A proposito di ritrovamenti di materiale interrato

Il 27 febbraio 1999, il Reparto anti-eversione dei ROS dei Carabinieri trasmette un rapporto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rieti in cui si dà conto della localizzazione di apparati radio occultati in località Artena (Roma) e Poggio Moiano (Rieti).

In realtà il 22 gennaio 1999 è il SISMI che informa con una nota il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri della localizzazione di due nascondigli radio del KGB (quello che sembra sempre non essere esistito in Italia durante gli anni di piombo) che risulteranno interrati nel 1966 (quando moriva Paolo Rossi all’Università La Sapienza e cominciavano, dopo la morte del giovane le attività politiche “rivoluzionarie” negli atenei attività che sfociarono poi negli eventi insanguinati che arrivano fino alla morte di Aldo Moro). In realtà non è il SISMI (c’è sempre qualcuno oltre la siepe) che ha trovato le tecnologie. Il 22 gennaio infatti il SISMI trasmette una nota scritta al CESIS (e per conoscenza ai Ministeri della Difesa e dell’Interno e anche, doverosamente, ai colleghi del SISDE) nella quale si evidenzia, che nel contesto di una collaborazione internazionale (bei tempi andati!!!), sono stati individuati nascondigli interrati di radio-ricetrasmettitori, in quel caso protetti da dispositivi esplosivi, predisposti dal KGB (sempre quella istituzione sovietica che sembra non essere esistita in Italia negli anni di piombo). E ancora prima.

Il 5 novembre 1998 (il 21 ottobre di quell’anno era diventato Presidente del Consiglio Massimo D’Alema e il suo vice era Sergio Mattarella tra l’altro opportunamente incaricato di seguire le cose complesse di questa natura) erano pervenuti al SISMI due appunti (il 237 e il 238) redatti il 21 agosto 1998 che contenevano sin d’allora l’ubicazione di nascondigli del KGB in Italia, protetti – come ho detto – da dispositivi esplosivi. Nei rifugi/depositi c’erano anche dollari americani e mi interesserebbe sapere se qualcuno lo sapesse a quanto ammontavano queste riserve di valuta. E che fine abbiano fatto. Questa è una di quelle curiosità del Grani che nei dettagli cerca sempre la presenza del Diabolico e dei furbi. Tornando ai depositi si dice che la fonte fece pervenire anche le istruzioni per disarmare i dispositivi esplosivi fatti di “MOLNYA” (forse si chiamava così il materiale). Mentre si muove questo meccanismo investigativo e operativo, se ben ricordo, anche in Svizzera trovano, nei pressi di Zurigo, depositi protetti. Ed era il 28 dicembre 1998. Babbo Natale generoso con tutti. Ai primi di gennaio 1999 ci pensa la Befana a far trovare nella calza altro.

Questo per dire che a volte i ritrovamenti sono indice di ben altre complessità e segnali trasversali. Chissà, con i ritrovamenti “pre rapimento Moro”, chi sta cercando di dire qualcosa a qualcuno? Spero che non sia solo per poter piazzare quello o quell’altro, a fine carriera, e fargli portare a casa stipendi d’oro.

Comunque questo pensiamo dei casuali ritrovamenti.

Oreste Grani/Leo Rugens