Dedicato al premier olandese Mark Rutte monarchico e su alcuni argomenti delicati sordo e muto

Gli effetti degenerativi causati dalle mafie non sono più limitati agli ambiti regionali di provenienza ma si diffondono e si moltiplicano in aree tradizionalmente considerate immuni da simili fenomenologie criminali, fino a travalicare i confini nazionali ed europei, distorcendo la concorrenza e alterando il funzionamento delle regole di mercato attraverso lo sfruttamento di sistemi legislativi “meno accorti” e l’utilizzo si schermature societarie di veri e propri trust.

Relazione del Ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla DIA, secondo semestre 2014.

Ciò che segue è di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso lasciato scritto nel recente libro (2019)  La rete degli invisibili“.

Oggi i boss hanno basi operative stabili il tutto il Nord Europa e società che svolgono attività economiche legali. Il baricentro dei loro affari si sta spostando sempre più nel cuore della vecchia Europa, soprattutto per quanto riguarda il traffico di stupefacenti. (Che, dico io nella mia marginalità e ininfluenza, se vengono trasportati poi qualcuno che se li compra ci deve pur essere. Cittadino frugale o meno che sia nello stile di vita. NdR O.G.)

Molte indagini – continua Gratteri – hanno evidenziato il lucido disegno della ‘ndrangheta di assumere il controllo di contesti economico-commerciali, ma anche territoriali, nei Paesi del Nord Europa, ove, peraltro, sono presenti importanti scali portuali- Rotterdam (mi sembra che sia in Olanda! ndr O.G.), Anversa, Amburgo solo per citarne alcuni – divenuti nel tempo, il riferimento dell’organizzazione per l’importazione della cocaina dal Sud America. La strategia è quella di diversificare le rotte, anche grazie a una capillare presenza di broker in Paesi come l’Olanda (il regno il cui premier è proprio Mark Rutte. ndr O.G.), il Belgio, la Germania. Si tratta di individui che garantiscono, soprattutto grazie all’infiltrazione nella rete logistica dei trasporti e nel commercio, un indispensabile supporto per la conduzione dei traffici internazionali di stupefacenti destinati al mercato europeo“.

Direi che a latere delle questioni finanziarie affrontate in sede U.E. sarebbe ora di passare a ragionare di grandi investimenti necessari al contrasto del riciclaggio di capitali di provenienza illecita. Senza questo approccio, quasi tutto sarà vano. Gli olandesi, ad esempio, non è detto che sempre collaborino come sarebbe opportuno. E ho detto gli olandesi, scegliendo a caso.

Sostengo quindi che mentre si varano grandi pappate nella sanità e nell’infrastrutturale sarebbe particolarmente interessante mettere a punto un rafforzamento dei nostri quasi disarmati cacciatori di mafiosi. Per ora l’ho buttata lì ma comincerò a dire la mia su come si debba destinare una percentuale non minore di questi macro capitali che si auspicano a questo grande (e per ora irrisolto) tema. Chi non volesse indirizzare denaro in misura sufficiente alla grande caccia, svelerebbe la sua sostanziale appartenenza (è un fiancheggiamento) a quel mondo criminale “invisibile” che fa rete da tempo mentre noi, come Paese/Stato, non facciamo certo sistema.

Oreste Grani/Leo Rugens