Italiani, Mario Vattani vi rappresenterà come ambasciatore a Singapore

Volete la prova del deteriorarsi dei tempi e che il vostro Leo Rugens, come sostengo senza imbarazzo, è sempre più marginale e ininfluente?
Tale Mario Vattani (vedi post Leo Rugens del 26 novembre 2014) è nominato, per decisione ritengo anche di Luigi Di Maio, Mario Draghi e bene placet del Quirinale, Ambasciatore d’Italia a Singapore e noi non abbiamo potuto farci niente. A suo tempo, a firma Dionisia, lasciammo scritto che di persona orribilmente tatuata (la scelta del tatuaggio è per sempre) si trattava e che farsi rappresentare come addetto culturale da uno così non era cosa. Oggi che il Vattani (è il figlio del noto Vattani) verrà nominato ambasciatore a Singapore, nella nostra marginalità e ininfluenza, possiamo solo ripostare l’articolo perché un giorno poter dire “lo avevamo detto”.
Oreste Grani/Leo Rugens e la redazione tutta
P.S.
La Repubblica di Singapore non è certo una destinazione minore. Anzi. La scelta quindi, dobbiamo ritenere, sia stata ben ponderata. Come abbiamo lasciato scritto rimane solo di vedere come si comporterà il grande scrittore italiano ora che dovrà fare anche l’ambasciatore nell’interesse del nostro Paese. Perché questo, fino a prova contraria, deve saper fare un ambasciatore.
MA IL VATTANI MARIO CHE NE CAPISCE DI GIAPPONE E CHI RAPPRESENTA OLTRE IL PROPRIO COGNOME?
“Credo che si percepisca chiaramente. Che mi muovo male. Che mi muovo troppo. Che occupo troppo spazio invisibile intorno a me”. Mario Vattani
Apprendo che Mario Vattani (“figlio di” ve lo scoprite da soli) oltre a cantare canzoni da niente si diletta a ragionare di Mishima sul Foglio di Giuliano Ferrara.
Premesso che, fosse vivo lo scrittore e pazzerello nipponico Mishima, uno come il Vattani lo prenderebbe a pedate nel sedere, ci chiediamo cosa comprenda della cultura giapponese – una pallida eco di quella cinese come sentenziava un mio caro e colto amico che trent’anni fa mi iniziò alla figura di Mishima – il nostro cantante di “rock identitario (Bandiera nera, Squadristi, W l’Itaglia…)“. Sappiano i nostri quattro lettori, che, per esempio, i tatuaggi di cui si fregia il “figlio di” sono per il cittadino giapponese sinonimo di delinquenza, tale da impedire al suddetto di frequentare, per esempio, le piscine pubbliche del paese del Sol Levante.
Sappiano i nostri lettori che “giurare alla Repubblica” non rende automaticamente intelligenti o sapienti e che non rispettare il merito e le capacità è per me un tradimento della collettività e del suddetto giuramento.
Eppure il Vattani ha vissuto (vive ancora?) da anni e anche in Giappone a spese del contribuente italiano, ma a fare che?
Così, ammirando lo splendido corpo del colto e angosciato Mishima – uno che il corpo maschile lo adorava sinceramente sia nella sua fisica purezza sia nella raffinata rappresentazione dei pittori occidentali (famoso il suo desiderio di coricarsi con il ritratto di San Sebastiano del Reni) –, nessun fregio colorato vi appare, quanto la sofferenza di un popolo che ha subito l’ignominia di una sconfitta meritata nonché l’onta della violenza che ha perpetrato sul corpo di migliaia e migliaia di donne cinesi e coreane. Non sarà certo il fuoco nucleare e la morte di decine di migliaia di innocenti a purificare un mondo chiuso e autoreferenziale, e non sarà certo un “figlio di” a svelarne i segreti.
Infine dichiariamo che quali interpreti del Giappone contemporaneo preferiamo di gran lunga Kurosawa, Imamura, Kitano o Miazaki, intelligenti e colti e raffinati intellettuali capaci di riflettere sul senso e sull’arte della guerra assai più di tanti loro disperati connazionali, così come, agli improvvisati esegeti della cultura isolana, preferiamo i Maraini o i Marazzi.
Per concludere vi infliggerò l’autodescrizione del “figlio di” e vi chiedo se sia mai possibile che sia stato instradato alla carriera diplomatica uno che fa il tifo per “una modernità possibile al di fuori dei canoni sinora imposti dalle potenze coloniali europee“. Quale modernità, di grazia, quella incarnata dai voracissimi Alemanno e Storace che bazzicava? Ma vaffanculo va!
Dionisia
P.S. Personalmente l’acciaio giapponese lo tengo riposto in un cassetto, in attesa di impratichirmi nell’arte della cucina.
Note biografiche
Nato a Parigi il 7 luglio 1966, fino all’adolescenza Mario Andrea VATTANI vive con la sua famiglia in Francia in Gran Bretagna: il padre, diplomatico, presta infatti servizio per oltre 10 anni a Parigi e a Londra.
Vattani entra nel sistema scolastico inglese e francese, ma trascorre lunghi periodi in collegio in Gran Bretagna e in Germania, sin dall’età di otto anni. Impara quindi correntemente da giovanissimo l’inglese, il francese e il tedesco. Dopo alcuni anni, la passione per l’arte e la cultura del Giappone lo porterà ad apprendere correntemente anche la lingua giapponese.
Nello stesso periodo cresce il suo interesse per le arti figurative, per il teatro, e per la musica.
L’ingresso in diplomazia.
Nel 1989 si laurea con il massimo dei voti in Scienze Politiche.
In seguito all’esame di Concorso per la Carriera Diplomatica nel 1990, in cui risulta primo classificato su 42 nelle prove scritte ed in quelle orali, il 4 marzo 1991 viene nominato Volontario nella Carriera diplomatica.
Da quel momento, alterna incarichi legati ai temi che più lo appassionano: da una parte la promozione economico-commerciale e il sostegno alle imprese italiane, dall’altra il servizio dedicato agli italiani all’estero.
USA: promozione commerciale e difesa degli interessi delle imprese italiane.
Viene trasferito all’Ambasciata a Washington nel 1995, e subito si trova a difendere con successo le imprese italiane produttrici di pasta, nella causa “antidumping” promossa dai produttori americani, che rischiava di chiudere il mercato americano alle nostre aziende.
Cura poi i rapporti con il FMI – dove in diverse occasioni accompagna l’allora Ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi – e con la Banca Mondiale. D’intesa con l’allora Presidente Ismail Serageldin, svolge un ruolo decisivo per la partecipazione della Banca Mondiale alla “Conferenza Mondiale sul Patrimonio Culturale” che si terrà a Firenze nel 1999.
Sempre a Washington, avvia contatti tra aeroporti americani e italiani, e conduce il negoziato che porterà all’attesissima apertura del collegamento diretto Roma – Washington.
Egitto: l’impegno per gli italiani, per i minori sottratti, per i detenuti italiani all’estero.
Nel 1999 viene trasferito in Egitto, dove è nominato Console al Cairo, e avvia un’azione innovativa per migliorare i servizi consolari a favore dei cittadini italiani e egiziani, e per reprimere le frodi (in particolare per prevenire la falsificazione di permessi di soggiorno), guadagnandosi a più riprese l’apprezzamento delle Autorità egiziane.
Nel 2000, il Console Vattani è il primo in tutta la rete diplomatica italiana ad ideare e sviluppare il moderno sistema di “appuntamenti telefonici” per i richiedenti un Visto (successivamente esteso a tutta la rete del Ministero), eliminando così le indecorose e umilianti code del pubblico di fronte all’ingresso del Consolato.
Crea un gruppo consultivo sul turismo italiano, per migliorare l’efficienza dei servizi resi ai connazionali che visitano l’Egitto, allora quasi 800.000 l’anno.
