COVID 19: 2009 data nodale che finalmente emerge in abbinamento con i silenzi di Beatrice Lorenzin

Di che vive un vecchio e malandato signore se non della soddisfazione di poter dire che l’aveva detto?

In questo caso addirittura qualche cosina di più.

Compare infatti sulla testata giornalistica FQMillenniuM (loro sono autorevoli e soprattutto hanno i soldi per incaricare qualcuno degli opportuni approfondimenti) un’inchiesta (secondo me tale andrebbe considerata se ci fosse la volontà dell’editore di non far mollare la presa e di mirare ad un premio internazionale degno della questione drammatica implicita in ciò che si intravede) che finalmente evidenzia una data che questo marginale e ininfluente blog ha sempre considerato spartiacque: 2009!

E come invitano a fare gli autori dell’articolo da quelll’anno “bisogna riavvolgere il nastro“. Da queste parti la chiamiamo la Macchina del Tempo ma se non è zuppa è pan bagnato. Si tratta di andare indietro a quando si sarebbe potuto avviare un onesto processo di preparazione collettiva all’inevitabile dilagare della pandemia e provare, con lungimiranza e senso della polis, certamente a salvare migliaia e migliaia di compatrioti e dando al tempo una mano al resto dell’Umanità. Come si sa (e non provate a raccontare altre storie) in troppi se ne sono fregati di ciò che era scritto e di questo fottersene non dobbiamo perdere memoria. L’oblio lasciamo a questioni attinenti all’occasione mancata per la Lazio di vincere il campionato di calcio ultimo scorso. Per quanto viceversa si poteva fare e non si è fatto dal quel lontano 2009 direi di mettersi in cammino sul sentiero dell’accertamento delle responsabilità. Per rafforzare l’esordio sul terreno dell’accertamento dei fatti direi di, cortesemente, fare un minimo sforzo in più e rintracciare il mitico Massimo Zuppini della GlaxoSmithKline e porgli le domande opportune ad esempio sulla decisione, a quella data (2009), dell’azienda con cui ancora oggi collabora, di investire 2 miliardi di dollari per espandere la capacità produttiva di vaccini prepandemici (voi che sapete tutto sapete di cosa si tratti?) quando disponibili, di antivirali (e mi è più chiaro) e per l’introduzione di nuove tecnologie capaci di aumentare la produttività. Questo dell’innovazione tecnologica mi convince di più ma sarebbe comunque interessante chiedere di cosa si sia trattato. Dicevamo che solo questa realtà imprenditoriale dichiarava, tramite il misterioso Massimo Zuppini (così lo appello perché è un mistero che nessuno lo abbia fatto andare in tv a dire cose attinenti, vista viceversa la sua competenza) di voler spendere miliardi di dollari nel settore. Annunciava inoltre, sempre nel 2009, e sempre per bocca di Zuppini, di voler mettere a disposizione antivirali e vaccini pre-pandemici e pandemici  – quando disponibili – per i propri dipendenti e le loro famiglie. Ma soprattutto si annunciava la volontà di sviluppare specifici piani di continuità del business e piani per la salute dei dipendenti in preparazione a una pandemia influenzale che evidentemente si considerava certa.

C’era quindi gente, comuni mortali e non extra terrestri, che sin dal 2009 (o prima) si addestrava a gestire livelli addizionali nelle scorte di prodotti semilavorati e materiali ausiliari. Si potrebbe, a cose avvenute, banalmente sapere di cosa si tratta? Che cazzo sono i prodotti semilavorati e i materiali ausiliari? E quando ci si preparava a garantire l’addestramento di personale di back-up  per ruoli critici di cosa si trattava esattamente? Di quali soluzioni IT specifiche per supportare i processi critici con utilizzo ridotto di personale o in modalità di telelavoro si trattava? Dobbiamo quindi cominciare a credere che a differenza di Domenico Arcuri che un giorno è stato letteralmente paracadutato sul campo, si aggiravano per l’Italia, a vostra insaputa, non pochi specialisti in questa materia complessa. In Italia e negli oltre 111 paesi in cui la GSK è presente con il fine aziendale, paese per paese, di sviluppare un piano di preparazione alla pandemia sulla base di una serie di requisiti generali. Si deduce da quanto diceva Zuppini sin dal 2009 che anche in Italia ad opera della consociata locale GSK è stato sviluppato e definito un tale piano/progetto in accordo con il Piano Nazionale di Preparazione e Risposta ad una Pandemia Influenzale definito dal Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie del Ministero Italiano della Salute.

Ma ci vuole tanto a fare qualche trasmissione tv per spiegare il quadro di riferimento e in che cosa consistessero questi accordi? Possibilmente (ma questa è una mia fissa) corredando il racconto con i nomi di chi faceva questa attività e quanto veniva pagato. Possiamo sapere, in parole semplici semplici, nel paese in cui si vendono, mogli, nuore e, a volte, figlie minori, comunque nel Paese dei Corrotti e Corruttori, se ruotano cifre che potrebbero un giorno emergere, in un’aula di tribunale, come moventi di comportamenti illeciti? Siamo nel Paese dove a cominciare dalle banane (in Italia durante il fascismo l’Azienda monopolio delle banane era stata creata perché si potessero vendere solo banane dell’Impero quasi fossero oggi le “mascherine di Stato” e nel dopo guerra la questione di trascinò perché gli amici degli amici continuassero a guadagnare su ogni banana venduta da chi dicevano loro e al prezzo che consentisse favolosi profitti) per passare a quella dei tabacchi o dei danni di guerra fasulli e dei mille terremoti, dei fondi neri Montedison, dei vari scandali del petrolio, dell’industria delle armi, e poi banche banche banche tangenti tangenti tangenti impostando una vera e propria industria della corruzione perché non dobbiamo insospettirci della volontà, ad esempio, di lasciare fuori dal quadro di riferimento (cito un’istituzione tra le tante possibili) il 7° Reggimento Difesa Nbc Cremona di Civitavecchia ritrovandovi un despecializzato (la sua specializzazione, come si vedrà, è in altro) quale il super megalattico commissario Domenico Arcuri?

Comunque, l’inchiesta di FQ MillenniuM è un buon inizio. A cominciare da come ha provato “a far parlare” (non riuscendoci) Beatrice Lorenzin che per quindici anni (!!!) ha fatto il bello e il cattivo tempo nel settore dela sicurezza sanitaria. Figura politica quindi che se ne frega di questo peso avuto, come sosteniamo nella nostra marginalità e ininfluenza, scegliendo di tacere in modo volgare e inquietante. Certamente sospetto. Soprattutto alla luce dei rapporti pregressi (o in essere?) con l’avvocato Angelino Alfano. Ottima quindi l’inchiesta giornalistica. Basta che sia un inizio e non un tappo.

Oreste Grani/Leo Rugens

P.S.

La Azzolina è ciò che la Storia confermerà, a prescindere dall’uso improprio o meno del “rossetto”, ma direi che è opportuno, in un momento tanto delicato, utile certamente a capire chi abbia ciurlato nel manico negli anni di avvicinamento all’assassinio di massa in essere, non non non farsi distrarre rispetto ad una donna di ben altro potere quale è stata, è e potrebbe continuare ad essere, Beatrice Lorenzin. Soprattutto, lo ripetiamo anticipando alcune considerazione che non potranno non essere quanto prima fatte ponendola in relazione al compagno di percorso politico l’avv. Angelino Alfano.