È bona lavata sta trippa?

Lo stress pandemico e i riti funebri stanno mostrando i limiti della società dello spettacolo e dei suoi pagliacci. Campioni del Mondo e non come nell’82 a Madrid. Siamo i primi dell’intero pianeta per il rapporto tragico tra morti ed abitanti.
Ma come fanno a lavarsi la faccia questi saccenti pezzi di merda (mi riferisco a chi è preposto a dirigerci in questo frangente drammatico) che vorrebbero farci credere che “siamo i migliori” e che va tutto bene, soprattutto dopo che sono riusciti, tra le altre idiozie, a mandarci a votare il 20/21 settembre u.s. generando una lievitazione dei contagi ancora non a caso fuori controllo?
Perché, sentite a me, non solo discoteche estive e “evviva è finita la pandemia, tutti al mare” ma le elezioni settembrine hanno rinvigorito la circolazione del COVID 19. Elezioni pericolosamente intempestive e certamente complici del dilagare del contagio (ma non ne sento parlare) che vorrebbero ripetere in Calabria il 14 febbraio p.v.. Cioè, con i tempi pandemici ormai certi, fra 15/20 minuti. Fermiamoli e dedichiamoci piuttosto per un buon lasso di tempo ai tanti mascalzoni (ce ne sono troppi di indaffarati ad arraffare soldi mentre voi siete impegnati a non morire) che ritengano che siamo fessi fino all’inverosimile. Un po’ fessi lo siamo stati ma potremmo finalmente aver deciso di cambiare atteggiamento.
A cominciare dalla Calabria che non merita di fare, con questa follia delle elezioni “urgentissime” da svolgere in piena pandemia, ancora una volta la Cenerentola del Paese, se non dell’Europa.
Niente elezioni rapidement et rapidement, in fretta in fretta, attucciate, ricordando il detto calabrese che quando si fanno le cose in fretta solitamente il risultato è negativo. Anche a detta di Giufà (quello calabrese) quando saggiamente e sospettosamente chiede: “È bona lavata sta trippa?“.
Se vi volete comunque sfiziare non sottovalutate la maschera mediterranea di origine araba che è conosciuta proprio sotto il nome di Giufà, lu prutagonista di cunta pupulari siciliani di urìggini àrabba. Tanticchia babbu, ni cummina di tutti li culura, ma quasi sempri ci finisci bona, senza chi si nni renni cuntu. Di caràttiri sèmplici, ingenû, vivi ogni jornu comu c’ammatti, pigghiannu la jurnata comu veni.
Lu stissu pirsunaggiu cu li stessi storî, si trova nta àutri tradizzioni pupulari dî paisi dû meditirraniu. Si chiama Djeha in Algeria e n Maroccu, Goha n Eggittu, Nasreddin Hodja n Turchìa, uguali n Calabbria, Giaffah n Sardigna, Ġaħan (Giahan) a Malta…. e ancora Giucca n Tuscana, Giucà n’Albanìa, Turlulè n Trentinu, Noodles ntê paisi angrusàssuni.
Na trascrizzioni n sicilianu di sti cunta si pò truvari nti Fiabe, novelle e racconti popolari sicilani di Giuseppi Pitrè. Puru Italu Calvinu n Fiabe italiane arripigghiau certi cunta di Giufà dû libbru di Pitrè.
Come vedete ci sono più motivi per sentirsi terroni, meridionali e mediterranei. Anche Giufà ci unisce. A saperlo ascoltare.
Ma noi siamo qui anche per questo.
Oreste Grani/Leo Rugens
Giuseppe Pitré fu l’etnologo che mise in evidenza l’ambiguità del termine “mafioso” nella lingua siciliana come sinonimo di prepotente o elegante, di forte temperamento o affascinante; Luciano Leggio al maxiprocesso (o intervistato da Enzo Biagi) ,citando la famosa distinzione del Pitré,disse che gli sarebbe piaciuto meritare tale aggettivo ma sfortunatamente non se lo meritava in quanto non era né bello né prepotente!….figuriamoci poi nell’accezione negativa!….lui che dell’espressione “appartenenza alla mafia “non sapeva cosa significasse😉! Non so perché sto scrivendo questo e che relazione esista tra lo scritto di Leo Rugens, Giuseppe Pitré,Luciano Leggio e questa classe dirigente….fate un po’ voi…ma Arcuri mica penserà pure di essere elegante ed affascinante?
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Caro Geraci, è un piacere leggerla e immaginarla mentre ci legge. Certi ogni tanto di essere capiti da qualcuno per cui vale la pena di scrivere. In semplicità , marginalità e ininfluenza. Grazie per l’attenzione.
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Al di là delle considerazioni sulla sua adeguatezza, il fatto che Virginia Raggi sia stata assolta scongiura -ringraziando il cielo!- il rischio di Pierpaolo Sileri candidato sindaco di Roma, ipotesi riapparsa l’altro ieri su Repubblica (che oggi dedica un’intera pagina ad un’iniziativa culturale in collaborazione con il prof. Mantovani di Humanitas (gruppo San Donato, proprio come il San Raffaele di Milano, al quale afferisce Sileri dopo il concorso finalmente vinto)
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Sfumata l’ipotesi del Comune di Roma, il Nostro prova a piazzare TRONCA, il testimone di nozze Cavaliere del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, in questa delicatissima casella?
https://www.affaritaliani.it/politica/palazzo-potere/servizi-segreti-conte-vuole-tecnico-no-di-chigi-a-nomi-politici-712736.html
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