Nei locali del Consolato realizza uno spazio espositivo dedicato all’emigrazione storica italiana in Egitto, per rafforzare l’immagine culturale e sociale della nostra comunità.
Risolve numerosi delicati casi di sottrazione di minori e allo stesso tempo segue le difficili vicende dei detenuti italiani.
Al Ministero dell’Agricoltura con Gianni Alemanno
Nel 2001, promosso Consigliere di Legazione, viene chiamato da Gianni Alemanno e nominato Consigliere Diplomatico presso il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.
Organizza la prima visita del Ministro in Egitto, paese di cui conosce bene le opportunità del settore agricolo, e avvia così il negoziato per il “corridoio verde” Italia-Egitto.
Un altro negoziato che Vattani conduce nel 2001, e concluderà poi con successo quando verrà assegnato all’Ambasciata d’Italia in Giappone, riguarda l’accesso al mercato giapponese delle arance rosse di Sicilia, che si trascinava da 15 anni.
La sfida di aprire il Giappone alle imprese italiane.
L’interesse per il Giappone e la conoscenza della cultura di quel Paese gli vale l’assegnazione di una Borsa di Studio della Commissione Europea (ETP) per un soggiorno di studio in Giappone nel 2003.
A Tokyo, Vattani supera con successo gli esami di proficiency in lingua e cultura giapponese, e l’anno successivo viene assegnato all’Ambasciata d’Italia, con funzioni di Capo dell’Ufficio Commerciale.
L’Amb. Mario Bova, lo qualifica nelle note sul suo servizio “un funzionario di eccezionale caratura professionale”. Gli affida la conduzione delle fasi cruciali del dossier “Consiglio di Sicurezza – Giappone”. Ma l’incarico più impegnativo che Vattani è chiamato a svolgere e’ quello della promozione dell’immagine dell’Italia in Giappone, attraverso una grande rassegna “Primavera Italiana”. Vattani ne cura ogni aspetto, idea e realizza il catalogo degli eventi in programma, i principali dei quali vengono inaugurati nel 2007 dal Presidente del Consiglio Prodi, dal Ministro degli Esteri D’Alema e dal Vice Presidente Rutelli.
Anche grazie alla sua conoscenza corrente della lingua giapponese, riesce a mobilitare la rete di comunicazione, sia della stampa sia della televisione.
Nel 2007 Vattani viene nominato Cavaliere Ufficiale dell’Ordine al Merito dal Presidente della Repubblica Napolitano.
A Roma come responsabile delle relazioni internazionali della Capitale.
L’anno successivo Vattani rientra a Roma con l’incarico di Consigliere Diplomatico del Sindaco di Roma, Gianni Alemanno.
A Vattani viene affidata la gestione dell’intero quadro delle relazioni internazionali della Città di Roma, in stretto collegamento con la Farnesina. Riorganizza la Direzione Affari Internazionali presso il Gabinetto del Sindaco, rafforzando il coordinamento con la Farnesina e con il Corpo diplomatico. Intrattiene quotidianamente rapporti con le tre reti di Rappresentanze diplomatiche presso il Quirinale, la Santa Sede e presso la FAO.
Il suo incarico prevede tra l’altro la pianificazione e l’organizzazione delle visite e degli incontri istituzionali, la promozione internazionale della Città di Roma e della sua realtà produttiva, le iniziative di solidarietà internazionale e le attività a favore dell’educazione allo sviluppo e ai diritti umani, la cooperazione allo sviluppo (cd. cooperazione decentrata). Nel 2009, durante la Presidenza italiana del G8, Vattani cura l’organizzazione del cd “Civil G8″, una sessione speciale degli Sherpa G8 con i rappresentanti della società civile, rimasta una tappa significativa nel percorso fino al Vertice. E’ stato questo un momento importante per sottolineare l’attenzione che la Presidenza italiana ha dedicato ai temi dello sviluppo e al coinvolgimento della società civile.
Tra gli incarichi assegnatigli vi è anche quello di assicurare maggiore visibilità al ruolo di Roma quale sede del “Polo Agroalimentare Mondiale FAO-IFAD-PAM”. Vattani organizza, con la convinta collaborazione del Direttore Generale della FAO Jacques Diouf, il “Forum Mondiale della Società Civile – Food Sovereignty Now”, in parallelo con il Vertice della FAO del novembre 2010. Viene successivamente firmato un Protocollo tra il Comune di Roma e il PAM che avvia una stretta collaborazione per le varie campagne di sensibilizzazione e per l’educazione allo sviluppo.
Su richiesta del Sindaco, Vattani segue anche il delicatissimo tema della convivenza delle numerose comunità migranti presenti nella Capitale: tiene costanti contatti con le Ambasciate e con i rappresentanti di queste comunità, organizza visite di importanti delegazioni, guidate da Capi di Stato e di Governo, venute in Italia provenienti da Romania, Albania, Bulgaria.
Per allargare l’area del consenso, il Consigliere Vattani punta su un rafforzamento del programma di cooperazione decentrata del Comune, un efficace strumento d’azione non solo nei confronti del mondo dell’associazionismo e del volontariato, ma anche delle comunità migranti.
Non è facile ottenere fondi, ma Vattani, intervenendo personalmente presso i membri del Consiglio Comunale, riesce a triplicare i fondi in bilancio destinati agli interventi di cooperazione decentrata. Allo stesso tempo, esercita un efficace monitoraggio e controllo di questi programmi dando il via a un più stretto collegamento con la Direzione Generale per la Cooperazione del MAE, e con la FAO.
Il trasferimento a Osaka e il rientro a Roma.
Il 23 marzo 2011 Mario Vattani viene nominato Ministro Plenipotenziario, e trasferito a Osaka con l’incarico di Console Generale. Forte dei suoi contatti, della sua conoscenza del territorio e della cultura giapponese, in pochi mesi rilancia l’attività del Consolato, che – a seguito del tragico terremoto del marzo 2010 – era rimasto privo di funzionari diplomatici, e senza candidati per ben due liste di trasferimento.
Dai suoi incarichi a Roma Vattani ha tratto non solo un importante bagaglio di esperienza, e una rete di contatti istituzionali che ha potuto poi mettere a frutto nelle sedi all’estero a vantaggio dell’Italia e delle nostre imprese, ma anche un’esposizione mediatica che in alcune occasioni gli è costata attacchi politici.
Da ultimo, il richiamo a Roma da Osaka, da parte del Ministro degli Esteri Giulio Terzi nel maggio 2012, per un’esibizione musicale estemporanea in una festa di Casapound Italia, avvenuta quasi un anno prima della sua nomina a Osaka.
Nel maggio 2012, più di 70 parlamentari firmavano ben quattro interrogazioni in suo favore, offesi dal fatto che nel testo del provvedimento con cui il ministero insisteva per il richiamo di Vattani, addirittura la militanza del diplomatico nel Fronte della Gioventù negli anni ’80 veniva considerata “incompatibile con la rappresentanza dell’Italia all’Estero”.
Il richiamo fu infine giudicato illegittimo in una sentenza del TAR del Lazio emessa il 28 novembre 2012, ma al momento della sentenza Vattani era ormai stato fatto rientrare in Italia da diversi mesi.
La partecipazione alle elezioni del 24-25 febbraio 2013
Il 22 dicembre 2012, accetta la candidatura per La Destra al Senato per la Campania, proposta dal segretario nazionale Francesco Storace.
Vattani conduce una intensa campagna elettorale a Napoli e in Campania, con un fitto calendario di incontri e di attività sul territorio ed un’ampia copertura mediatica, mirando a ricompattare il fronte dell’area di destra, notevolmente frammentato, e concentrandosi sulle tematiche dell’internazionalizzazione delle numerose imprese campane con vocazione per l’export.
