Gennaro Vecchione: ottimo e abbondante con la sola colpa di essere stato stimato da Conte e Tofalo?


E così dopo aver preso le difese di Domenico Arcuri e della sua problematica esperienza commissariale (Maurizio Crozza, come spesso accade, ha colto i limiti della vicenda meglio di molti altri), Marco Travaglio passa a difendere anche Gennaro Vecchione

Vecchione quindi, negli anni passati al DIS, avrebbe avuto la sola responsabilità di essere gradito a Giuseppe Conte e ad Angelo Tofalo

Direi che il dimissionato prefetto sarà ricordato, sentite a me, per ben altro che essere stato o meno stimato dall’avvocato Conte e da quelli che avevano peso nel M5S per quanto atteneva l’Intelligenza (e quindi la sicurezza) dello Stato. 

Vecchione (se lo sarà) sarà ricordato, soprattutto per quello che non ha fatto. O per quanto è sottolineato, in queste ore, dall’on. Alessandra Ermellino, in un intervento che si può recuperare nel web. Io per vostra comodità ve lo riproduco. Nell’opportuno ragionamento la Ermellino cita le sue stesse critiche al generale/prefetto ricordando di averle fatte a suo tempo e non certo ora che è stato allontanato dalla potentissima posizione. 

E trattandosi di questioncella (la pandemia) dove sono incappati, morendoci, oltre 120mila nostri compatrioti, direi che descrivere (questo fa Travaglio) il povero Vecchione (a tal proposito mi dite quanto prendeva al DIS?) come una vittima sacrificale solo in quanto a suo tempo scelto da Conte, sia un comportamento fuorviante se non, per rimanere nella tradizione dell’ambiente, una “deviazione” dalla verità dei fatti.   

Travaglio, che evidentemente vede dal suo osservatorio privilegiato altro da ciò che ci è concesso, non è un personaggio qualunque e in questo nostro travagliato Paese quando uno come lui prende una posizione, pesa. 

Leo Rugens, ininfluente e marginale, può fare le sue scelte a cuor leggero. Non il fondatore/proprietario e direttore del Il Fatto quotidiano

Oreste Grani/Leo Rugens