Ciò che vediamo nei luoghi della formazione non ci rassicura
Qualcuno sembra chiedersi se siamo di fronte alla disintegrazione politica ed economica dell’Europa così come l’abbiamo fino ad oggi conosciuta.
Non c’è nessuna disgregazione e fallimento dell’unità europea perché non c’è mai stato altro che “una grande banca d’affari” i cui vertici e proprietari, con trucchi e barbatrucchi (fino alle cicliche elezioni e il teatrino di un parlamento continentale), hanno solo teso ad accrescere le loro ricchezze personali. Re e regine compresi. E mentre si avverava ciò che Robert Reich prefigurava (Non ci saranno più prodotti o tecnologie nazionali, società o industrie nazionali) isolando e depotenziando le economie dei singoli Stati, tutto ciò che è rimasto incluso e “protetto” dalle frontiere sono stati i cittadini che formano le nazioni. Il patrimonio tangibile (vi sembra paradossale?) di ogni stato sarà dato solo dalla capacità e dalla cultura interiore dei suoi cittadini. E solo su questo terreno, certamente colpevolmente trascurato, che ci giochiamo la sopravvivenza come Italia e come Italiani.
Nei decenni che precedono questo momento drammatico (la pandemia di turno era uno dei tanti possibili inneschi) sono stati connotati da una dismissione progressiva del settore dell’istruzione e in generale della formazione. Spero che nessuno si metta a smentirmi. Certamente non c’è stata quella dedizione/attenzione ai metodi didattici, alle modalità di apprendimento orizzontale e di gruppo che il mondo così come si prefigurava (come potevate pensare che non ci sarebbero state le trasformazioni tecnologiche telematiche che ci sono state?) si sarebbe meritato. Certamente la politica che doveva custodire il patrimonio della comunità ha ritenuto di fare altro. Saccheggi compresi. Per cui i cittadini sono stati lasciati esposti ai meccanismi persuasivi dei media a cominciare da quelli che per semplicità chiamiamo della rete. Sicuramente del mondo prefigurato nelle menti di Marcello Dell’Utri, Silvio Berlusconi, Gianni Letta, Fedele Confalonieri. Certamente, se non con l’eccezione di qualche episodio sporadico, le iniziative culturali non sono cresciute in simbiosi intelligente con la vita reale. Mentre alcuni spingevano per una selvaggia privatizzazione dell’economia pubblica nessuno ha pensato allo sviluppo armonioso delle personalità dei singoli ed in particolare dei giovani. Cambiava tutto ma nessuno che riuscisse a far spendere un centesimo di lira o di euro per mettere in moto meccanismi di apprendimento su alcuni punti fermi del fluire quotidiano a cominciare dalla funzione educante delle città, grandi e piccole, su come il territorio dovesse evolvere mentre si spingevano scelte “finanziarie”, sul patrimonio culturale (si fecero solo elenchi dei maggiori siti di attrazione turistica per pesarne la convenienza al botteghino e per vendita di gadget!!!), sull’ambiente.
Niente sforzi formativi per superare il modello economico-produttivo basato sulla localizzazione e la ipotetica efficienza dei singoli siti produttivi. Solo consumo e volgarità valoriali a cominciare dal corpo delle donne. Niente creazione di luoghi funzionali a sviluppare in tempo cultura utile ad una società basata su reti di alleanze e di sistemi che non si poteva non immaginare sarebbero diventati sempre più complessi. Nessuno che nei luoghi della formazione istituzionale, scuole e università per prime ma anche nelle aziende maggiori, abbia scelto di investire per prepararsi a interpretare i segni del presente e per non trovarsi – nel futuro certo – nudi e disarmati come oggi ci troviamo.
Da qui (dai processi di apprendimento per arrivare a pensare per sistemi e immersi nel divenire convulso delle cose) chi volesse potrebbe/dovrebbe ripartire. Difficile ma non impossibile. Comunque sempre dalla scuola/e dovremo ripartire. E anche nella scuola ciò che vediamo non ci rassicura.
Oreste Grani/Leo Rugens
È da tempo che la formazione (reqle)
non avviene più nei luoghi istituzionalmente preposti. L’esempio che segue comporta quanto meno la domanda su quali siano le finalità che muovono questo tipo di fenomeni: se solamente economiche (e a vantaggio di chi) o se anche di natura “culturale”
https://www.everyeye.it/notizie/mafia-city-deputato-pd-carmelo-miceli-scaglia-gioco-spot-459787.html
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