L’on. Piera Aiello prende posizione sul tema delicatissimo delle carceri e su nuove indiscriminate scarcerazioni

Fuori (non sempre) un metro di distanziamento sociale, mascherine (non sempre), igiene adeguata (non sempre). Nelle carceri fino a 5/6 in una cella, mascherine (quasi mai), lavaggi frequenti (raramente). Questo sostengono i parenti dei detenuti che cominciano (erano i contenuti dei cartelli che ho visto mostrare in recentissime manifestazioni) a chiedere indulti/amnistie per far uscire i congiunti “a rischio”. Non sta a me entrare nel merito dei provvedimenti urgenti che si dovranno prendere. Dico solo che quei ruba pane a tradimento che si sarebbero dovuti interessare di questa fase “due” (prevedibile e prevista) non hanno fatto sostanzialmente nulla per anticipare la problematica. 

Ci si prepara ad altri passi irrazionali, irresponsabili e tremebondi E su questa ignavia incivile e colpevole un giorno, per il Dio dei credenti, si dovranno fare i conti. 

E con quella durezza che l’indifferenza colpevole si merita. 

Quando (cioè oltre 10 anni addietro come ho più volte dimostrato in questo marginale e ininfluente blog con numerosi post mai smentiti nel merito da nessuno e tanto meno da mister Massimo Zuppini dirigente della GSK) si è delineata la complessità di una tale vicenda sanitaria e i contraccolpi che ci sarebbero stati inevitabilmente in caso di una vera e propria pandemia, era doveroso andare con il pensiero a cosa sarebbe accaduto anche nelle carceri. Ma così nelle caserme o altre comunità di convivenza. Perché, sentite a me, arrivano segnali di trascuratezze vergognose con cui qualcuno, distratto, consente che venga trattato il personale anche delle forze dell’ordine. 

Su un tema delicatissimo  come quello a cui ho accennato interviene da par suo Piera Aiello e lancia un monito su quanto a breve potrebbe avvenire. 

Leo Rugens può fare solo ciò che fa cioè provare ad amplificare la posizione dell’On. Aiello. 

Oreste Grani/Leo Rugens