Non c’è limite alla degenerazione del “Sistema Latina”

Nel n°6 2004 del bimestrale Limes (quel numero aveva copertina e gran parte dei contenuti dedicati alla Russia e al gioco geopolitico che Mosca si preparava a proporre all’Eurasia) a pag.299, sotto il titolo “I clan criminali alla conquista del Basso Lazio 2“, si potevano leggere cose tipo “…nelle aree settentrionali della provincia di Latina e nel comprensorio meridionale del litorale romano si sono ormai (ormai vuol dire “da tempo”  ndr O.G.) radicate le mafie” e poi si passava ad esaminare alcuni episodi di infiltrazione nelle istituzioni e le difficoltà del contrasto“.

L’articolo che ho provveduto a riprodurre e che in un post appositamente dedicato comparirà nei prossimi giorni finiva con alcune frasi che spero oggi aprano definitivamente gli occhi a tutte le persone oneste e di buona volontà dentro e fuori le istituzioni repubblicane.

Dunque, oltre che in varie lacune legislative solo parzialmente colmate negli ultimi dieci anni, le azioni di contrasto alle infiltrazioni criminali nel tessuto socio-economico  del territorio laziale trovano limiti enormi, trovano limiti enormi, trovano limiti enormi (non è un disco rotto ma sono io che evidenzio le parole pesantissime ndr O.G.) proprio nella disarticolazione tra le istituzioni. E a volte, nella disattenzione (!!!!!!!!!!!! ndr O.G.) da parte di alcune di esse nei confronti del fenomeno mafioso“.

16 anni addietro era tutto chiarissimo. Vediamo, pertanto, giorno dopo giorno, quali mascalzoni (a prescindere dai mafiosi che fanno i mafiosi) hanno consentito la degenerazione del clima di legalità da quelle parti. Non posso incazzarmi con i criminali (i criminali fanno il loro di mestiere) ma devo inferocirmi con chi, soprattutto in politica e nelle istituzioni preposte alla sicurezza del Stato, ha consentito la crescita di questo schifo. Quando dedicavamo non pochi post al “Sistema Lollo” ci provavamo ad introdurre il tema. Ora gli accadimenti superano gli scenari che denunciavamo e ventilavamo.

Veramente pensate che non sappiamo tenere in un solo ragionamento ciò che dobbiamo apprendere e l’informazione del fatto che in COPASIR ci sono figure che da decenni (certamente 16 cioè da quando uscì l’articolo di Limes) di quelle terre sanno tutto? O dobbiamo credere ad una sorte di generica “disattenzione“? O peggio disarticolazione tra le istituzioni? Per far emergere il “Sistema LOLLO” alcuni hanno dovuto sacrificare tutto. Quello che ora è provato aggiunge tasselli al clima complessivo. Cosa deve accadere per riportare la legalità in quelle terre?

Oreste Grani/Leo Rugens


 

MA A FONDI – LATINA – TERRACINA LI SAPPIAMO TENERE GLI OCCHI APERTI?

occhi-aperti    

Se persone con il passato turbolento (è un reato definire “turbolento” un passato come quello del parlamentare Claudio Fazzone?) arrivano ad essere prima membri della Commissione Antimafia ed ora perfino rappresentanti nel COPASIR dei residui interessi di quel che rimane di Forza Italia, mi chiedo cosa sia ritenuto, in questo Paese, “riservato e di natura strategica”?

Il 9 novembre (per qualcuno s. Oreste!) me ne uscivo (e rendevo la mia opinione di facile lettura) con dei pensieri (oggi li replico) che non lasciano adito a dubbi: sostengo che il parlamentare di Forza Italia, Claudio Fazzone, non sia l’uomo giusto al  posto giusto.

E questo lo dico per il mio piacere e perché ritengo di averne diritto.

Fino a quando, trascinato davanti ad un giudice, la Legge mi dovesse imporre di rimuovere i miei pensieri e i miei post. Sperando di non finire giudicato da un “Antonio Lollo” (giudice a Latina e motore primo di questa scandalosa vicenda) qualunque.

