Le imminenti elezioni in Calabria e il loro farsi “Piave”

Quello che potrebbe accadere è che Matteo Renzi, quello che ho contrastato con decine di post a che non si impadronisse, in complicità con alcuni, dell’anima profonda del Paese o di ciò che ne avanza, cioè i servizi segreti, è che abbia ragione. Il perché l’ex boy scout toscanello dica le cose che dice di Giuseppe Conte e di Rocco Casalino chiusi in uno stanzino (che fa anche rima) e dei modi in cui ex avvocato del Popolo (tutti ad un certo punto dimenticano se stessi e da dove vengono) tratta la Costituzione Repubblicana è altro e, paradossalmente, cosa minore. 

La verità è che, senza volere, Renzi denuncia una condizione di pericolo in cui ci si prepara a lasciare nelle mani di un’oligarchia partitocratica (o delle bande in cui sono ormai organizzati i partiti) quanto normalmente detengono i dittatori e i loro sgherri/servi. So che Renzi alza la voce e minaccia solo perché il timone non è nelle sue mani o di Elena Boschi, ma quel che dice corrisponde al vero. 

Se lascerete il potere assoluto nelle mani di questo gruppo di oligarchi che da troppi anni vi trattano come bambini “da tutelare” (loro che sarebbero da inserire in programmi di recupero per persone “confuse” se ne esistessero di autorevoli), consentirete di tirare quello che tecnicamente si chiama il colpo di grazia alla nostra già piegata Italia. 

O, più semplicemente, e forse in modo più veritiero, alla Repubblica. Ad una Repubblica che ormai anche un ipovedente vedrebbe pleonasticamente essere detta democratica che vuol dire, fino a prova contraria, governo del popolo ma che di democratico non ha ormai nulla. 

Quello che ci governa è un governo di popolo? Le elezioni si svolgono democraticamente su liste espressioni dal basso dei migliori cittadini pronti al servizio? 

Vota la metà degli aventi diritto e il 50% di chi si reca a votare lo fa guidato/condizionato da forme perverse ed evolute di voto di scambio. 

Anche in accordo con le mafie. Al Sud, al Nord, nella Capitale. In Italia vivete in una Repubblica democratica o in una dittatura formalmente senza volto e senza il nome del dittatore contro cui eventualmente inveire, lottare, cercarne la morte? 

Se si dice di sì alla tranquillizzante ipotesi che siamo ancora liberi, vuol dire che l’ipocrisia è ormai la maschera grottesca di quello che avanza delle istituzioni per cui i nostri padri hanno lottato. Il sogno post dittatura e guerra fratricida, lo sappiamo, è naufragato nella degenerazione partitocratica e il M5S (intendo gli usurpatori che se ne sono impadroniti) che era nato prima e aveva ricevuto poi 11 milioni di voti per non arrivare a questo bivio drammatico, è il massimo responsabile di quanto state per subire. Il pensiero politico e amministrativo sviluppatosi a cura di Luigi Di Maio, Vito Crimi, Vincenzo Spadafora, Angelo Tofalo, Roberto Fico ha prima pompierato la giusta richiesta di epurazioni e di cambiamento strategico culturale della politica e poi, da dentro, ha creato le condizioni perché si arrivasse ad avere solo organi di facciata.

