Il business di “Giochi Preziosi” porta lontano. Certamente non in paradiso

Giochi Preziosi? Senza togliere nulla alla “preziosissima” fase investigativa (molto molto molto importante quanto si palesa e non solo per il Vaticano) vedi articolo in calce, questo marginale blog era entrato in allarme quando le cronache giudiziarie avevano segnalato la presenza di quel marchio “per bambini” dalle parti di San Pietro. Era il 6 giugno del 2020 ed oggi vi riproponiamo il post in quella occasione messo in rete. In realtà anche quello odierno è un semplice “cartellino” di aggiornamento del “fascicolo” perché così ci hanno insegnato che si deve fare. Eravamo entrati in allarme ricordando quando avevamo, ancora più indietro nel tempo, lasciato scritto del “criminale” (si può dire di un criminale che è un criminale?) Preziosi e dei suoi “spregiudicati giochi”. E questo lo avevamo fatto ricordandoci non solo di chi fosse l’avellinese ma come la sua vita imprenditoriale e professionale fosse una cosa sola con putrescenti grovigli bituminosi finanziari che, con un po’ di maggiore sensibilità, potevano, da anni, insospettire. Almeno, insospettire. Comunque meglio tardi che mai. Come si dice. Comunque occhi e orecchi aperti. Anche in tempo di drammatica strage pandemica. 

Oreste Grani/Leo Rugens

P.S.

E voi a star dietro (e a regolarne il traffico e i traffici), a questi ambientini di educande ci avete messo uno come Vincenzo Spadafora? E qui che sorge il dubbio: Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, quando hanno selezionato la compagine governativa, ci facevano o c’erano? 

Sapete come si dice a Roma: ma tu c’è fai o c’è sei? E non è una bella domanda. Solitamente, tra gente violenta, precede un cazzotto in faccia.


MA COSA C’ENTRA LA CHIESA DI ROMA CON L’AVELLINESE ENRICO PREZIOSI?

Mentre Papa Francesco, che non piace ad alcuni, era impegnato a fare il possibile per ridare autorevolezza alla Chiesa di Roma, tale Gianluigi Torzi pensava a delinquere, accreditandosi sotto l’egida dello Stato Vaticano, ordendo truffe e inganni vari in quel di Londra. Parlo degli immobili e delle operazioni spregiudicate che intorno ad essi sembrano aver preso vita. Lo faceva – evidentemente – ingozzandosi tanto da assumere l’aspetto di un avido maialino. Questo documentano le foto che circolano. Nelle stesse giornate, con finalità similari (ognuno Santo Padre ha i suoi guai) il solito Sergio De Gregorio (questo è stato e sarà sempre Silvio Berlusconi, politico e imprenditore che lo finanziò per cambiare la scena parlamentare), si organizzava per estorcere denaro a poveri imprenditori presi di mira. Quello che assimila i due (oltre che l’attrazione per l’illecito), al mio sguardo vecchio e stanco, è l’aspetto suino. Tutto qui. Altro non saprei aggiungere allo scarno e amaro post odierno.

O forse quattro parole vanno ancora spese.

Papa Bergoglio, coadiuvato da valenti legali quali Alessandro Diddi e Gian Piero Milano, si batte come può per fermare il saccheggio e le “messe in mezzo” della Chiesa ma, evidentemente, ci sono altri (e temo siano in troppi) che continuano a fare delle offerte dei credenti, un uso criminale. Come definire diversamente se non attività autolesionistica e scientemente folle il fare società con uno come Enrico Preziosi? Se lo sa il marginale e ininfluente Orestino Granetto, alias Leo Rugens (o viceversa?) chi sia in realtà Preziosi, mi dite perché ancora si deve apprendere che qualcuno riesce, sentendosi la coscienza a posto, a fare “merenda” (ripeto con i soldi che andrebbero utilizzati per lenire le sofferenze della povera gente) indirizzando milioni su “conti preziosi”? Dove forse “spariscono” se vi attenete al labirinto di scatole societarie (anche cinesi di Hong Kong) che ho segnalato in tempi non sospetti. E che oggi ripropongo utilizzando un brano di un vecchio post dedicato alla “Fogna Calcio” e in particolare alle gesta di Enrico Preziosi.