Dico questo perché il COPASIR dovrebbe essere la massima espressione dell’architettura parlamentare affinché i Servizi segreti servano la Repubblica e non facciano, viceversa, guai “al servizio” di questo o di quello.

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Claudio Fazzone

Donne e uomini probi e competenti quindi come nessun altro. E invece, in tali organismi, ci troviamo di tutto e da anni a questa parte. Così come è capitato, paradossalmente, anche alla Commissione antimafia. Fazzone per non farsi mancare nulla, come ho detto, è stato sia all’Antimafia che, ora, al COPASIR. È come se ambienti non consoni all’integrità dello Stato tendessero a infiltrare i loro servitori proprio dove si dovrebbe essere massimamente vigili. Gente che per estrazione e frequentazioni sembra selezionata proprio per divenire porta girevole o “doppia croce” verso chi vorrebbe sempre sapere cosa si dice di loro e cosa ci si prepara a fare per contrastarli. Ma non sappiamo ideare dei Super NOS che vengano o meno attribuiti a parlamentari candidati dalla partitocrazia ad ascoltare cose che sarebbe opportuno non fossero alla portata di chi, dimostrando di essere scimmietta sorda, muta e cieca scalda sedie e, al tempo, forse, non è tanto sorda e muta? Ma se uno non si è accorto che nel suo territorio agiva una associazione a delinquere come quella che supportava Antonio Lollo perché dovrebbe essere tanto sveglio da sapere di intelligence culturale o meno che si ritenga debba essere? Non vi viene il dubbio viceversa che stia in questi organismi delicatissimi per apprendere le strategie di contrasto ai nemici dello Stato? Se sono, viceversa, degli scemi sprovveduti che ce li mettiamo a fare? Se sono dei furbi sleali ancora di più. Terzo non è dato.

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Antonio Lollo

Nei Servizi (e in  altre posizioni apicali della P.A.) dovrebbero pervenire, quasi fossero un vero e proprio corpo d’élite etico-morale, solo donne e uomini incorruttibili e indifferenti, nella sostanza, agli strumenti tipici della seduzione quali le ambizioni smodate, il denaro e il sesso. Ed invece, in tali posizioni delicatissime, si trovano spesso campioni di queste debolezze umane. Altrettanto dovremmo essere vigili su chi vigila.

Torniamo a Claudio Fazzone e al territorio dove il parlamentare avrebbe dovuto avere occhi e orecchie sufficienti per percepire il clima sovversivo (come lo vogliamo chiamare quel groviglio bituminoso di illegalità che si consumava a Latina, Fondi, Terracina per iniziativa di Antonio Lollo e dei suoi sodali?) di cui viceversa non mi sembra ci sia traccia di una qualunque attività di segnalazione.

Io di questa indifferenza/distrazione/inadeguatezza, a questo poliziotto, ex autista di ministro, chiederei conto. Lo so che essere inadeguato, distratto, indifferente non è un reato, ma sarebbe opportuno che chi deve “guardare le spalle” alla Repubblica, non lo fosse. Che si tratti del COPASIR o della Commissione Antimafia. Tanto per fare degli esempi tra i tanti possibili.

Oreste Grani/Leo Rugens in caccia


DA MATACENA A FAZZONE… FORZA ITALIA È STATA ANCHE QUESTO

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Difficile capire cosa si delinei dietro ad un guazzabuglio quale quello descritto dal testo che trovate a seguire, ma un dato rimane certo: questo è un Paese reso fragile da una pluralità di fattori sofisticati e di difficilissima interpretazione ma certamente anche dal fatto che quando si deve selezionare un politico per fargli fare, ad esempio, il ministro dell’Interno, i criteri di selezione sono tali per cui gente come Claudio Scajola viene prescelta.

