Trump-Biden: temo di aver assistito ad un drammatico “niente di niente”
Il mondo è diventato veramente piccolo e non solo perché quello che accade dall’altro capo del mondo viene rimbalzato in diretta sui nostri schermi (televisori o computer che siano) ma in quanto i fattori politici (e le conseguenze) sono universali. Il mondo è ormai rimpicciolito e questa trasformazione dimensionale e culturale non deve rimanere “nascosta” per alcun motivo.
Come si poteva temere, gli Stati Uniti d’America si presentano alla vigilia delle elezioni presidenziali, acefali. Senza testa, quindi. Senza cervelli capaci di incursioni nel futuro; senza intelligenze rassicuranti e preveggenti. E tali, così sembra, a danno anche delle restanti popolazioni del Pianeta (cinesi esclusi) che vinca nuovamente Trump, o che tocchi a Biden. Due litigiosi pronti nevroticamente (un po’ più soporifero uno, un po’ più agitato e nervoso l’altro) ad insultarsi (e tu, e tu, e tu) in assenza totale (ho scritto totale) di programmi e di proposte cum-crete. Nessuno dei due farà il bene degli USA e quindi di mezzo mondo. Vecchi (non solo anagraficamente) e inadeguati entrambi per affrontare le complessità incombenti. E non solo di origine pandemica. Ma anche perché la Pandemia, solo negli USA ha fatto, per ora, 200.000 morti e forse un milione di invalidi minacciati dalle conseguenze di diffusi micro trombi che la malattia, se non ti uccide, ti lascia. Tenete a memoria che, se non mi sbaglio, la Seconda Guerra mondiale costò agli americani 300.000 morti. Se il terzo incomodo (il virilissimo virus) fosse capace di ridere, si sarebbe scompisciato dalle risate nell’assistere ai due vecchi impotenti, capaci solo di annullarsi. Tempi pessimi corrono per gli USA. E quindi per il Pianeta.
Uno, solitamente, si prende infatti un anziano come guida se lo stesso mostra esperienza e una qualche forma di saggezza. Comunque un anziano deve essere in grado di tramettere per tramandare valori. Se ne ha in testa. Due vecchietti petulanti, viceversa, incapaci entrambi di mostrarsi adatti (altro che uso sapiente dei media e delle tecniche digitali!) al mondo in rapidissima e drammatica trasformazione. Nessuna lettura del passato. Pertanto uno zero spaccato in interpretazione del contemporaneo. Si presume “sotto zero” in capacità di anticipazione di eventi di natura sociale, economica, culturale. E perché due “mezze cartucce” di questa portata, senza essere dotati di nessuna spinta generatrice, dovrebbero essere rassicuranti per gli americani (e, ripeto, pertanto per le popolazioni di mezzo mondo) in presenza minacciosa di grovigli geopolitici quali quelli in essere e che numerosi si delineano? Gli occhi di questi due attempati signori (per chi li ha visti) vi sono sembrati capaci di scorgere un ordine nel caos che ci avvolge? Inadeguati oggi, figurarsi domani, man mano che le loro menti cederanno al tempo che passa.
Guardandoli e sentendoli, ho pensato a tutto tranne a qualcuno allenato ad anticipare il futuro (cioè saper dirigere), leggendo i segni del presente. Due veri analfabeti di quella scienza, la politica, necessaria ad affrontare i disastri arrecati all’umanità da crisi complesse come quella in corso. Due personaggi drammaticamente limitati; certamente incapaci a contrastare eventi tanto distruttivi come quelli in essere. E non è ancora scattata l’offensiva del Grande Cambiamento Climatico! Entrambi (e con questo dico definitivamente la mia) senza cultura speculare alla complessità del mondo attuale. Entrambi incapaci di comprendere il reale. Entrambi pericolosi, quindi. Entrambi me li immagino facile preda degli intelligenti e colti cinesi. Entrambi dei veri e propri “ritardati mentali” quasi fossero “altro” dal tessuto connettivo reale della società che dovrebbero guidare. Mi sono sembrati (loro e il loro staff quindi) delle vere seghe sul terreno – il trattamento delle informazioni – che più li dovrebbe connotare, grazie anche ai super mezzi economici che hanno a disposizione.
Un disastro pertanto o forse sono io che, assonnato, li ho letti con lo strabismo di un europeo-mediterraneo sempre più infelice della marginalità e ininfluenza di una delle ex culle della civiltà. Perché, con tristezza al limite della depressione senile, mi chiedo, oggi più di ieri, persistiamo, anche nella nostra bella Italia, in questa fragilità di analisi rispetto alla inadeguatezza di queste classi dirigenti?
La gente che attualmente popola gli USA, si merita altro. Gli stati euro-mediterranei si meritano altro. L’Umanità intera si merita altro. E invece, dopo ieri sera, i terrestri devono aver paura.
Oreste Grani/Leo Rugens