Durante la campagna elettorale, non mancano dei forti segnali di sostegno dal Giappone, dove Vattani conta su una solida rete di contatti nel mondo economico e politico. In particolare, messaggi di incoraggiamento arrivano dal Sindaco di Kyoto, Daisaku Kadokawa, e da parte di importanti esponenti del Partito del Primo Ministro Shinzo Abe, l’LDP (Partito Liberal-Democratico): il Ministro per la Ricostruzione, Akira Amari, e Katsuyuki Kawai, Presidente della Commissione Esteri del Parlamento giapponese.
Nel contesto generale di un’elezione fortemente influenzata dall’anti-politica, le liste de La Destra in Campania ottengono un risultato che, se da una parte conferma la presenza sul territorio e la fiducia dell’elettorato, d’altra parte con circa 20.000 voti ottenuti, non raggiunge la percentuale necessaria per l’ingresso in Parlamento.
Incarichi in Giappone tra cultura e promozione
Nell’aprile del 2013 Vattani riceve dall’Università di Tokyo Takushoku un prestigioso incarico di ricerca nel campo delle relazioni internazionali, su Italia e Giappone dalla restaurazione Meiji al 1945, nel contesto del vasto movimento mondiale iniziato dopo il conflitto russo-giapponese del 1905, che di fatto ha preceduto la decolonizzazione. In quel periodo prende forma per la prima volta nel mondo non-occidentale, la visione di una modernità possibile al di fuori dei canoni sinora imposti dalle potenze coloniali europee. Si tratta di una tematica attualissima, nel momento in cui le sfide globali vedono i grandi paesi emergenti svolgere un ruolo da protagonisti nel futuro del nostro pianeta.
Dal 2012 Vattani è Presidente onorario della “Japan Italian Food Association”, con sede a Tokyo.
Parla correntemente inglese, francese, giapponese e tedesco. Appassionato di arte e di musica, sin dai primi anni ottanta ha dato vita a diversi gruppi rock e blues. Inoltre ha composto musiche per cortometraggi, e ha partecipato a mostre fotografiche e di pittura.
Per molti anni ha praticato il tiro con l’arco e il Kendo – la scherma giapponese – di cui è secondo dan.
Vive attualmente tra Roma e Tokyo, con la moglie e due figli.

Singapore (AFI: /sinɡaˈpore/), ufficialmente Repubblica di Singapore (in malese Republik Singapura; in inglese Republic of Singapore; in cinese 新加坡共和国, Xīnjiāpō Gònghéguó; in tamil சிங்கப்பூர் குடியரசு, Ciŋkappūr Kudiyarasu), è una città-Stato del sud-est asiatico, situata sull’estrema punta meridionale della penisola malese, 152 km a nord dell’equatore. Si sviluppa su un arcipelago formato da 58 isole, la più grande e principale delle quali è l’isola di Singapore che ospita la metropoli. A nord Singapore è separata dalla Malaysia dallo Stretto di Johor, a sud è separata dalle indonesiane isole Riau dallo Stretto di Singapore.
La città-Stato è il quarto principale centro finanziario del mondo ed è una delle principali città cosmopolite del globo, con un importante ruolo nel commercio internazionale e nella finanza. Il suo porto è tra i primi cinque per attività e traffico su scala mondiale.
Singapore è un Paese con una lunga storia di immigrazione. Ha una popolazione variegata e gli oltre 5 milioni di abitanti sono composti prevalentemente da cinesi, malesi, indiani e altre discendenze di asiatici ed europei.
Il 42% della popolazione è straniero, qui presente per lavoro o studio. I lavoratori stranieri costituiscono il 50% del settore dei servizi.
Singapore è il secondo Paese più densamente popolato del mondo dopo il Principato di Monaco e nel 2009 ha raggiunto la più alta concentrazione di milionari in rapporto alla popolazione, davanti a Hong Kong, Svizzera, Qatar e Kuwait.
Etimologia
Il nome Singapore deriva dal nome in lingua malese Singapura (sanscrito: सिंहपुर “Città del leone”). La città viene anche indicata con l’appellativo di Lion City. Gli studi indicano come i leoni probabilmente non siano mai vissuti in questa regione e la bestia vista da Sang Nila Utama, fondatore di Singapore, fosse più probabilmente una tigre della Malesia.
Storia
Origini
Nel II secolo, l’astronomo Claudio Tolomeo scriveva di un posto chiamato Sabana nell’estremo sud della penisola malese. Il primo vero scritto sull’isola è un resoconto cinese del III secolo, nel quale viene chiamata Pu Luo Chung, traslitterazione del malese Pulau Ujong, letteralmente “isola alla fine” (della penisola malese).
Regno di Singapura
Secondo una leggenda narrata negli Annali malesi, il principe di Srivijaya Sang Nila Utama, sbarcato nel 1299 dopo una terribile tempesta nell’isola di Temasek (letteralmente: “città del mare”), si imbatté in un leone – fatto ritenuto di buon auspicio – e vi fondò il Regno di Singapura, che in sanscrito significa letteralmente “città del leone”.
In questa mappa di Mao Kun tratta dal Wubei Zhi, basato sulle mappe del XV secolo di Zheng He, compare Temasek (淡馬錫) in alto a sinistra e Long Ya Men (龍牙門) a destra.
Il periodo d’oro di Srivijaya finì nell’XI secolo quando, con l’invasione di Sumatra e della penisola malese da parte delle truppe della dinastia tamil dei Chola, era iniziato il declino del regno. Dopo la scomparsa di Srivijaya, nel XIV secolo si affermò nella regione il Regno giavanese di Majapahit. Nel 1320, una missione commerciale dell’Impero mongolo giunse in un sito chiamato Long Ya Men (stretto del dente di drago), che si ipotizza corrispondesse all’odierno Porto di Keppel, estremità meridionale di Singapura. Il viaggiatore cinese Wang Dayuan visitò l’isola verso il 1330 e ne descrisse il villaggio di Dan Ma Xi (淡马锡, dal malese Tamasik), abitato da malesi e cinesi. Il poema epico giavanese Nagarakretagama del 1365 narra di un insediamento nell’isola chiamato Temasek. Scavi archeologici hanno evidenziato che nel XIV secolo Singapura era un porto importante.
Domini giavanesi, siamesi e di Malacca
Nella seconda metà del XIV secolo si accese una lotta tra Majapahit ed il Regno di Sukhothai, il primo Stato dei thai, per il controllo della penisola malese e i due regni si alternarono nel controllo di Singapura. L’ultimo sovrano di Singapore fu Parameswara, che dopo una lunga lotta fu sconfitto dalle truppe di Majapahit e costretto a rifugiarsi a Malacca, dove si convertì all’Islam e fondò l’omonimo sultanato.
Il regno giavanese ebbe fine nella seconda metà del XV secolo sotto la pressione islamica, cinese e siamese. Il periodo coincise con la diffusione dell’Islam nel Sud-est asiatico e Singapura divenne un importante porto commerciale del Sultanato di Malacca, affermatosi nella parte meridionale della penisola malese. Con la resa di Malacca ai portoghesi nel 1511, il sultano si rifugiò a Johor, dove avrebbe fondato il locale sultanato che prese il controllo di Singapura mandando un governatore.
Fine di Singapura e colonialismo europeo
Nel 1613 i portoghesi incendiarono l’avamposto commerciale di Singapura e nei successivi due secoli l’isola fu abbandonata, complice il progressivo declino di Johor. Nel 1641 gli olandesi conquistarono Malacca espellendo i portoghesi, presero il controllo delle isole della Sonda e diventarono la maggiore potenza dell’arcipelago malese arricchendosi con il commercio delle spezie. Nel 1722 il sultanato di Johor cadde in mano a una dinastia di Celebes, l’odierna isola indonesiana di Sulawesi e negli anni che seguirono Johor estese la sua influenza nella zona di Riau, a Sumatra, e si arricchì sviluppando l’agricoltura. L’isola di Singapura fu utilizzata all’inizio del XIX secolo per la coltura di Uncaria gambir, pianta impiegata per la concia delle pelli e come medicina naturale. Fu questo il motivo per cui fu ripopolata, trasferendo manodopera da Riau e da altri insediamenti di minoranze etniche.