Se da ieri/oggi c’è ancora un imbecille che osi affermare che le istituzioni (a cominciare dal Parlamento e dai suoi membri) sono in realtà gli organi dirigenti della comunità nazionale si faccia avanti per farsi guardare in faccia. Al fine lo diciamo senza pudore per verificarne i tratti da imbecille o da imbroglione. Chi dirige realmente la Nazione nel modo che a tutti, ogni tanto, è dato di vedere ma solo nelle aule di tribunale quando qualche magistrato decide di andare fino in fondo, sono quelli che le logge massoniche (o le consorterie paramassoniche alla Diplomatia/Club Canova/altri) delegano a tal fine. In Italia comandano le logge dei massomafiosi cioè organismi semisegreti che mi risultano essere all’infuori di ogni legge (che non sia la violenza che le regola per il loro arricchimento) che ne regoli il funzionamento. In Italia comandano le logge massomafiose cioè organismi  autarchici e privati che sono riusciti ad usurpare i poteri costituzionali confiscando, e questo è il vero paradosso violento e sanguinario, i vantaggi (il denaro è ormai nelle loro mani e dei loro Commissari Straordinari) e le prerogative degli organismi previsti dalla Costituzione. Controllano l’illecito tramite la criminalità “mandata al fronte” e il lecito che proviene dalla tasse dei cittadini. Quelli che possono/vogliono pagare e quelli a cui gli oligarchi prelevano forzosamente il balzello di turno.

Sono i massomafiosi a organizzare le elezioni facendo girare miliardi a che vadano come devono andare utilizzando media di ogni genere e forma. Media che hanno provveduto a comprarsi o a ricattare o a dirigere con loro accoliti. Si sono comprati i media con il denaro illecito o pubblico ma controllato/erogato sempre da loro. Media sopravvissuti liberi (ci metto tutti fino all’ultimo blog) che i massomafiosi ricattano o cercano di intimidire fino all’uso dei “servizi” che, viceversa, dovrebbero avere altro da fare. 

Per funzionare con queste modalità (mi scuso ma non ho strumenti culturali sufficienti per perfezionare l’analisi), la dittatura massonicomafiosa necessita di disciplina coatta dei “partiti/bande/logge/associazioni” che ormai (e questa potrebbe essere la variante non prevista dai loro ragionieri/geometri/architetti) non riesce ad avere all’altezza della complessità che si è generata a seguito del Cigno Nero COVID 19. Questo perché (sto per scrivere un paradosso di cui mi vergogno un po’) l’oligarchia massonicomafiosa invita alla corruzione, ma nel farlo spinge alla disgregazione. Contiene cioè (è questa la mia disperata speranza) in sé i germi del suo disfacimento. Le aggregazioni massonicomafiose invitano/favoriscono la corruzione e all’impoverimento della Nazione perché in realtà sono a loro volta dominate dalla legge dell’arraffa arraffa (a questo state assistendo in presenza della carotona dei 200 miliardozzi e degli ultimatum incrociati!).  Le consorterie massonico-mafiose, avide e, tattiche, si sono volute impadronire anche di ciò che era un tempo peculiare dei partiti e dei luoghi di riflessione ma risultando alla fine solo ed esclusivamente pedane/tappeti elastici per arrivare a gestire qualunque forma di potere.

I gangster hanno lavorato per edificare luoghi di servilismo, conformismo, apatia e ora potrebbero trovarsi ad aver esagerato. Immaginate cosa tra poche ore dovranno inventare in Calabria (si vota il 14 febbraio 2021) e agli occhi di milioni di altri attenti italiani, per giustificare candidature, alleanze, rimozioni di plateali legami malavitosi al fine di non consentire a cittadini onesti di provare ad organizzare a loro volta la rivolta civile, politica etico-morale che quella parte sana della Nazione si merita. Anzi divenendo esempio da imitare. Questo temono e questo combatteranno con ogni mezzo. Siamo al bivio come devo aver detto ad un certo punto di questo sentito e sofferto post. Vediamo di non astenerci dalla lotta e dal dovere dell’azione.

La linea del Piave, a forza di scendere, questa volta potremmo metaforicamente ritrovarla sul parallelo della Sila, dell’Aspromonte, di Villa San Giovanni. Dopo c’è lo Stretto che unisce alla Sicilia. Ma questo, come vedremo, è un altro discorso. Per ora che le elezioni “regionali” in Calabria, dopo le troppe Caporetto, siano il Piave di chi ancora ama l’Italia.  

Oreste Grani/Leo Rugens