi alla ricerca di nuovi paradigmi e facciamolo nell’unico modo possibile: riunendo intelligenze abili a tale scopo (li chiamo i filosofi, gli antropologi, i pensatori eretici) e facciamolo additando i fallimenti dei vecchi paradigmi. Non perdiamo tempo a cincischiare con i “reazionari” (sarebbero i conservatori di ciò che abbiamo) e raduniamo quante più intellettualità aperte a questo necessario cambiamento di un sistema che va guardato quanto prima dal di fuori (senza se e senza piccole furbizie). Dal di fuori perché è una posizione ottica che, soprattutto, ci obbliga a vedere tale sistema nella sua interezza. Non è tempo di 50/500 sfumature di grigio masochistico.
È tempo (arriverei a definirlo scaduto dopo la “sola” che il M5S ha rifilato a milioni di cittadini speranzosi) di porre domande a cominciare su in che modo le persone scelgono e selezionano le informazioni. Da un lato bisogna incominciare.
Questo almeno il sacrificio di centinaia di migliaia di vittime da COVID 19 ce lo impongono. Come determinano, ad esempio, i cittadini quali informazioni accettare e quali respingere? Quali informazioni considerare e quali ignorare e screditare? Lavoriamo a questo lato oscuro o smettiamola cortesemente di parlare di fakenews. Come è possibile infatti che (e ve lo dovete chiedere), sulla base delle stesse informazioni, persone differenti comprendano messaggi diversi e traggano conclusioni differenti? Come fanno i sistemi a usare le informazioni per arrivare perfino a creare culture? E viceversa come fanno le culture a creare sistemi? E soprattutto una volta che una cultura e un sistema si dimostrano carenti (direi che ci siamo), devono cambiare attraverso il crollo repentino e il conseguente caos? Domanda non minore. Cosa ultima ma non ultima: perché le persone sono così facilmente convinte della loro impotenza? In che modo diventano così inconsistenti e pessimiste riguardo alla loro capacità di raggiungere le proprie visioni? Perché sono più propense ad ascoltare chi dice loro che non possono cambiare le cose piuttosto che chi dice loro che possono farlo?
Come vedete a domande sono ricco. E il resto che mi manca. Ma stiamo provvedendo.
Oreste Grani/Leo Rugens
La situazione di incertezza ed il decadimento delle classi dirigenti e del dibattito pubblico non sono una caratteristica soltanto italiana (consoliamoci con l’aglietto).
Uno sguardo ai sondaggi USA rivela un paese arrabbiato e spaventato, con un presidente a dir poco umorale che vede scendere i suoi consensi ed un aspirante presidente scialbo, che si limita ad avvantaggiarsi delle defaillance dell’avversario.
https://www.pewresearch.org/politics/2020/06/30/publics-mood-turns-grim-trump-trails-biden-on-most-personal-traits-major-issues/
Anche se avanti di molti punti, molti commentatori non si sbilanciano nel dare per acquisita la vittoria di Biden e richiamano la rimonta di Nixon su Humphrey nel 1968 e quella di Bush su Dukakis, entrambe verificatesi negli ultimissimi mesi di campagna presidenziale. Cosa da non escludere neanche oggi, vista l’attitudine all’improvvisazione teatrale dell’uomo dai capelli arancioni e la condizione emotiva degli elettori.
L’idea che all’uomo col ridicolo ciuffo potrebbe saltare in mente qualsiasi cosa pur di salvare il salvabile non fa dormire sonni tranquilli, vista anche la demenziale situazione italiana.
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L’avvocato del Cecato anche qui
http://www.antimafiaduemila.com/home/rassegna-stampa-sp-2087084558/224-giustizia-in-italia/74018-caso-montante-dal-9-aprile-al-via-la-requisitoria-dei-pm.html
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