Thomas Stamford Raffles, fondatore della moderna Singapore.
Fondazione di Singapore da parte dei britannici
Nel 1795, con la sottomissione della Repubblica olandese da parte dei francesi, lo statolder Guglielmo V di Orange-Nassau si rifugiò nel Regno Unito e affidò ai britannici il controllo dei territori d’oltremare, per non farli cadere in mano francese. Con la caduta di Napoleone, nel 1814 i britannici restituirono i territori agli olandesi, ma vent’anni di gestione dei traffici marittimi con la Cina li avevano abituati ad enormi profitti. Il governatore britannico Thomas Stamford Raffles di Bencoolen, che corrisponde all’odierna provincia di Bengkulu nella Sumatra del sud-ovest, convinse il governatore generale dell’India Francis Rawdon-Hastings ad espandere i territori britannici nella penisola malese. L’arrivo di Thomas Stamford Raffles a Singapore è del 28 gennaio 1819, che è perciò considerata la data della fondazione di Singapore. Giunto nella quasi deserta Singapura, firmò un trattato con il sultano di Johor e Riau che diede alla Compagnia Inglese delle Indie Orientali il diritto di istituire nell’isola un avamposto commerciale dietro il pagamento di un corrispettivo annuo. Importante fu il ruolo giocato da William Farquhar, primo abitante della colonia, che strinse forti rapporti commerciali con il Brunei grazie alla disponibilità del sultano Mohammad Kanzul Alam.
Il nuovo insediamento attrasse investitori e manodopera di malesi, thai, indonesiani, arabi, indiani, cinesi ed europei. Nel giro di tre mesi la popolazione della nuova Singapore crebbe a 5.000 abitanti, trasformandola nel maggiore insediamento britannico in Oriente. Lo stesso sultano trasferì la propria reggia a Singapore. Negli anni successivi furono messi in atto piani di sviluppo per Singapore, che divenne in breve una grande città. Il Trattato anglo-olandese del 1824 accordò ai britannici il controllo dei territori di Malacca e Singapore, in cambio gli olandesi ottennero l’evacuazione britannica da Sumatra, Giava e isole adiacenti riprendendone definitivamente il controllo. Nel 1826, Singapore, Malacca e Penang costituirono gli Stabilimenti dello Stretto di proprietà del sultano di Johor. La colonia così formatasi venne ad essere amministrata dalla Compagnia Inglese delle Indie Orientali. Successivamente, i mercanti del luogo fecero pressione presso le istituzioni britanniche perché riformassero la legislazione, in modo da garantirli contro la pirateria e gli altri crimini. Singapore fu dichiarata “colonia della corona” nel 1867 e qui vi si instaurò saldamente il dominio della corona britannica. Attirati dalle esenzioni doganali, gli immigranti si riversarono a migliaia e Singapore divenne una fiorente colonia e una base navale militare che contava circa 10 000 abitanti nel 1869.
Nel 1860, la popolazione cittadina superò le 80.000 unità di cui almeno la metà era di origine cinese. A partire dal 1870, molti immigrati arrivarono per lavorare nelle piantagioni di gomma, facendo diventare Singapore uno dei massimi esportatori di questo prodotto. Al termine della prima guerra mondiale, gli inglesi realizzarono la grande base navale di Singapore che nel 1934 fu ulteriormente rafforzata quando, con una Conferenza di Ammiragli dei Paesi del Commonwealth dell’area indo-pacifica, furono decisi interventi per oltre 10 milioni di sterline con l’obiettivo di creare una “Gibilterra asiatica” contro l’espansionismo nipponico.
La seconda guerra mondiale e l’occupazione giapponese
Durante la seconda guerra mondiale, nel febbraio 1942, l’isola cadde in mano all’esercito imperiale giapponese, in seguito ad un’invasione operata da terra, allorché la difesa di Singapore era orientata esclusivamente verso il mare, operazione che culminò nella battaglia di Singapore. Le truppe inglesi furono sconfitte dopo una battaglia di sei giorni e la resa fu definita dal Primo Ministro inglese Winston Churchill come “il peggior disastro e la più grande capitolazione della storia inglese”. In tale periodo, si calcola che furono uccisi tra 5 000 e 25 000 cinesi nel massacro di Sook Ching, con l’unica colpa di essere “elementi anti-giapponesi” e contrari all’occupazione. Gli storici locali considerano tale epoca come «gli anni più bui della storia di Singapore».
I giapponesi rinominarono l’isola Shōnantō (昭南島), dal giapponese “Shōwa no jidai ni eta minami no shima” (“昭和の時代に得た南の島“) che significa “L’isola del sud acquisita nel Periodo Shōwa”.
A partire da novembre 1944 al maggio 1945, gli Alleati condussero un bombardamento intensivo sulla città di Singapore fintanto che gli inglesi non riottennero il territorio nel settembre 1945 a seguito della resa del Giappone.
Il dopoguerra
Bambini festanti per il ritorno dei britannici al termine dell’occupazione giapponese.
Negli anni cinquanta, il nascente nazionalismo aveva portato alla formazione di vari partiti politici e Singapore ottenne le prime elezioni nel 1955, vinte dal candidato filo-indipendentista David Marshall, leader Labour Front, che divenne Primo Ministro. La sua richiesta di piena autonomia venne però respinta dal governo inglese, il che lo portò alle dimissioni; fu sostituito da Lim Yew Hock la cui politica fu più gradita agli inglesi che consentirono una gestione autonoma degli affari interni, trattenendo sotto il controllo della corona la politica estera e la difesa.
Nelle elezioni del 30 maggio 1959 il Partito d’Azione Popolare ottenne una schiacciante vittoria e il suo leader, Lee Kuan Yew (laureatosi a Cambridge), fu nominato Primo Ministro, carica che avrebbe ricoperto per 31 anni. Il Governatore della città era l’inglese William Goode, che mantenne la carica fino al 3 dicembre 1959, quando fu sostituito nell’incarico da Yusof bin Ishak, futuro Presidente di Singapore.
Nel corso del 1950, il Partito Comunista Cinese, grazie ai forti legami con i sindacati e le scuole, promosse una rivolta armata contro il governo che sfociò in diversi episodi di violenza e lotta armata.
Fusione con la Malesia
A seguito del referendum del 1962, il 31 agosto 1963 Singapore si unì alla Federazione della Malesia ai sensi dell’accordo Malese. I leader di Singapore scelsero questa strada principalmente a causa delle preoccupazioni per quanto riguarda il loro territorio caratterizzato da una scarsità di terra, di acqua e da limitati mercati e risorse naturali. Alcuni politici erano anche preoccupati circa la possibilità che il paese andasse incontro ad un regime comunista.
Tuttavia, il governo dello stato di Singapore e il governo centrale malese si dimostrarono in disaccordo su molte questioni politiche ed economiche, che portarono ad un malcontento che culminò nelle rivolte razziali del 1964. Il 9 agosto 1965, il Parlamento malese approvò con 126 voti favorevoli e nessuno contrario l’espulsione di Singapore dalla Malesia; la votazione fu tenuta in assenza dei delegati di Singapore.
Indipendenza
Singapore divenne così indipendente come “Repubblica di Singapore” (rimanendo all’interno del Commonwealth) il 9 agosto 1965. Nel 1967 il paese è stato cofondatore dell’ASEAN, l’Associazione delle Nazioni del Sudest asiatico, e nel 1970 è entrato a far parte del Movimento dei paesi non allineati e Lee Kuan Yew divenne Primo Ministro. La sua enfasi sulla rapida crescita economica, il sostegno all’imprenditorialità, le limitazioni della democrazia interna e gli stretti rapporti con la Cina furono gli indirizzi politici del nuovo corso.