Quella “fogna sportiva” trattata in guanti bianchi e mascherina dal Governo Conte incarnato da un vecchio ammiratore (Vincenzo Spadafora) di Angelo Balducci a sua volta uomo di fede e ben visto in alcuni ambienti vaticani. Uomo di fede nel potere del sesso e del denaro. La fogna diabolica è sempre la stessa (decine di anni che i nomi, tranne i morti, sono sempre quelli) e dobbiamo prendere atto che nessuno è in grado di spurgarla.

Oreste Grani/Leo Rugens

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Ora andiamo ad un altro lato della figura geometrica complessa leonardesca (Leonardo geniale preveggente a loro pensava quando prendeva in mano la matita) e fermiamoci su quello intitolato ad Enrico Preziosi. Altra scorpacciata di informazioni “preziose” e in particolare quella che, anche nel caso della biografia fortunata di Preziosi, compare la mitica Standa.

Quella e di quegli anni. Per il resto un labirinto di scatole finanziarie e mille e mille sali e scendi che metà bastano. Così il continuo stare in rapporto con la giustizia, sia quella ordinaria che quella sportiva.

Enrico Preziosi  è un imprenditore e dirigente sportivo italiano, fondatore e maggior azionista di Giochi Preziosi.

È il presidente e proprietario della squadra di calcio italiano Genoa Cricket and Football Club. In passato ha ricoperto le cariche omologhe nel Saronno, nel Como ed è stato azionista di minoranza di altre squadre di calcio.

Preziosi nasce ad Avellino il 18 febbraio 1948, terzo di tre figli. Sua madre era maestra e il padre orefice. A 16 anni scappa di casa e va in Calabria a lavorare per una ditta che posiziona guardrail in autostrada. Nel1965 si trasferisce a Milano, lavora prima alla Perfetti poi alla Philips come venditore di elettrodomestici. Nel1977 si mette in proprio e comincia l’attività di grossista di giocattoli, rivenduti agli ambulanti, ma questa sua prima esperienza da imprenditore non funziona. A 30 anni, nel garage di casa, a Baruccana di Seveso, fonda la Giochi Preziosi, e, da qui, parte la sua avventura di imprenditore di successo. Si dice di lui che nutra un’ammirazione sconfinata per Silvio Berlusconi. Quello della  Standa, per intendersi. Infatti, nel 1990, si mise in società con il Cavaliere, che comprò, tramite Standa, una fetta dei negozi Giocheria, un’altra invenzione di Preziosi.

Oltre all’impegno nella finanza e nello sport, è stato interessato (uomo di profonda cultura), tramite la società Rep, nella gestione del Teatro Alberti di Desenzano del Garda.

Torniamo alla cose serie.

La Enrico Preziosi srl è la società personale che agisce nella Fingiochi spa, holding di famiglia che controlla la Preziosi Group, colosso multinazionale. Alcune tra le maggiori aziende e marchi del gruppo sono:

  • Giochi Preziosi
  • Giochi Preziosi Hong Kong
  • Auguri Preziosi / Auguri Mondadori
  • Easy Shoes & Wear
  • Giordani
  • Giocoplast
  • Giocoplast Natale
  • Preziosi Toys
  • GIG
  • Grani & Partners spa (nulla a che vedere, per loro fortuna, con il sottoscritto)
  • Grani & Partners Hong Kong                      “
  • Grani & Partners China                              “
  • Grazzini
  • Harbert
  • Preziosi Food
  • Mitica Food
  • Migliorati
  • Ceppi Ratti
  • Sip Toys
  • Preziosi Collection
  • GP Publishing
  • GP Vending
  • GP Promo
  • GP Partwork
  • GP Kiddie Rides
  • Dolci Preziosi
  • Dolci Preziosi Ibérica
  • Salati Preziosi
  • Betty Flowers
  • Toys Center
  • Giocheria
  • Amico GIO’

Enrico Preziosi è proprietario pertanto della Gruppo Giochi Preziosi (ovvero Preziosi Group) holding che detiene la proprietà della Giochi Preziosi S.p.A., l’azienda leader del mercato italiano nel settore dei giocattoli fondata nel 1978 da Henry Lawi. Giochi Preziosi è la seconda azienda europea del settore dopoLego (!!!!!!) e quarta a livello mondiale dopo Mattel e Hasbro. Avete letto bene? Il gruppo Giochi Preziosi comprende numerosissime aziende e marchi in continua espansione.

