Siamo nelle mani di un faccendiere e di un “buon chirurgo”?

La rotta di Caporetto?

Proverò a favi una previsione su quando potrebbe finire il pericolo pandemico. 

Dovete fare il conto che dovranno passare 12/14 mesi da quando sarà già stato somministrato il vaccino ad un numero significativo di umani. E in misura ben distribuita sul globo. Badando alle alte concentrazioni urbane. 

Vuol dire, in soldoni, che se il vaccino sarà testato e dichiarato efficiente entro 6/8 mesi (saremo a maggio/giugno 2021), dovete aggiungere appunto 12/14 mesi + il tempo che ci vorrà per raggiungere la massa critica dei vaccinati. Non crediate che sarà uno scherzo organizzare e realizzare distribuzione e somministrazione. Oltre al banale quesito “chi paga?”. Direi altri 12 mesi. La data finale trovatela voi e se andrà tutto bene all’incirca, quasi, forse, intorno a quella data l’umanità e voi con essa, potreste essere salvi. Capite pertanto che tutto quello a cui state assistendo non non non doveva accadere. Bisognava prepararsi e non cascare più volte dal pero, sorpresi di quanto evolve. Ora, o si impara a convive con la malattia, con la diseguaglianza, con la feroce “lotta di classe” di nuovo tipo che si sta innescando e per gli anni necessari o si sogna ad occhi aperti.

Come suggeriva il mio amico della GlaxoSmithKline SPA Massimo Zuppini (lui non lo sa ma ormai lo considero una mia vecchia conoscenza tante volte, da quando è scoppiata la pandemia, ho pensato a lui e, unico nel web, l’ho nominato rendendogli omaggio) non si doveva ritenere un evento pandemico, già di sé raro, cosa ormai del passato in quanto tipico di un’epoca quando le conoscenze mediche e le disponibilità di risorse sanitarie erano ben inferiori a quelle attuali. Al contrario bisognava prepararsi perché gli Stati (scrivo dell’Italia e della vecchia Europa) sono oggi molto molto molto molto più vulnerabili rispetto ad un tempo per varie e tutte validissime ragioni, tra cui quel dato certo che nella prima fase pandemica ha messo in moto il meccanismo moltiplicatore (e fuorviante) del forte numero di persone anzi che li popolano. Anziani quindi e affetti (quasi tutti) da patologie croniche spesso mortali senza adeguate cure. Ma soprattutto (ma dove vivevate?) Stati connotati da elevata mobilità, anche internazionale. 

Per non parlare del boomerang (mi sento di doverlo dire) della crescente presenza in tutta Europa di ospedali “high-tech” che proprio per le loro caratteristiche si sono fatti sorprendere dall’infinitesimale nemico capace di mettere in scacco il personale. 

la controffensiva del Piave?

Zuppini ed io divergiamo su un punto non da poco: lui sosteneva, sin dal 2009, che proprio per contrastare questi fattori di criticità, il sistema sanitario già da tempo stava mettendo a punto una serie di misure che si sarebbero dovute adottare nel caso fosse insorta una pandemia come quella che ci sta travolgendo, ed io, viceversa, conoscendo i miei polli, ritenevo e ancora oggi ritengo che nulla si stesse predisponendo. Questo lo dico non con il senno di poi ma alla luce del disastro in essere. Non posso infatti immaginare che ci siano state simulazioni e forme evolute di addestramento a questa ipotesi. Questo perché se fosse vero che ci si preparava al grande attacco, potreste mai pensare che alla fine, sia pure per motivi abietti, uno ripiegava su Domenico Arcuri, cioè un faccendiere specializzatosi in Invitalia o su un chirurgo come Pierpaolo Sileri che avrei piacere di sapere se è vero o meno essere in realtà un buon (dicono che sia bravo) “cuciculo”? Ci volevano (ma esistono in Italia?) specialisti in complessità per organizzare il contrasto ad un virus che è capace di aumentare e diffondere progressivamente la sua pressione, prolungando nel tempo (spazio e tempo quindi in stretto rapporto, cose da Einstein più che per il Commissario Straordinario Arcuri) la trasmissione di se stesso. 

Questo post serve a confermare quindi tutto il mio disprezzo per chi, informato per tempo, non ha predisposto programmi complessi vitali per la salute pubblica affidandoli, come si sarebbe dovuto fare, a professionisti dotati di competenze specifiche. 

Dobbiamo prendere atto invece che alcuni pilastri del nostro “stato maggiore” (questo sembrano essere Arcuri e Sileri) sono uno un faccendiere di Stato e l’altro un “chirurgo dell’apparato digerente”. Un po’ poco per risultare capaci di salvare la Repubblica nella sua ora più drammatica.

Confermo il mio disprezzo e ribadisco il mio invito ad organizzarvi per saper resistere un’ora più del nemico (quello interno e quello esterno) perché prima di 24/30 mesi, da oggi, non comincerà a mollere la presa.  

Oreste Grani/Leo Rugens in versione ottimistica