Nel 1990 Goh Chok Tong ottenne la carica di Primo Ministro, mentre Lee continuò ad occupare quella di ministro essendo stato nominato ministro senior fino al 2004 e poi ministro mentore fino a maggio del 2011. Durante il suo mandato, il Paese ha affrontato la crisi finanziaria asiatica del 1997, l’epidemia di SARS del 2003 e le minacce terroristiche di Jemaah Islamiyah. Nel 2004 Lee Hsien Loong, il figlio maggiore di Lee Kuan Yew, è diventato il terzo primo ministro del paese.
Geografia
Morfologia
Centro finanziario sul fiume Singapore, si riconoscono i grattacieli più alti della città: UOB Plaza One, OUB Centre, Republic Plaza.
Veduta del centro cittadino con l’ampio Padang verde.
Singapore è uno stato insulare costituito da 63 isole. L’isola principale è nota come isola di Singapore, ma è ufficialmente chiamata Pulau Ujong (lingua malese: traslitterato come isola alla fine della terra, intesa come penisola malese). Situato a sud della penisola di Malacca, ci sono due collegamenti artificiali, con Johor in Malaysia: il Johor-Singapore Causeway a nord e il cosiddetto Malaysia-Singapore Second Link a ovest. Le isole di Jurong, Pulau Tekong, Pulau Ubin e Sentosa sono le più grandi fra le isole minori dell’arcipelago. Il punto naturale più elevato è la collina di Bukit Timah, posta a 166 metri sul livello del mare.
Anche a causa delle sue ridotte dimensioni e dell’ingente numero di abitanti, Singapore ha in corso lavori di bonifica attraverso il prelievo di terra dalle proprie colline, dai fondali marini e dai paesi limitrofi per aumentare lo spazio disponibile già densamente popolato. Come risultato, la superficie di Singapore è cresciuta dai 581,5 km² del 1960 ai 712 km² del 2010. La stima è che la superficie del Paese possa crescere di altri 100 km² entro il 2030. I progetti hanno coinvolto talvolta alcune delle isole minori, che sono state unite insieme attraverso l’opera di bonifica del territorio, dando vita ad isole più grandi e più funzionali, come nel caso dell’isola di Jurong.
In passato l’area urbana era concentrata nella parte meridionale in corrispondenza della foce del fiume Singapore dove attualmente si trova il centro della città (l’area chiamata Downtown Core), mentre la parte rimanente del territorio era coperta da foresta tropicale. A partire dagli anni sessanta il governo ha edificato diverse aree residenziali nelle zone periferiche, che nel tempo si sono espanse dando luogo ad un’unica area urbana.
L’ente che si occupa della pianificazione urbana è chiamato Urban Redevelopment Authority.
Idrografia
Singapore presenta molti corsi d’acqua e laghi. I due principali laghi si trovano al centro dell’isola, dove si estende uno dei più grandi parchi del mondo. Il corso d’acqua principale è il fiume Singapore, che attraversa il centro della città e sfocia nell’oceano Indiano. Gli altri corsi d’acqua sfociano o nell’Oceano Indiano, come il fiume Singapore, o nel canale che separa la Repubblica di Singapore dalla Malesia.
Clima
Il clima di Singapore nella classificazione dei climi di Köppen è equatoriale poiché senza la presenza di stagioni distinte (piogge-secca), con un’uniformità di temperatura e pressione, elevata umidità e precipitazioni abbondanti (la linea equatoriale difatti è prossima, solo 152 chilometri). Le temperature minime e massime medie annuali contemplano una forbice dai 22-23° ai 33-34 °C. In media l’umidità relativa ha come estremi: 95%, in tarda notte e al primo mattino e 60% nel pomeriggio. Nei periodi maggiormente piovosi, l’umidità può attestarsi per tutto il giorno prossima al 90% o superare di poco anche questo dato. Le temperature minime e massime ufficialmente accertate registrate storicamente sono state rispettivamente 19,4 °C e 36,7 °C.
Aprile e maggio sono i mesi più caldi, mentre novembre e dicembre costituiscono i più umidi con la stagione del monsone. Tra agosto e ottobre si forma spesso una cappa di fumo proveniente dalla combustione degli arbusti nella vicina Indonesia; talvolta la densità della foschia è tale da creare uno stato di allarme per la salute pubblica.
Data la vicinanza alla linea immaginaria equatoriale (poco più di 142 km a sud, dalla City della metropoli), i raggi solari hanno inclinazioni massime molto forti per tutto il corso dell’anno.
Società
Evoluzione demografica
Evoluzione demografica di Singapore dal 1961 al 2003.
La popolazione di Singapore è costituita al 42% da stranieri, che fa del Paese il sesto per la più alta percentuale a livello globale, e gli stranieri costituiscono il 50% della forza lavoro nel settore dei servizi.
La maggior parte degli stranieri proviene da Cina, Malaysia, Filippine, America del Nord, Medio Oriente, Europa, Australia e India. Il Paese ha anche la seconda più alta densità di popolazione del mondo dopo il Principato di Monaco.
Secondo le statistiche del Governo, la popolazione di Singapore nel 2012 era di 5,31 milioni di abitanti, di cui 4,23 milioni di cittadinanza singaporeana e residenti permanenti. I vari gruppi linguistici cinesi costituiscono il 74,2% della popolazione residente, i malesi il 13,4%, gli indiani il 9,2%, euroasiatici ed arabi il 3,2%.
Etnie e tensioni sociali e razziali
I dati diffusi dal Dipartimento della Statistica nel 2013 hanno evidenziato la seguente composizione etnica della popolazione:
- Cinesi 74,2%
- Malesi 13,3%
- Indiani 9,1%
- altre etnie 3,3%
Il gruppo principale sono i cinesi seguiti dai malesi fra i quali sono compresi gruppi etnici provenienti da varie parti dell’arcipelago malese come i giavanesi, i bugis, i baweans e i minangkabau. Il gruppo etnico degli indiani è in crescita e comprende tamil e tamil dello Sri Lanka oltre ad altri gruppi etnici indiani come i malayali e i pangiabi. La popolazione eurasiatica comprende arabi, ebrei, thailandesi, filippini, giapponesi ed europei.
Gli scontri per Maria Hertogh del 1950
Maria Hertogh era una bambina figlia di genitori cattolici misti olandesi-asiatici nata a Giava, Indonesia, che era stata data in adozione, dopo che il padre era stato arrestato durante l’occupazione di Giava da parte dei Giapponesi nel corso della seconda guerra mondiale, a una donna musulmana malese di nome Aminah che le aveva dato il nome musulmano Nadra e che la educò alla maniera musulmana, facendola infibulare a 7 anni di età. Nel 1947 Maria si era trasferita con la madre adottiva a Trengganu, in Malacca, e nel 1947 i genitori di Maria sostennero un’azione legale per riavere la custodia della figlia. L’azione legale intrapresa dagli Hertog, cattolici, contro la madre adottiva, musulmana, ebbe una grande eco nell’area di Singapore e soprattutto fece scalpore nei musulmani una fotografia “blasfema” che ritraeva la “musulmana” bambina inginocchiata davanti alla statua di Maria Vergine in una chiesa cattolica. Le vivissime proteste da parte dei musulmani, capeggiati da un indiano, Karim Ghani, editore del quotidiano di Giava Dawn, sfociarono in una serie di articoli violentissimi contro i genitori cattolici della bambina e in una processione di protesta composta da 1500 bambine musulmane; quando il tribunale decise che Maria dovesse tornare dai genitori naturali, proteste violentissime esplosero a Singapore, dove l’11 dicembre 1950 e per tre giorni di seguito, ci furono violentissimi attacchi di musulmani contro ogni individuo europeo che portarono alla morte di 18 persone e al ferimento di 173.