Inizia come detto come distributore di giochi, ma la rivoluzione avviene a cavallo tra gli anni ottanta e novanta. Guardate le date. Con Berlusconi, fin da quegli anni, resta il legame affettivo, rinsaldato dagli oltre 35 milioni di euro (70 miliardi di lire) che Preziosi investe annualmente in pubblicità sulle tv Mediaset quando mette in atto una massiccia campagna pubblicitaria a livello nazionale e sulle televisioni private e locali. Girano tanti soldi in un vero vortice che per seguirlo non basterebbe l’intero organico della GdF.Distribuisce i marchi Sega e Bandai, ma la svolta decisiva avviene nel 1996–1998 quando a fronte di importanti e massicci investimenti in ricerca e sviluppo, ed in seguito ad accordi e consolidamento della produzione ed importazione diretta dalla Cina, acquisisce la fiorentina GiG con cui collaborava dal 1994 (che date!!!!!!), ed assorbe ogni altro concorrente e produttore italiano.

Nel 2000 inizia la penetrazione nei mercati europei a partire da quelli britannici acquisendo la principale public company inglese di giochi e gadget come pure una nuova linea back to school acquisendo con laAuguri Preziosi lo storico brand di cartoleria Auguri Mondadori. Che intrecci che cifre da capogiro, immagino costi tutto questo.

Nel 2001 comincia la diversificazione con prodotti alimentari, calzature, una linea di moda per teenager(laFashion Teen) e prodotti per le decorazioni, specialmente natalizie con la Giocoplast Natale. Nel 2002in brevissimo periodo penetra e conquista il mercato dei gadgets acquisendo alcune compagnie già operanti nel settore. Nel 2003 consolida la sua presenza nel mercato degli alimentari producendo un’ampia gamma di snacks e merendine sia dolci che salate ed infine acquisendo la Mitica Foods, che diventaSalati Preziosi.

In seguito consolida la propria posizione ottenendo l’esclusività ed accordi speciali a vario titolo con ad esempio

  • Panini
  • Parmalat
  • IP
  • De Agostini
  • Amici
  • Marvel Comics
  • Aia
  • Autogrill
  • Danone
  • Kellogg’s Italia
  • McDonald’s
  • Moby Lines
  • Nestlé
  • Original Marines
  • Paluani
  • Saiwa
  • Stonefly
  • Wal-Cor
  • Yoga

per fare solo alcuni dei nomi più noti, agendo in special modo attraverso la Grani & Partners. Ripeto, per loro salvezza e garanzia, niente a che vedere.

Poi entra nel mercato della puericultura acquisendo il grande marchio Giordani. Oltre a queste attività, possiede una catena di grandi magazzini (Toys Center) per la distribuzione al dettaglio dei giochi ed annessi, che conta oltre 100 centri in tutta Italia.

Nel 2004 il Preziosi group ha registrato un turnover di 590 milioni di euro con Ebitda di 70 milioni di euro, ed un profitto netto di oltre 15 milioni di euro. Nell’anno fiscale terminato al 30 giugno 2009 l’azienda raggiunge gli 865,3 milioni di euro (+12% rispetto all’anno precedente) con Ebitda di 100,2 milioni di euro (+6,1%). Nel 2010 supera i 939,9 milioni di euro. A dire il vero pensavo che fosse più ricco di Berlusconi e invece e molto molto molto più povero. Povero Preziosi! E poveri i Grani. Quelli.

Nel mondo del calcio entra nel 1993. Quando si invecchia come me non si pensa ad altro che al tempo per cui ricordandomi quegli anni penso ad alcuni miei compatrioti (si fa per dire) che sono obbligati (in qualche modo bisogna campare) a fare le stragi mafiose e chi si dedica al calcio e il Mondo è bello perché è vario e mentre uno vive una vita disperata un altro si diverte (ma che deve fare un fabbricante di giocattoli se non giocare?) con il Saronno: dalla Serie D alla C1, una cavalcata storica per il piccolo club, fino a quando arrivò ad accarezzare il sogno della Serie B, naufragato sul più bello, nella decisiva partita col Carpi; il presidente decide a questo punto di puntare più in alto lasciando la squadra ad una nuova proprietà. La società senza la sua forza finanziaria si ritrovò però ben presto in crisi e dopo alcuni anni, dopo un rapido crollo in verticale e una retrocessione in C2, scomparve con un fallimento dei nuovi imprenditori subentrati al suo posto. Non ci posso credere! E invece, ci dobbiamo credere.

