È l’ora esatta per concludere il nostro lavoro? Ovvero la mezzanotte precisa di Pietro Amara

Quindi uno che si ritiene almeno laureato in legge (Pietro Amara) e che pertanto dovrebbe, a spanne, sapere cosa sia la calunnia aggravata, starebbe cercando – autolesionisticamente – di farsi seppellire nelle carceri italiane sotto una somma di condanne di circa 160 anni dal momento che i calunniati fratelli in loggia dovrebbero essere almeno una quarantina? E molti potentissimi magistrati.

A voi non sembra più facile cominciare a credere che Pietro Amara, sia pure con un po’ di forzature, stia descrivendo una consorteria/loggia esistente e con vocazione indirizzata al controllo di un settore particolarmente potente dello Stato, cioè la magistratura? Così come ai bei tempi della Propaganda 2 il cuore della loggia era il Raggruppamento 17 destinato a controllare, tramite Fabrizio Trifone Trecca e Maurizio Costanzo, l’ambiente dei media, di carta e radiofonici-televisivi. 

Certamente se si cercano analogie tra P2 e Ungheria si va in affanno non solo perché sono passati decenni ma in quanto, tra i possibili affiliati, nessuno sembra in grado di partecipare ad un dibattito che insistesse, tanto per fare un esempio, sulla distinzione tra massoneria operativa (famo, dimo, namo linguaggio corrente e rivelatore anche ai Parioli, tra il Bar Hungaria e il godereccio – con minorenni – Viale Rossini) e massoneria speculativa. O cosa si intenda per massoneria e in quale senso (che nessuno salti sulla sedia) la religione ebraica è una Massoneria e/o perché la Massoneria sia una religione dei segreti (il gioco, per i gonzi, tra l’altro, è lì) e non dei dogmi che consente ai suoi gran maestri di custodire i suoi segreti (quando lo sapesse fare) dentro e dietro una quantità di geroglifici, cerimonie e rituali. Ma Massoneria, quando è tale, è certamente un luogo mentale di grandissimo fascino e si presta, se usata in chiave manipolativa, a soggiogare i fratelli più poveri di strumenti culturali costretti a perdersi dietro alla ritualità egizia (ad esempio calzante) e ai segreti trasmessi, tramite Mosè, agli ebrei. Per questo, tra l’altro, trovate il prezzemolino GEV fare da legame permanente tra massoncelli italioti e la sua sbandierata autorevolezza presso Israele. Perché, sentite a me come se lo vedessi, Valori è uno che serve messa (o addirittura pretende, blasfemo, di officiarla?) e nel farlo sa tenere legati, con riferimenti misteriosi e suggestivi, ciò che in antichità, in forma geroglifica all’ombra delle piramidi, diviene il concetto di Dio nel popolo ebraico. 

E poi su su fino a Roma, in Vaticano, perfino ai tempi nostri, tramite Cristo e la sua Chiesa.  

E ve lo scrive un ignorantone (il vostro Leo) che di questi rizomi carsici ne ha sentito raccontare da ben altri cultori della materia di quanto possa essere il potente e grasso GEV. Comunque tenete conto che intorno a queste logge/circoli/comitati d’affari, gli scaltri suggestionatori di pischelli sanno dottamente mostrare (e GEV è uno che per scienza e mancanza di coscienza lo dovrebbe saper fare) come le preghiere e le regole della Torah non sono altro che una fedele copia dei segreti della religione egizia. 

Per arrivare a farmi intendere dovete immaginarvi furbacchioni (alla GEV) che svolgono una funzione di seduzione (spero non di natura sessuale) usando fantasie ricostruttive quasi fossero dei Dan Brown pronti ad una danza dei sette veli, dove la coscia e non solo si vede e non si vede, e sulla base di arbitrarie forzature ammiccanti, prive di qualunque ben spiegato strumento filologico, stabiliscono la provenienza, la trasformazione e, parolaccia delle parolacce, i complotti della Massoneria mischiandoli, da imbonitori da fiera paesana, con le più oscure vicende della storia. 

Giancarlo Elia Valori

Questo sanno fare usando le parole e gli scampoli di una cultura strumentale i mestatori alla GEV. Prima Gelli ed ora i Valori. Da decenni condizionando generazioni di creduloni. Dalla P2 eversiva e stragista fino ai supplì e le mozzarelle in carrozza del bar di Piazza Ungheria.  

Veramente vogliamo credere che sia tutto fumo e niente arrosto? 

Io non entro nel merito di tutti gli altri nominativi (magistrati e imprenditori) che si dice abbia affidato alle sue verbalizzazioni, ma quando Amara cita Giancarlo Elia Valori tendo a credergli. Sentite a me: se solo fosse vero che Fiore di Loto/Valori ha tramato per condizionare illecitamente la vita della Repubblica e che, con le sue testimonianze, l’Amara possa concorrere a mettere il sale sulla coda di questo indegno figlio della vedova, l’avvocaticchio siciliano apparirebbe, perfino ai miei occhi che ne ho denunciato tra i primi la pericolosità (abbinandolo a Ezio Bigotti e ai comportamenti eversivi del bel pinerolese), un pentito benemerito e in quanto tale prezioso per la giustizia. 

Ma è troppo bello sognare che GEV sia al capolinea. Temo pertanto, anche questa volta, ci sveglieremo con il Tricheco paramassone che è riuscito a cavarsela impedendoci, anche questa volta, quel farsi luce nelle tenebre (e fu sera e fu mattina), che dovrebbe essere il fine ultimo di ogni onesto iniziato al sapere latomistico. 

Fratello secondo Sorvegliante, che ora è? 

Mezzogiorno preciso, l’ora esatta per iniziare il nostro lavoro.

E ancora:

Fratello secondo Sorvegliante, che ora è?

Mezzanotte precisa, l’ora esatta per concludere il nostro lavoro.

E così sia, ritrovando in fine post, un barlume di speranza. Daje Matteo T, daje!

Oreste Grani/Leo Rugens 

P.S.

A viale Parioli (ma io ricordavo Viale Rossini per questo ho fatto il riferimento, angolo piazza Ungheria), Mauro Floriani, marito di Alessandra Mussolini, infilzava minorenni. Gli inquisiti erano 40 come oggi i nominativi di Amara. Evidentemente quel territorio si porta dietro questo numero. Quaranta quindi come Ali Babà e i 40 ladroni? Almeno di verità e giustizia.