Gli scontri razziali del 1964
Quando nel 1963 Singapore si unì alla Federazione Malese, nella piccola minoranza malese residente nella città del leone vi era la speranza che anche Singapore, ormai federata alla Malesia, avrebbe automaticamente esteso ad essa i particolari diritti speciali già acquisiti dai cittadini malesi con la Costituzione della Federazione di Malesia del 1957, ma apparve chiaro fin dall’inizio che nessun Governo, presente o futuro, avrebbe mai accettato di riconoscere anche a Singapore tali diritti validi in Malesia e che quei diritti non erano stati negoziati al momento dell’unione dei due Stati.
Il 19 luglio 1964 più di mille rappresentanti non politici malesi a nome di 101 organizzazioni incontrarono Lee Kuan Yew, allora Primo Ministro di Singapore, ed Encik Othman Wok, Ministro per gli Affari Sociali, per discutere dei diritti speciali di cui anche i malesi singaporeani avrebbero goduto con l’ingresso nella Federazione Malese. Durante l’incontro il Primo Ministro si limitò ad assicurare che ogni sforzo sarebbe stato compiuto dal Governo per aiutare i malesi ad accedere alle più alte posizioni lavorative in competizione con i residenti principalmente cinesi, ma che sicuramente il Governo non avrebbe mai autorizzato nessun tipo di quota malese nel mercato del lavoro, non avrebbe rilasciato licenze speciali né avrebbe assicurato diritti in favore dei malesi sulle terre da assegnare per usi agricoli. Il Primo Ministro sottolineò che ogni cittadino singaporeano avrebbe avuto uguali diritti e che questi diritti non sarebbero stati determinati da appartenenze di razza. Nello stesso giorno il quotidiano di Singapore, lo Straits Times, scriveva che il giorno seguente, il 22 luglio 1964, più di venticinquemila musulmani malesi si sarebbero riuniti nell’area del Padang (un grande spazio erboso centrale usualmente utilizzato per incontri di cricket) per commemorare l’anniversario della nascita di Maometto in concomitanza con manifestazioni simili che si sarebbero tenute a Kuala Lumpur e in ogni parte della Malesia.
Il 20 luglio, in risposta a quanto asserito da Lee Kuan Yew nell’incontro del giorno prima con i rappresentanti malesi, il senatore Ahmad Haji Taff, leader del Comitato d’Azione Malese UMNO (United Malays National Organisation) che sosteneva di parlare in rappresentanza e a nome di tutti i malesi singaporeani, invitava il Primo Ministro Lee a combattere la minaccia della “società segreta” (cinese) invece che perdere tempo a tentare di dividere la comunità malese e che l’incontro del giorno prima aveva avuto il solo scopo di fare valere i propri diritti speciali e non di sfidare la comunità cinese con cui i rapporti erano improntati all’insegna della massima armonia.
Il giorno dopo, durante la commemorazione di Maometto al Padang, scoppiarono i primi scontri fra i malesi intervenuti e cinesi che assistevano alla manifestazione: i disordini continuarono per cinque giorni lasciando sul terreno 22 morti; il 2 settembre, nuovamente, gli scontri si riaccesero per altri cinque giorni provocando la morte di altre 16 persone. Il coprifuoco venne imposto per molte settimane in ambedue le occasioni e gli scontri del 1964 rimangono ad oggi i più gravi disordini razziali del dopoguerra,
Per commemorare i morti del 1964 e per educare i cittadini singaporeani al concetto di armonia fra etnie diverse, nel 1998 il Governo di Singapore introdusse il Racial Harmony Day Celebrations, una festa nazionale a supporto dell’armonia razziale che viene tenuta solennemente ogni 21 giugno nel piccolo stato asiatico, a prova dei continui sforzi dell’amministrazione di smussare ogni tensione provocata dalla convivenza in uno spazio così piccolo di etnie e culture così diverse.
La situazione attuale
Dopo il violento scoppio delle tensioni razziali del 1964 in cui si scontrarono cinesi e malesi vi è sempre stata grande attenzione al mantenimento di un equilibrio fra etnie in ambito scolastico, residenziale e militare; tuttavia, nonostante la grande attenzione del Governo singaporeano, la velocissima crescita della città ha nuovamente generato, specie negli ultimissimi anni, tensioni sociali e razziali: nel febbraio 2013 una grande quanto rara manifestazione ha visto migliaia di cittadini riunirsi allo Speakers’ Corner presso lo Ho Ling Park, nelle immediate vicinanze del distretto finanziario della città per protestare contro le future politiche relative all’immigrazione nel Paese.
Nel mese di gennaio, infatti, un libro bianco del Governo aveva ipotizzato che, attraverso una pianificazione dei flussi migratori, metà della popolazione nel 2030 potrebbe essere composta da immigrati provenienti dalle aree dell’Asia centrale. La pubblicazione del libro bianco ha generato nei singaporeani, specie di etnia cinese, fortissime preoccupazioni sulle future politiche relative all’immigrazione, all’ordine pubblico e alle opportunità di lavoro nello Stato e obbliga conseguentemente le autorità a ridefinire il concetto di singaporeano.
A sostegno dell’impressione che le tensioni razziali siano in fermento, nel dicembre 2013, violenti scontri di piazza nel quartiere di Little India, fatto rarissimo in una città in cui il crimine è praticamente inesistente, scuotono la città: gli scontri hanno avuto luogo l’8 dicembre 2013 e hanno visto coinvolti circa 400 lavoratori immigrati di origine sud asiatica che, dopo che un loro concittadino era rimasto ucciso in un incidente stradale provocato da un singaporeano cinese, hanno dato il via a violenti scontri in cui alcuni mezzi della Polizia sono stati dati alle fiamme. Al termine degli scontri 27 sud asiatici venivano arrestati e rischiano pene fino a 10 anni di carcere e pene corporali accessorie.
L’episodio, duramente condannato dalle autorità e dai mezzi di informazione locale, si inserisce in una situazione sociale apparentemente sotto controllo ma che negli ultimi tempi pare diventare sempre più delicata.
Religione
Religioni a Singapore | ||||
religione | percentuale | |||
Buddismo | 33% | |||
Cristianesimo | 18% | |||
Nessuna religione (Deisti, agnostici e atei) | 17% | |||
Islam | 15% | |||
Taoismo | 11% | |||
Induismo | 5,1% | |||
Altre | 0,9% |
l buddismo è la religione dominante a Singapore, praticata dal 33% degli abitanti. Ci sono monasteri e centri Dharma di tutte e tre le maggiori tradizioni: Buddismo Theravada, Mahayana e Vajrayana. La maggior parte dei buddisti sono di origine cinese e seguono la tradizione Mahayana, con missionari che provengono da Taiwan e dalla Cina. Tuttavia il Buddismo Theravada thailandese è cresciuto di popolarità nell’ultimo decennio non solo tra i cinesi.
La versione giapponese Soka Gakkai è praticata per lo più da abitanti di origine cinese. Anche il buddismo tibetano sta lentamente facendosi strada negli ultimi anni.
Lingue
Per ragioni storiche la lingua nazionale di Singapore è il malese, utilizzato anche per l’inno nazionale. Altre lingue ufficiali sono l’inglese, il cinese standard ed il tamil. Dall’indipendenza l’inglese è la lingua ufficiale utilizzata dall’amministrazione pubblica ed è ampiamente diffuso anche fra la popolazione. I cartelli stradali e le pubblicazioni ufficiali sono scritte in lingua inglese solitamente accompagnate dalla traduzione in una delle altre lingue ufficiali.
