Ci state provando! Di questo si tratta. A noi cittadini il dovere dell’azione

Genova ’60

Negli altri paesi (non tutti ad onor del vero) lo Stato è “uno” nel senso più lato possibile, tendente ad essere una vera e propria entità storica e politica. Quasi sempre questa concezione è figlia di una forte capacità di avere memoria ed spesso accompagnata da una qualche progettualità per il futuro. Le donne e gli uomini che stanno mettendo in moto meccanismi delicatissimi (mi riferisco a quanto abbiamo appena riportato nel post “Conte pone la fiducia su Parente“) non ritengo siano all’altezza delle complessità che stanno evocando con tali scelte degne di violente oligarchie. In Italia la storia del rapporto della partitocrazia (di questo cancro siete squallidi alfieri) con i vertici dei Servizi ci obbliga alla massima allerta ad evitare che i peggiori (cosa altro siete?) arrivino a piegare le istituzioni che dovrebbero incarnare l’anima stessa della Repubblica (questo dovrebbero essere le agenzie di Intelligence) a che informazioni e brandelli di verità (sul passato e sulla contemporaneità) vengano utilizzati secondo l’andamento delle vicende, anche squallide, della politica corrente, o perfino degli interessi dei singoli politici.

Brandelli di segreti (o di “informazioni” costruite artatamente) che vengono utilizzati come strumento di lotta e di ricatto tra le varie fazioni (le bande che finalmente altri, con grave e colpevole ritardo, stanno scoprendo esistere), senza mai che ci sia un disegno alto, complessivo, fosse anche di disvelamento delle patologie che hanno caratterizzato altre drammatiche stagioni della nostra storia. Chi cazzo pensate di essere tanto da sentirvi autorizzati a mettere in moto questa gravissima mutazione senza che mai, per vostra iniziativa, un solo passo sia stato fatto per portare luce sulle zone d’ombra che gravavano sul passato dei Servizi stessi e, probabilmente, sui silenzi acquiescenti di alcuni di voi?

Allerta – amici lettori – perché questi ci stanno provando.

Oreste Grani/Leo Rugens

P.S.

Per compiere un passo tanto grave, vi dovete sentire al sicuro. O forse, viceversa, vi state sentendo franare la terra sotto i piedi. Comunque, se avete aggredito la collettività e il diritto con sfrontatezza, non vi meravigliate se a tanta violenza sostanziale risponderemo con quello che sapremo fare. Il coraggio non ci è mai mancato e, siatene certi, non ci mancherà in questo drammatico frangente.

P.S. al P.S.

Questo tentativo “eversivo” è un altro dei motivi per cercare di fermarvi con un bel NO! Saremo minoranza elettorale ma almeno proveremo a contarci.    

 

CONTE PONE LA FIDUCIA SU PARENTE

D’Incà si alza alle 15.45 del primo settembre 2020 nell’aula di Montecitorio e pone la fiducia al Decreto “Misure urgenti connesse con la scadenza della dichiarazione d’emergenza epidemiologica da Covid-19 deliberata il 31 gennaio 2020 e disciplina del rinnovo degli incarichi di direzione di organi del sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica”.

Scoppia il putiferio, il vecchio Tabacci esplode in un “siete degli incompetenti”.

A tutto questo siamo arrivati dopo che un nutrito gruppo di parlamentari del M5S avevano sottoscritto un emendamento soppressivo del comma 6 dell’articolo 1 il quale offre la possibilità di replicare il mandato di ulteriori 4 anni ai direttori dei servizi.

Tra i firmatari dell’emendamento a prima firma Dieni (Copasir), non sfugge la presenza di Luigi Iovino, il che confermerebbe il sostegno del sottosegretario Angelo Tofalo alla soppressione del comma. Ricordiamo che alcuni giorni fa sulla rivista Formiche, il sottosegretario aveva accennato a una “banda” che si era intromessa nella partita delle nomine. Fonti autrevoli riportano che alla dichiarazione della fiducia, il volto di Tofalo si sia fatto terreo, confermando il vecchio scontro e opposizione tra Crimi e lui in tema di servizi. Crimi e Tofalo, giova ricordare, furono insieme al Copasir nella precedente legislazione.

A quanto ci risulta, nel PD c’è malumore per quell’emendamento, tanto più per la fiducia, a conferma che improvvisarsi, come Conte ha fatto, stregone in materia di sicurezza non porta bene. Ora, lo scontro si alzerà di livello come è ovvio. Rimane da chiarire la ratio di quel comma 6.

Appuntamento a domani, per quello che si rivela un inizio settembre incandescente.

La redazione

La scuola bielorussa