Dicevo che punta più in alto.

Acquistato nel 1997 il Como in C1, Preziosi condusse i lariani fino alla Serie A, ma ambiva a piazze più blasonate, tanto che il suo nome è stato legato a tentativi di acquisto del Torino, del Napoli, dellaSampdoria. Nel 2003 cede il Como ad Aleardo Dall’Oglio con un accordo che contemplava l’opzione di riscatto della società a favore di Enrico Preziosi. Però Preziosi, con le mani già sul Genoa, decide di non voler più puntare sulla società lariana e non esercita l’opzione di riscatto. Lasciato al suo destino, in mano ad imprenditori poco solidi, senza la forza finanziaria del suo ex patron, di lì a poco, come era accaduto al Saronno, il Como va in fallimento. Ma non ci posso credere! E invece ci dobbiamo credere. Viene in seguito emessa un’ordinanza di custodia cautelare contro Preziosi, agli arresti domiciliari per bancarotta fraudolenta e falso in bilancio.

In questo periodo, dal 2001 al 2003, è socio con il 20% della Carrarese, militante in Serie C1. È sempre bene, comincio a capire, avere più squadre. Come tutti i protagonisti di quella riunione strategica a Taormina nell’albergo di Pulvirenti. Più squadre come poi vedremo sarà per Claudio Lotito che oltre la Lazio (la cui tifoseria ancora in questi giorni è andata caccia di scontri con lo Stato in divisa a prescindere dalle dichiarazioni buoniste di Arturo Diaconale) controlla la Salernitana. Più tavoli è il segreto di queste oneste e appassionate amministrazioni. Manca solo che un giorno scopriamo che Roma e Lazio hanno lo stesso padrone, così come Torino e Juve, o Genoa e Sampdoria.

Nel luglio 2003 Preziosi acquista il Genoa, appena retrocesso in Serie C1, puntando ad una ricostruzione che portasse ad un rilancio a brevissimo termine. Inaspettatamente, però, la società genovese in agosto veniva ripescata in serie B a causa di uno stravolgimento giudiziario innescato dal Catania che, a forza di sentenze e ricorsi, aveva costretto la riorganizzazione del campionato di Serie B bloccando le retrocessioni. Ma non ci posso credere che esista un rizoma segreto di interessi che lega il Catania al Genoa: Non ci voglio ancora credere che Pulvirenti e Preziosi si conoscano e non superficialmente.

Dopo una stagione (2003-04) di transizione, il Genoa si classifica al 1º posto nel campionato cadetto 2004-05.

La promozione in Serie A si trasforma in poche settimane in una retrocessione a tavolino in Serie C1, causata dal caso sorto intorno alla partita Genoa-Venezia, giocata all’ultima giornata del campionato di Serie B. Il Genoa dovrà anche scontare 3 punti di penalizzazione nel campionato successivo. Quando muore qualcuno, dentro e fuori gli stadi, provate a ricordare che, ormai, nel calcio, il più pulito ha la rogna. Con rispetto ai rognosi che spesso non hanno casa dove dormire.

Nell’estate 2005 Preziosi si trova costretto a rivoluzionare tutta la rosa costruita per la massima serie, in quanto i giocatori e l’allenatore non erano disposti a scendere in C1 (fra gli altri gli argentini Lavezzi e Diego Milito, il nazionale olandese Ooijer, il nazionale serbo Marković, il nazionale italiano Abbiati e l’allenatoreGuidolin). In pochi giorni viene allestita una squadra competitiva per la Serie C1 la quale, al termine della stagione 2005-06, conquista la promozione in Serie B grazie al secondo posto nel girone A della C1 e alla successiva affermazione nei play-off. La stagione era in realtà iniziata non bene, con la sconfitta 0-3 a tavolino alla prima giornata di campionato contro il Ravenna (gara vinta 3-1 sul campo) per aver schierato il giocatore Antonio Ghomsi, che doveva invece scontare una giornata di squalifica. L’episodio aveva innescato un nuovo caso giudiziario, sommatosi a quello dell’illecito, per il quale a torneo in corso il Genoa veniva penalizzato di ulteriori 3 punti per aver fatto ricorso alla giustizia ordinaria. Tuttavia tale ulteriore sanzione (che aveva portato a -6 la penalizzazione complessiva) veniva successivamente revocata, consentendo al Genoa di scontare solo il -3 dovuto alla sentenza estiva.