L’inglese usato è quello britannico con influenze statunitensi, la forma locale e dialettale dell’inglese è il cosiddetto singlish che ha molte caratteristiche in comune con le lingue creole avendo incorporato termini e forme grammaticali dai dialetti cinesi, dal malay e dal tamil. Il singlish è parlato nella vita quotidiana ma è inviso nelle occasioni ufficiali.
Politica
Ordinamento dello Stato
Parliament House, Singapore.
Dopo aver lasciato la Federazione Malese nel 1965, Singapore è diventata una repubblica parlamentare nell’ambito del Commonwealth delle nazioni governata secondo il sistema Westminster; il parlamento è unicamerale, espressione di collegi elettorali. La sua costituzione stabilisce la democrazia rappresentativa come sistema politico adottato.
L’ONG Freedom House ha classificato Singapore come “parzialmente libero” nel suo report Freedom in the World e l’Economist considera Singapore un regime ibrido. Singapore è considerato uno dei paesi meno corrotti del mondo da Transparency International.
Il capo dello stato è il Presidente, che è eletto tramite suffragio popolare e gode di poteri di veto per alcune decisioni come l’uso delle riserve nazionali e la nomina dei giudici, ma per il resto ha una funzione solo rappresentativa.
Il potere esecutivo appartiene al Gabinetto, guidato dal Primo ministro, che detiene il primato di politico con il più alto compenso, circa 110 000 euro al mese.
Il Parlamento è l’organo legislativo. I membri del parlamento si dividono in eletti, non eletti e membri nominati. I candidati sono votati per il Parlamento in un collegio uninominale. Il Partito d’Azione Popolare ha ottenuto una larghissima maggioranza in Parlamento in tutte le elezioni dal 1959. Comunque nelle ultime elezioni avvenute nel 2011, l’opposizione guidata dal Partito dei Lavoratori ha ottenuto 6 seggi.
Il diritto di Singapore si rifà a quello inglese, sebbene con sostanziali differenze. La pena di morte è in vigore. In un sondaggio del 2008 dirigenti aziendali internazionali ritennero che Singapore, assieme a Hong Kong avesse il miglior sistema legislativo dell’Asia.
Normative regolamentari
Singapore vanta un sistema giudiziario fra i più efficienti al mondo ed è caratterizzato da severi regolamenti soprattutto nell’ambito dell’educazione e della pulizia in particolare nei luoghi pubblici e nelle strade. A Singapore è infatti vietato masticare gomme, fumare, o bere alcolici nei luoghi pubblici e per la strada e il mancato rispetto di queste norme è punibile con multe che raggiungono i 200 S$. Inoltre, soprattutto nelle strade e nelle piazze è presente una costante vigilanza da parte della polizia e per la città è presente un efficiente sistema di telecamere di sorveglianza.
È in vigore la pena di morte per alcuni gravi reati come omicidio, rapimento, alto tradimento e traffico di droga. Nel 2017 si è tenuta un’esecuzione, la prima dal 2009.
Le punizioni corporali (fustigazione) sono in vigore per diversi reati, se compiuti da maggiorenni maschi di età inferiore ai 50 anni e senza problemi di salute, da quelli gravi (al posto della pena di morte e in aggiunta al carcere) inclusi il sequestro di persona, rapina, assassinio commesso durante una rapina, uso di droga, vandalismo e insurrezione. La fustigazione è anche una punizione obbligatoria in caso di stupro, traffico di droga, usura e, tra i reati minori, per il supporto a stranieri che permangono nel Paese oltre il limite del visto di 90 giorni e anche casi di vandalismo.
Bandiera
La bandiera di Singapore consiste di due fasce orizzontali, rosso su bianco. Il rosso simboleggia la fratellanza universale e l’uguaglianza tra individui; il bianco, la purezza e la virtù. Nell’angolo superiore sinistro si trovano una mezzaluna a falce con apertura rivolta a destra, con cinque stelle disposte in cerchio.
Istituzioni, enti ed associazioni
Ordinamento scolastico
Tra le più importanti università di Singapore ricordiamo l’Università nazionale di Singapore, fondata nel 1905.
Sistema sanitario
Singapore ha uno tra i migliori sistemi sanitari del mondo, sebbene con una spesa sanitaria relativamente bassa per i paesi sviluppati. L’Aspettativa di vita in questo stato raggiunge 79 anni per gli uomini e 83 per le donne e la quasi totalità della popolazione ha accesso ad acqua potabile ed ai servizi sanitari. Ogni anno ci sono meno di 10 morti ogni 100 000 persone a causa dell’AIDS ed alti livelli di immunizzazione. L’obesità interessa meno del 10% della popolazione adulta.
Forze armate e pubblica sicurezza
Fregata della classe Formidable in dotazione alla Marina Militare.
F-15SG in dotazione all’Aeronautica Militare.
Nonostante le modeste dimensioni del Paese, Singapore ha uno dei più avanzati sistemi di difesa del sud-est asiatico.
Il Ministero della Difesa (MINDEF), attualmente retto da Teo Chee Hean, sovrintende all’Esercito di Singapore, alla Marina Militare e all’Aeronautica Militare, che insieme formano le Forze armate della Repubblica di Singapore (Singapore Armed Forces) coadiuvate da organizzazioni volontarie private in ruoli di supporto.
Attualmente il capo delle Forze armate è il generale Neo Kian Hong.
Tra i mezzi a disposizione, da segnalare le modernissime fregate della classe Formidable in dotazione alla Marina Militare e il cacciabombardiere biposto F-15SG versione specifica del McDonnell Douglas F-15E Strike Eagle e l’M-346 Master in dotazione all’Aeronautica Militare.
Economia
Il Singapore Central Business District (CBD).
Singapore ha una sviluppata economia di mercato. Insieme a Hong Kong, Corea del Sud e Taiwan, sul finire degli anni novanta del XX secolo veniva considerato una delle quattro tigri asiatiche. L’economia dipende fortemente dalle esportazioni, in particolare nel settore manifatturiero, che costituiva il 26% del PIL nel 2005 e comprende l’elettronica, la raffinazione del petrolio, la chimica, l’ingegneria meccanica e le scienze biomediche. Singapore possiede uno dei porti più trafficati del mondo e la quarta principale piazza per gli scambi commerciali, dopo Londra, New York e Tokyo. La Banca Mondiale ha classificato nel 2007 Singapore come il più importante hub del mondo per la logistica.
L’economia di Singapore è classificata fra le dieci più libere del mondo, e più competitive. Singapore occupa anche centinaia di migliaia di operai stranieri tra cui indiani, indonesiani, cinesi o provenienti da altri continenti.
Come risultato della recessione dei primi anni 2000, con il crollo nel settore della tecnologia, il PIL del Paese si contrasse del 2,2% nel 2001. L’Economic Review Committee (ERC) venne istituito nel dicembre 2001, e raccomandò una nuova politica di innovazioni, al fine di rivitalizzare l’economia. La ripresa dell’economia di Singapore, trainata dalla crescita mondiale di quel periodo, portò ad una crescita dell’8,3% nel 2004, del 6,4% nel 2005 e del 7,9% nel 2006.
Nell’ambito della crisi economica del 2007-2009, legata ai mutui subprime e ai loro derivati, il Fondo Sovrano di Singapore ha stanziato fondi per più di 35 miliardi di dollari americani per il processo di ricapitalizzazione in seguito ai write down dei maggiori intermediari finanziari mondiali.
- Il “GIC-Singapore” ha investito:
- in “UBS” 14400,00 milioni di USD (dollari statunitensi), il 08/02/2008;
- in “UBS AG” 9760,42 milioni di USD, il 10/12/2007;
- in “Citigroup Inc.” 6880,00 milioni di USD, il 15/01/2008.
- Il “Temasek”, altro Fondo di Singapore, ha investito:
- in “Merrill Lynch” 4400,00 milioni di USD, il 27/12/2007 e 3400,00 milioni di USD, il 27/07/2008.