Fidatevi che questo è il vero elemento inquietante: durante la carriera di queste figure ci sarebbero indizi (se non prove) sufficienti per “scartarle a tavolino” (ma un apposito NOS  lo vogliamo elaborare con criteri strettissimi?) e invece proprio su di loro cade la scelta.

Questo non senso (o, viceversa, questo meccanismo malandrino) è dovuto al fatto che i criteri di reclutamento, selezione e formazione del personale politico non solo non sono stati elaborati per salvaguardare gli interessi della collettività ma, paradossalmente, il setaccio é concepito e utilizzato per scegliere i peggiori. Spesso a questo criterio di malandrinità si accoppia  l’incompetenza assoluta.

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Nell’attuale governo la scelta è stata fatta cadere, obbligatoriamente, su un tecnico (in questo caso il prefetto Luciana Lamorgese) perché la misura era colma e ogni altra soluzione sarebbe stata follia. La dottoressa Lamorgese è una pausa che la partitocrazia (è tornata alla grandissima e più scaltra di prima dopo il fallimento pentastellato) ha dovuto accettare, obtorto collo. Ma per anni la miscela tra amoralità e inadeguatezza culturale (è un dicastero dove, tra l’altro, ci vuole una preparazione giuridica elevatissima) ha prodotto danni, danni, danni. Immaginate solo, appunto, Claudio Scajola e le sue debolezze, Marco Minniti e le sue di fragilità (o dei suoi congiunti), o Bobo Maroni, anche ieri condannato. Per tacere diMatteo Salvini e della sue frequentazione euroasiatiche su cui aspettiamo novità e chiarimenti. Tutti bei campioni soprattutto nel campo che prioritariamente dovrebbe allarmare la comunità: il contrasto strategico alla sempre più intelligente criminalità organizzata non dovrebbe mai mai mai contemplare non dico scheletri nell’armadio ma sia pur semplice commensalità. Altro che contiguità e stili di vita che espongono a forme di pressione se non veri e propri ricatti.

Claudio Scajola era ed è ciò che le aule di tribunale (chissà se sto commettendo reato a mezzo stampa esprimendomi in tali termini?) ogni giorno di più confermano (a volte non con la severità che il soggetto meriterebbe). Direi per tanto che invece di ritrovarlo sempre citato in storie oscure per la sicurezza della Repubblica (pensate inoltre cosa sia, in realtà, il COPASIR se il primo a guidarlo fu proprio Claudio Scajola?), prima si riesce ad interdirlo definitivamente da cariche che riguardano la P.A., meglio è.

Altro che posso dire se non che anche a me incuriosisce questa ennesima spy story che si sviluppa in Italia e poi si articola  in giro per il Mondo.

Leggete.

Oreste Grani/Leo Rugens

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P.S.

Cosa si intende quando si scrive “gli uomini di Chaouki” riferendosi ad un ex parlamentare del PD, taleKhalid Chaouki appunto? E quali sono, sarebbe bene un po’ di chiarezza che ci consenta di farci una nostra idea, le accuse all’ex ministro dell’Interno Marco Minniti, anche lui, come Scajola, non estraneo agli ambienti COPASIR/SERVIZI?

Guazzabugli, guazzabugli, guazzabugli perché, alla fine, nessuno capisca nulla e le mafie (e i nemici interni ed esterni della Repubblica) ci sguazzino.

Vedete che il vostro marginale e ininfluente blogger (non sono un giornalista e mai ho sostenuto di esserlo) quando pensa male a vedere frequentato il COPASIR da alcuni soggetti non si sbaglia?

Tanto che sento il dovere di approfittare di questo post per portarmi un po’ avanti nel lavoro a proposito proprio del COPASIR che è nelle mie intenzioni .

