Siamo per nessuna sottovalutazione del fenomeno delle sette religiose e dei movimenti magici

Il 29 aprile del 1998, dopo circa due anni di indagine, l’allora Ministro del’Interno Giorgio Napolitano inviò alla Commissione per gli Affari Costituzionali della Camera dei Deputati del Parlamento Italiano un voluminoso rapporto redatto dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza attinente “Sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia“.

Il Rapporto fu fatto pervenire anche a qualificati membri del Parlamento e alla Stampa. Veniamo a ciò che ancora accade.

Poche ore addietro, a Novara e in altri luoghi sparsi in Italia, sono stati catturati dei “criminali” dediti a lavare il cervello di adolescenti per arrivare al controllo mentale di tali prede, per organizzare frodi, celare sotto la facciata pseudo-religiosa pratiche immorali e attività illegali. In particolare mi colpì nel rapporto del 1998 una forte preoccupazione di come queste psico-sette fossero capaci di provocare una completa destrutturazione mentale negli adepti, conducendoli spesso alla follia e sempre alla rovina economica. Gli estensori del Rapporto fecero riferimento ad una capacità di questi manipolatori di predicare dottrine a tal punto irrazionali da poter condurre i membri ad attività pericolose per la sicurezza nazionale. Comunque, donne e giovani utilizzabili perfino per piani di sovversione politica.

Tutto questo era possibile perché i dirigenti delle sette apparivano capaci di utilizzare meccanismi subliminali di fascinazione o altri metodi atti a limitare la libertà di autodeterminazione del singolo. Tecniche apprese durante corsi “professionali” tanto che nella fase di proselitismo e in quella successiva di indottrinamento i dirigenti riuscivano ad usare sistemi scientifici studiati per aggirare le difese psichiche delle persone irretite, inducendole ad atteggiamenti acritici e obbedienza cieca. Spero che a nessuno sfugga la pericolosità di tali luoghi e quali “schegge impazzite” possano essere occultamente allevate.

Torneremo sul tema spesso sottovalutato.

Oreste Grani/Leo Rugens