- Il ‘”Temasek Holdings (Pte) Ltd” ha investito:
- in “Standard Chartered PLC” 4000,00 milioni di USD, il 27/03/2006.
Altri investimenti del fondo non legati ad intermediari finanziari:
- Il “Temasek Holdings” ha investito:
- in “Shin Corp Plc” 1900,00 milioni di USD, il 23/01/2006;
- in “Stats Chippac Ltd” 1083,48 milioni di USD, il 18/05/2007.
Tutto ciò ricalca l’andamento che si è avuto, durante la crisi, riguardo ai Fondi Sovrani dei paesi emergenti o fortemente esportatori.
Nel 2016, il debito pro capite di Singapore è il terzo più alto al mondo.
Valuta
La valuta corrente è il dollaro di Singapore, rappresentato dal simbolo da “S$” o dalla sigla internazionale “SGD”. La banca centrale è l’autorità monetaria del Paese, competente per l’emissione di banconote e monete. Singapore ha istituito il Consiglio dei Commissari di Cambio nel 1967, che da allora ha iniziato a emettere la valuta locale.
Il dollaro di Singapore è stato scambiato alla pari con il ringgit malese fino al 1973. È mantenuta invece l’intercambiabilità con il dollaro del Brunei.
Il 27 giugno 2007, per commemorare i 40 anni di accordo valutario con il Brunei, è stata emessa una banconota commemorativa da S$ 20; il retro è identico alla banconota del Brunei emessa lo stesso giorno.
Settore terziario
Turismo
Singapore è una popolare meta dei viaggi a livello internazionale, contribuendo alla fioritura di un’importante industria turistica. Gli arrivi complessivi ammontavano a 10,2 milioni nel 2007. Per attrarre più turisti il governo ha deciso di legalizzare il gioco d’azzardo e un gran numero di casinò si trovano nella zona di Marina Bay (più famoso tra altri il Marina Bay Sands, terzo casinò al mondo per estensione dopo il Grand Lisboa di Macao e il Casino de Montréal).
Il cibo è un altro elemento promosso per attrarre i turisti, con il Singapore Food Festival che si tiene ogni luglio per celebrare la cucina di Singapore.
Lo statunitense International Healthcare Research Centre ha classificato Singapore prima in Asia e quinta nel mondo nel suo indice del turismo medico. Ogni anno a Singapore arrivavano circa 200 000 stranieri per cercare assistenza medica e i locali istituti sanitari si prefissero di servire un milione di pazienti stranieri l’anno entro il 2012. Nel 2014 i pazienti stranieri versarono 994 milioni S$ per le cure ricevute a Singapore. Nel 2017 vennero in 550 000 dall’estero per farsi curare. Tra le cause del mancato raggiungimento della cifra prefissata vi furono i grandi progressi delle strutture sanitarie nelle vicine Malesia e Thailandia, dove i costi per i pazienti sono sensibilmente minori.
Trasporti
Dal momento che Singapore è una piccola isola con un’alta densità di popolazione, il numero di auto private sulla strada è limitato, in modo da ridurre l’inquinamento e la congestione del traffico. Per acquistare un’automobile è necessario pagare una volta e mezzo il valore di mercato del veicolo e ottenere un certificato particolare che consenta alla vettura di circolare per un decennio. Il costo del solo certificato permetterebbe di acquistare una Porsche Boxster negli Stati Uniti. I prezzi delle automobili sono in genere notevolmente superiori a Singapore rispetto agli altri paesi anglofoni. Come nella maggior parte dei paesi del Commonwealth, i veicoli sulla strada hanno la guida a sinistra.
I residenti di Singapore usano viaggiare a piedi, in biciclette, in autobus, in taxi e in treno (MRT o LRT). A Singapore vi è un efficiente sistema di trasporto metropolitano, inaugurato nel 1987, costituito da 5 linee per una lunghezza complessiva di circa 170 km. Vi sono sei compagnie di taxi, che insieme gestiscono oltre 28.000 veicoli. I taxi sono una forma popolare di trasporto pubblico essendo le tariffe relativamente a buon mercato rispetto a molti altri paesi sviluppati.
Singapore possiede una rete stradale che copre 3.356 km, che comprendono 161 km di superstrade. Il Singapore Area Licensing Scheme, introdotto nel 1975, è stato il primo sistema, basato sulle tariffe, per la riduzione della congestione del traffico adottato al mondo. Aggiornato nel 1998 e rinominato Electronic Road Pricing, comprende un sistema elettronico di pagamento del pedaggio, una rilevazione automatica dei veicoli e un servizio di video sorveglianza.
Singapore è un importante snodo di trasporto internazionale in Asia, posizionata su molte rotte marittime e commerciali. Nel 2005, il porto di Singapore era il secondo più trafficato del mondo, in termini di trasporto di tonnellate, con 1,15 miliardi di tonnellate di stazza lorda e con un traffico container pari a 23,2 milioni di TEU. Esso è anche il secondo più trafficato, dietro il porto di Shanghai, in termini di carico di stazza con 423 milioni di tonnellate movimentate. Inoltre, è il più grande centro di rifornimento navale del mondo.
Singapore è anche un hub per l’aviazione del sudest asiatico e uno scalo per la rotta tra Sydney e Londra. Vi sono due aeroporti civili nel paese, e il Singapore Changi Airport ospita una rete formata da oltre 100 compagnie aeree che collegano Singapore a circa 300 città in circa 70 paesi e territori in tutto il mondo. La struttura è stata premiata come uno dei migliori aeroporti internazionali da parte di riviste di viaggi internazionali, tra cui la valutazione di migliore aeroporto del mondo ricevuta per la prima volta nel 2006 da Skytrax. La compagnia aerea nazionale è la Singapore Airlines.
Ambiente
Veduta dei giardini botanici di Singapore.
Circa il 23% del territorio di Singapore è costituito da riserve forestali e naturali. L’urbanizzazione ha eliminato molte aree forestali, con l’unica eccezione dell’area di foresta pluviale primaria del Bukit Timah Nature Reserve.
Opere di architettura del paesaggio
I Giardini botanici di Singapore sono il secondo giardino botanico al mondo premiato come patrimonio dell’UNESCO. Il National Orchid Garden, all’interno dei giardini botanici, raccoglie una collezione con più di 3000 specie di orchidee.
Inoltre, i Gardens by the Bay, creati nel 2012 sono diventati una delle più popolari attrazioni turistiche.
Mario Vattani è il figlio del leggendario ambasciatore Umberto Vattani.
Umberto Vattani risulterebbe attualmente membro di:
– DIPLOMATIA
– Center for Italian studies di The Reagan Legacy Foundation (di GEV)
– Fondazione Italia Giappone
– Italian Japan Business Group
– Fondazione Italia Usa
– Comitato Leonardo
– Centro Studi Comunicazione per l’impresa
– Presidente della Venice International University
E chissà cos’altro…..
"Mi piace"Piace a 1 persona
Socio del xirxono aniene? No?
"Mi piace""Mi piace"
Socio del circolo aniene? No?
"Mi piace""Mi piace"
Ecco un esempio di “chissà cos’altro”:
http://www.assoeureca.eu/direttivo/
Umberto Vattani, Marcello Minenna……. e JR JAMES!
Vi dice qualcosa?
"Mi piace""Mi piace"
Nn vorrei essere nei panni del sig di MAIO…. Quanta lucidità di politica estera deve avere, a me pare che quasi tutti i ministri da 20 anni a questa parte facevano e fanno comodo ai “liquidatori” della Repubblica
"Mi piace""Mi piace"
Ma xke nn lo mettevano a capo del’ AISE? Con tutto quel curricolum.
"Mi piace""Mi piace"
Finalmente si può dormire sonni tranquilli.
"Mi piace""Mi piace"