La banda di Link Campus University rinviata a giudizio: sono in attesa delle scuse di Angelo Tofalo

Per ora siamo solo al rinvio a giudizio per la “banda” (queste sono le bande di cui ci senti parlare da anni, amico Tofalo) che ruotava (e ruota sotto altre forme e nomi di copertura) intorno alla Link Campus University e quel vecchio malandrino di Vincenzo Scotti. Direte che mi devo mordere dita e lingua per prudenza e rispetto dei magistrati. Forse, ma non certo della amica Verità, dell’esperienza, delle “prove logiche” che si delineano e soprattutto il danno che la banda della Link ha arrecato al Paese, mal consigliando (per ora diciamo così) il vertice del M5S. Danni al Paese che si sarebbe meritato altri orizzonti culturali e altri processi formativi per avviare, eventualmente la soluzione dei alcuni problemi complessi che attanagliavano la Repubblica certamente prima che Scotti pontificasse e, altrettanto, se non di più, vi faceste guidare all’autodistruzione, formale e sostanziale, dal vostro consigliere per la sicurezza Umberto Saccone. Che essendosi formato e avendo operato, per decenni, nell’interesse esclusivo di se stesso e di chi ha ridotto l’Italia senza identità e sovranità (così quando avete beccato milioni di voti descrivevate il Paese) come mai avrebbe potuto essere un buon “consulente di direzione” nell’interesse superiore della Nazione e a protezione dello spirito del mandato popolare ricevuto? Gli italiani (11 milioni!!!) vi avevano votato per una discontinuità e non per una gattopardesca continuità dei poteri che l’avevano venduta a chiunque fosse pronto a pagare. A volte anche male e fraudolentemente.

Ma i simili si attirano e alla fine avete scelto, scientemente (vi avevo ultra avvisati e non solo dalle righe elettroniche di Leo Rugens ma ogni volta che ci incontravamo per provare a discutere come dare forma a iniziative utili allo Stato, ai cittadini e in particolare al personale delle Forze Armate. Tutto nel cesso della vanità e, speriamo di non scoprire un giorno questa traumatica verità, ad altro. Con i tempi della giustizia aspettiamo il dibattito e la sentenza. Per ora rischiando ci prendiamo un anticipo di soddisfazione pronti a pagare il prezzo di una vostra legittima reazione: siete dei traditori dello spirito con cui ci si dovrebbe candidare a dirigere processi formativi capaci di partorire, nella mente degli allievi (paganti) nessi tra conoscenza, moralità e responsabilità di servizio. Nel profilo delle vostre aule, e non mi riferisco a scelte architettoniche, non mi sembra proprio che abbiate dato vita a percorsi formativi atti a risolvere i problemi inerenti la sicurezza del Paese rispondendo alla domanda sempre più diffusa e urgente di legalità, di stabilità sociale e politica, di tutela delle sue istituzioni repubblicane dalle minacce esterne e interne. Corsi di intelligence potevano solo farsi carico di un’istanza di rinnovamento (o eravate stati eletti in così grande numero per consolidare il malaffare, l’inganno, l’appropriazione di fondi pubblici?) culturale e morale della classe dirigente del Paese e per essere “contributo”, uno di quelli di maggior peso, a fronteggiare i problemi emergenti della nostra già tanto travagliata Italia.

Le cose che ora accadono in sede giudiziaria (senza citare gli avvenimenti che non sono ancora oggetto di valutazione dei magistrati a cominciare da come la Link abbia potuto avere l’immobile dove oggi opera e che fine abbia fatto il professore Joseph Mifsud) le avevo dette, e in modo particolare le avevo affidate, con dovizia di particolari e in presenza di ottimi testimoni, ad Angelo Tofalo, perfino alla vigilia del trionfo elettorale del lontanissimo 2018, ricevendone – come tutta risposta – un giudizio sprezzante sul perché insistessi tanto sul pericolo per il MoVimento di questo abbraccio mortifero (dove siete finiti ora vi è chiaro?) attribuendo quei miei allarmi ad una generica invidia professionale nei confronti di “un concorrente”. Aspetto ancora scuse e fino a quando non mi saranno formalizzate, partendo da questo luogo telematico, continuerò a raccontare ciò che riterrò utile al ristabilimento della verità. Finché avrò vita.

Cosa ultima ma non ultima: pur tenendo conto che la legislatura si è allungata, visti i risultati elettorali di queste ore in quel di Salerno, al massimo, in piena primavera 2023, se Dio vuole tenermi in vita, mentre il sottosegretario Angelo Tofalo tornerà ad essere un comune cittadino senza la copertura dell’immunità parlamentare, io sarò pronto a sputargli in faccia tutto il mio disprezzo. Motivo sufficiente per motivare un povero vecchio a non mollare. Uno sputo in faccia e non solo a lui ma anche ai suoi amici e consiglieri, improvvidi calunniatori del sottoscritto e di chi mi conforta con una ragionata stima. Ragionata e non prezzolata. Con il rinvio a giudizio della cricca della LINK, si avvicina la resa dei conti complessiva con chi ha dissipato il patrimonio elettorale ed con chi ha la responsabilità dissipatrice non va certo circoscritta al solo Luigino Di Maio. Anzi, a ben intellegere (e in questo noi pur considerandoci dei semplici appassionati dilettanti non siamo proprio uno dei sette nanetti di Biancaneve), la responsabilità del sabotaggio della speranza a cinque stelle, va estesa ad altri, a cominciare proprio da Angelo Tofalo che del M5S è sempre stato il responsabile della “sicurezza” e dei rapporti con i “servizi segreti”. Cioè il profondo del MoVimento. E come se, facendo le dovute proporzioni, non si fosse ritenuto Beria il vero responsabile di molte atrocità staliniane. Chiudiamo il post con un avvertimento ai naviganti: tenete in conto che l’ultimo che ha provato a calunniarmi o a contrastare il mio operato di libero cittadino, ha preso per i comportamenti illeciti che dicevo che sceglieva a danno dello Stato una prima condanna a 7 anni e mezzo e un dei suoi “magistrati complici” solo 11. Della serie: posso anche sbagliarmi sul giudizio etico-politico sugli amici che Tofalo si è scelto, ma – come iettatore – vado alla grandissima. 

E quando finisce il fattore C (culo), sentite a me, la ruota gira e irrompe la iella. E dopo non c’è storia. A primavera 2023 si apre la partita con Angelo Tofalo. Sempre se Dio vuole. Col “professore” è già aperta come lui, andando arrogantemente a cercare rogna, ha scelto. Libero di farlo ed ora di pagarne le conseguenze.

Oreste Grani/Leo Rugens