Nel 2006-07 il presidente (che per l’illecito ha scontato un’inibizione fino al 2010) attrezza con grossi investimenti la squadra rossoblu promettendo il salto nella categoria superiore, richiesta a gran voce dai suoi tifosi che l’avevano già assaporata sul campo l’anno precedente.

Nel 2007 Preziosi dopo aver investito a livello giovanile e con l’acquisto di ragazzi molto promettenti ottiene con la formazione primavera la vittoria, dopo ben 42 anni, nel prestigioso Torneo di Viareggio, sconfiggendo in finale la Roma 2-1. La vittoria dei giovani di Preziosi coincide con la seconda partecipazione al torneo sotto la sua gestione, quando nella prima occasione aveva centrato il secondo posto in finale contro la Juventus. La prima squadra, affidata a Gian Piero Gasperini, centra la promozione in serie A al primo tentativo, chiudendo il torneo cadetto al 3º posto dietro Juventus e Napoli (col quale festeggia la promozione nello scontro diretto dell’ultima giornata) ed evitando i playoff grazie ai 10 punti di vantaggio sulla quarta in classifica. I rossoblu tornano nella massima serie dopo 12 anni, risalendo in soli due anni dalla serie C1.

La stagione seguente, nella massima serie, ottiene un più che soddisfacente decimo posto in serie A, anche grazie all’esplosione di Marco Borriello, autore di 19 reti.

Nel 2009, la seconda stagione di serie A, dopo una sorprendente rincorsa ai primissimi posti della classifica, la sua squadra termina al quinto posto e conquista la partecipazione alla Europa League.

In questi anni, acquisendo in prima persona il cartellino di molti calciatori in erba da tutto il mondo, e rivendendoli spesso a top team a prezzi molto maggiorati, si conferma come uno dei maggiori talent scoutdi tutto il panorama calcistico italiano; il 7 aprile 2010, confessa ai microfoni di Sky Sport 24, di aver scovatoetrattato l’acquisto del giovanissimo Lionel Messi, il quale aveva fatto quattro reti all’Arsenal, e che dopo un provino al Como fu scartato su consiglio dello staff tecnico che lo ritenne gracile. Il Genoa ottiene il sesto posto in Serie A nella stagione 2014-2015.

Il 31 luglio 2018 viene reso noto che il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha convinto il sindaco diBari, Antonio Decaro, superando con la sua SSC Bari le altre dieci proposte, tra cui quella di Preziosi con la Costituenda, per la rinascita del Bari dopo il fallimento.

Il 9 agosto 2018 Preziosi presenta una manifestazione di interesse per rilanciare l’Avellino, costretto a ripartire dai dilettanti, insieme ad un imprenditore irpino, ma ad esso viene preferita dal sindaco Ciampi la proposta di Gianandrea De Cesare, già proprietario della Scandone Avellino.

A seguito del fallimento del club lariano, viene emessa un’ordinanza di custodia cautelare contro Preziosi, agli arresti domiciliari per bancarotta fraudolenta e falso in bilancio. Il provvedimento (motivato in oltre centodieci pagine) venne richiesto dal sostituto procuratore Vittorio Nessi, che indagava da tempo sulla vicenda della bancarotta che ha fatto seguito al fallimento del Calcio Como.

Il presidente era stato iscritto sul registro degli indagati della Procura di Como con l’ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta per una cifra intorno ai 16 milioni di euro relativa al Calcio Como 1907 SpA. Secondo l’accusa con le cessioni di giocatori importanti avrebbe depauperato il patrimonio del club lariano, causando di fatto danni ingenti all’erario ed a tutti i creditori del Como. Capite bene cosa fanno?

Cessioni che, fra l’altro, non sarebbero state messe a bilancio fra i ricavi, facendo scattare l’ipotesi di reato di bancarotta per distrazione. Provate a farlo voi e vediamo se state sempre fuori senza che vi manchino letteralmente i soldi per il pane e le medicine? Loro rimangono sempre fuori e con i soldi per continuare a fare il male. Con la complicità ragionata di una certa politica come leggete a seguire.

