Il COVID 19 contratto dalla signora A.P. provvidenziale rivelatore di una situazione ormai insopportabile?

Guido Paglia difficilmente racconta cose lontane dalla verità forte, tra l’altro, di una lunga esperienza umana e professionale, anche d’ambiente. Vuol dire che non è un ragazzino. Laziale, ma non certo un dilettante disinformato. Direi quindi che la notizia è vera e rimane solo da commentarla. Se la nausea non ci attanaglia. Nausea o tristezza infinita? Direi una miscela mortifera di entrambe le condizioni “della mente”. Comunque questa vicenda così come si delinea potrebbe essere una storia di un abile doppio gioco (e allora la signora e chi l’aveva comandata di “lasciarsi andare” con il collega inglese sono banalmente sfortunati) o di una dipendente dell’AISE a sua volta coltivata e reclutata con la più antica delle armi da un maschietto britannico, abile a letto. Brutta storia, comunque la si giri. Come ormai da troppi anni tutte quelle che riguardano le nostre agenzie, il loro coordinamento, i politici (e Giuseppe Conte, ormai è certo, non fa eccezione) che si “improvvisano” su un terreno dove, viceversa, solo lunga esperienza, qualità morali e opportuna formazione, consentono di non incappare in gravissimi errori.

Che evidentemente i vertici dei servizi continuano a fare, disarmando il Paese su un terreno strategico quale è quello di cui la Sassata di Guido Paglia scrive, colpendo, in piena fronte, lo Stato già per troppe altre questioni in difficoltà. A cominciare dalla solita Libia (straziante questa cosa del Trio Lescano che vola a “liberare” i pescatori di Mazara del Vallo!) e finendo alle vicende vaticane, con cardinali annessi e connessi. E femmine intraprendenti. Ci mancava il COVID 19 a rivelare i soliti grovigli bituminosi, questa volta mostrando il fianco debole, versante “britannico”, dopo la figuraccia su quello “francese”, dove Macron e al-Sisi ci mancava solo che si facessero trovare sotto le coltri per mostrare quando fosse fragile la nostra pretesa di avere giustizia per Giulio Regeni. Si fa altro intorno all’Egitto che chiarire come è andata quella oscena vicenda del sequestro, tortura, uccisione del nostro compatriota friulano.
Torniamo al “tormentone” (così è ridotto il tema dei temi) dei servizi. Quando le bande si accapigliano per i nomi che devono assumere ruolo apicale nei Servizi ci fosse mai un lampo di novità, un cambio di rotta, una candidatura (ma le donne in Italia servono solo a quello?) che possa far intravedere che si ha consapevolezza non solo di come siamo relegati dai colleghi/concorrenti “nello sgabuzzino delle scope”, ma quali siano le minacce che gravano su ciò che avanza del Paese e della sua stremata economia. Tra un po’ qualcuno comandato (e che sappia farlo) scriverà la solita ipocrita menata sulla crisi di liquidità post (si fa per dire) pandemia che offrirà margini ulteriori all’attivismo di organizzazioni criminali nei circuiti economico-finanziari. Per le mafie in particolare (arriveranno a scrivere) si sta consolidando la tendenza a sviluppare e radicare il profilo affaristico nelle realtà del Centro-Nord, specie attraverso la compartecipazione occulta e l’inserimento di capitali illeciti in aziende in crisi. Minchiaaaaa che genii incompresi di analisti strapagati!!! È prevedibile, potrebbero arrivare a (ri)dire, un ampliamento dell’esercizio diretto di impresa da parte delle aggregazioni criminali, funzionale non solo al riciclaggio degli ingenti (come possono essere i capitali se non ingenti e illeciti?) capitali illeciti e all’infiltrazione e gestione degli appalti pubblici, ma anche alla creazione di reti relazionali e all’acquisizione di ulteriore consenso sociale attraverso l’offerta di posti di lavoro. E banalità del genere con scappellamento a destra come se fosse antani.

Al Celio? Ma che cazzo vi insegnano i vostri insegnanti?
Un saluto a Paglia.
Oreste Grani/Leo Rugens