Da alcuni mesi mi chiedo, ad esempio, chi sia in realtà questo Claudio Fazzone (attualmente parlamentare di cosa avanza del berlusconismo nel Lazio) che dopo essere stato un “costituzionalista” (a suo tempo lo hanno piazzato alla Commissione Affari Costituzionali avendo una preparazione garantita dagli studi in geo-metria!!!) è ora membro autorevole del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (sarebbe come a dire qualcuno che sa di Intelligence culturale o meno che la si voglia intendere e di complessità geopolitiche) dopo essere stato tante cose compreso il Presidente del Consiglio regionale del Lazio dal 16 aprile 2000 al 4 aprile 2005. Sono interessato a lui da quando ho cominciato a capire (si fa per dire) la complessità, anche criminale, che si cela in quel territorio (Latina, Fondi, Terracina) e come l’esperienza politica (sono molti anni che Fazzone conta da quelle parti) non lo abbia mai portato neanche ad intuire i grovigli bituminosi del Sistema Lollo di cui, passo dopo passo, sentenza dopo sentenza, prepotenza dopo prepotenza scoperta, cominciamo a capire la vastità e il radicamento criminale sul territorio proprio di Latina, Fondi, Terracina, Gaeta. Se uno non sa vigilare nel giardino di casa sua (intendo il territorio) mi dite per quale motivo dovrebbe sapere attuare  la vigilanza sui “servizi segreti”, compito principe per cui ora è anche pagato?

Jack of Hearts

Che Fazzone dorma in piedi è certo altrimenti dalle “sue parti” cose oscene (in chiave di giustizia ingiusta) come quelle di cui ormai sono resi edotti non solo i tribunali, l’opinione pubblica, la rete (perfino un blog marginale e ininfluente come Leo Rugens comincia a capire non solo chi sia questo Antonio Lollo ma quale sistema di complicità para-istituzionale lo abbiano protetto fino ad ora) e, si dice, perfino il massimo garante della legalità repubblicana, non potevano accadere. Intendo dire, per chiarezza, che , questo si dice, anche il Capo dello Stato è stato informato della gravità della situazione  a Latina e “indotto”. E questo dovrebbe fare la differenza, certi della lealtà repubblicana di Sergio Mattarella e dei suoi collaboratori. E della loro competenza.  Qualche traccia di segnalazione a chi di dovere (che so alla stampa locale, qualche interrogazione parlamentare, qualche sprone alla Gdf, CC, Polizia di Stato) dovevamo rintracciarla ad opera di Claudio Fazzone. E invece di Fazzone si trova nella grande memoria del web altro (anche qualche insinuazione che non gli fa onore) ma non certo che di un paladino della legalità si tratti, vigile almeno nel suo collegio elettorale.

Ma se non dovesse essere un paladino della legalità e degli interessi superiori della Nazione, Fazzone che minchia ci fa al COPASIR?

Ed è quello che ci chiediamo mettendo in un solo paniere concettuale la prima parte di questo post e la seconda, non sapendo quale delle due sia la più inquietante ed urgente. Direi a conti fatti che entrambe abbiano bisogno di chiarezza.

MA CHI È IN REALTÀ QUESTO ANTONIO LOLLO UN TEMPO MAGISTRATO A LATINA?

CHI DI FATTO PROTEGGE ANTONIO LOLLO IL GIUDICE CORROTTO DI LATINA?

IL SISTEMA LOLLO (GIÀ GIUDICE A LATINA) È STATO SMANTELLATO?

E rifirmo vista la delicatezza del tema.

Oreste Grani/Leo Rugens che con oggi è chiaro si è fatto un altro nemico: Claudio Fazzone.

 

 

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One thought on “Non c’è limite alla degenerazione del “Sistema Latina”

  1. Cuculo vigile in ha detto:

    Il nuovo quotidiano di De Benedetti, Domani, esordisce con un articolo di Giovanni Tiziana che parte dall’indecente groviglio di Latina e arriva alle mascherine della Regione Lazio
    https://www.editorialedomani.it/politica/italia/affare-mascherine-250-mila-euro-dati-a-un-avvocato-legato-ai-servizi-segreti-puuouyjb

    L’avvocato (molto attivo, a quanto pare) è sempre quello di cui si parla nel post

    "Mi piace"

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