Il 3 ottobre 2008, avvalendosi della facoltà concessa dal “pacchetto sicurezza” del ministro della giustiziaAngelino Alfano, che consente di concordare la pena in qualunque momento prima della sentenza di primo grado, ha patteggiato davanti al tribunale di Como una condanna di 23 mesi di reclusione (pena indultata) per il reato di bancarotta fraudolenta riguardante il fallimento del Como.

Il 14 luglio 2009 viene scagionato con assoluzione con formula piena per il doping amministrativo dal tribunale di Genova. E quindi abbiamo scherzato con i costi di queste incaute indagini tutte a vostro carico.

L’11 giugno 2007, la Commissione disciplinare della Lega Calcio gli commina cinque anni di inibizione con proposta di radiazione al Presidente federale, oltre ad un’ammenda di 150.000 euro inflitta al Genoa per responsabilità oggettiva di vicende legate alla gestione economica della sua ex società Como negli anni2003 e 2004. In particolare la vicenda che gli era stata imputata erano stati i fatti relativi al trasferimento del giocatore Gregori dal Como al Genoa a titolo gratuito e la sua successiva cessione per 250 000 euro dopo un anno, dal Genoa ad altra squadra, a detta del giudice azione compiuta per voler volontariamente impoverire il patrimonio sportivo del Como Calcio (secondo la FIGC da qui scaturisce la sua pericolosità sportiva meritevole di radiazione) poiché apparentemente numerosi giocatori del Como passarono a prezzo decurtato al Genoa. Provate, lo ripeto, a farlo voi fuori dal calcio e buttano la chiave.

Dopo aver confidato alla stampa di aver condotto in prima persona la trattativa per trasferire Diego Militoe Thiago Motta dal Genoa all’Inter, l’8 giugno 2010 viene deferito dal Procuratore Federale dellaFIGC Stefano Palazzi per sei mesi più 90.000 euro di ammenda alla società, in quanto Preziosi in quel momento era ancora inibito ad operare nel calciomercato, per fatti risalenti al 2003-2004

Nel processo penale in riferimento al caso Genoa dell’estate 2005 Preziosi (insieme ad altre persone, tra cui il figlio Matteo) entrò nel registro degli indagati, accusato di associazione a delinquere e frode sportiva. Nel 2006 venne scagionato dalla prima accusa (associazione a delinquere) ma, il 2 marzo 2007, venne condannato a 4 mesi di reclusione per il reato di frode sportiva, in merito alla partitaGenoa–Veneziadell’11 giugno 2005 (ultima giornata del Campionato di Serie B 2004-2005) e la condanna fu confermata nel Processo d’appello, il 27 novembre 2008.

A seguito dell’annullamento della sentenza di condanna disposto dalla Corte di Cassazione il 25 febbraio2010, il caso è rinviato ad altra sezione della Corte d’appello di Genova che, in data 15 febbraio2011, ripristina la condanna per Preziosi.

In riferimento ai fatti di Genoa-Siena 1-4 del 2011/12 (pressioni da parte dei tifosi allo stadio con i giocatori che si dovettero togliere la maglia), il 6 ottobre 2012 la Procura federale ha chiesto 300 mila euro di ammenda per il Genoa, 100 mila per il presidente Preziosi, 30 mila per i giocatori del Genoa e 3 mesi di squalifica per Giuseppe Sculli accusato di non aver detto il vero alla Procura sui suoi rapporti con la tifoseria genoana (fu l’unico a non togliersi la maglia).

Nel febbraio 2013 Preziosi, assieme a Alessandro Zarbano, è indagato per il mancato versamento dell’Iva relativo all’esercizio 2011 per una somma non corrisposta al fisco di circa 8 milioni di euro. Iscritta sul registro degli indagati dalla procura di Genova anche lo stesso Genoa. Il 19 luglio seguente in primo grado viene condannato a 1 anno e 6 mesi di reclusione.

Il 13 ottobre 2015 viene accusato di doping finanziario dalla procura di Milano per aver aggiustato il bilancio del Genoa per evitare il rischio di non poter iscrivere la squadra in Serie A e tutto ciò grazie a 15 milioni di euro provenienti da società svizzere riconducibili a Infront e Tax and Finance. Come quando voi siete in difficoltà con il mutuo, cosa fate? Prendete i vostri risparmiucci in Svizzera e aggiustate tutto

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