L’arresto di Rocco Morabito è una grande occasione. Vediamo di non perderla

Un vero criminale, pericoloso (per il potere della famiglia d’appartenenza) come pochi, è stato catturato grazie alla determinazione e coraggio di magistrati italiani e carabinieri onesti, nel profondo Brasile. Si tratta di Rocco Morabito, legato all’omonimo clan di Africo (vedi post Leo Rugens “QUA LO STATO SONO IO” GIUSEPPE MORABITO), che tra le altre peripezie era evaso non da molto, anche da un carcere uruguaiano. Era stato arrestato nel 2017, dopo solo 25 anni di latitanza, in un hotel di Punta del Este dove, si legge nel volume La rete degli invisibili di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, faceva la bella vita con tanto di villa con la solita piscina, assegni e soldi in contanti, una Mercedes, tredici telefonini cellulari, dodici carte di credito e un passaporto brasiliano.
Morabito (oggi 54enne) aveva studiato nella facoltà di Economia e Commercio (e cosa se no?) dell’Università di Messina negli anni in cui i figli/nipoti degli ‘ndranghetisti si laureavano, sostenendo gli esami con la pistola in bella vista sotto la giacca. Un po’ Berlusconi e un po’ Lotito. Lui stesso, il 14 maggio 1988, era stato arrestato insieme ad altri due studenti calabresi per aver minacciato un docente universitario, il professor Giovanni Nicosia, della facoltà di Magistero. Ragazzate, altri avrebbero detto. Tre coglioncelli.
Invece il ragazzotto violento da allora è cresciuto ma ieri potrebbe (se non lo fanno scappare ancora) aver finito la corsa. Anzi, novello Buscetta, potrebbe raccontare come si fa a rimanere 25 anni latitante senza complicità, anche istituzionali. Perché è a questo che dovremmo essere soprattutto interessati. Come si vive infatti per cinque lustri “liberi” se qualcuno ti da davvero la caccia? Provo a darvi un indizio possibile su queste dinamiche “guardie e ladri“. Mi sono fatto l’idea che siano persone come il Morabito, operatori della compra-vendita della cocaina (anche di altre sostanze come il tramadolo che vien usato dai poveri miliziani in tutta l’Africa per “caricarsi” e trovare ferocia e coraggio per combattere qualunque guerra), in realtà gli ideatori/organizzatori di nuove rotte per provare a confondere gli investigatori.
Quelli come Morabito potrebbero essere gli “architetti” dei nuovi modi di far viaggiare i carichi, scegliendo da dove far partire la merce e dove farla sbarcare in Europa. Come fosse il porto di Amburgo dove nel 2019 è stato individuato e recuperato un carico di cocaina di 4,5 tonnellate proveniente dal porto di Montevideo che, se non sbaglio, è proprio in Uruguay. Forse, e questa è la mia ipotesi inquietante, i broker alla Morabito fanno le operazioni illecite, allontanandosi dagli schemi tradizionali e andandosi a sovrapporre ad altre rotte e ad altri commerci. Ovviamente, legali. Vedremo. Comunque, siamo all’inizio di una fase altamente drammatica che, potendo disvelare rapporti inconfessabili e in parte impensabili, obbligherebbe il Paese a prendere atto di come vanno le cose e come sia possibile che si ritrovino nelle disponibilità di un signor Roberto Recordare 500 miliardi di euro (cioè una cifra più che doppia di quella che tutti pensate salverebbe l’Italia) e di questa disponibilità e concentrazione non se ne parli “tutti i giorni”. E dico tutti i giorni e non solo in tutti i telegiornali e in tutti i media possibili ma nelle sedi politiche preposte alla sicurezza della Repubblica.
Comunque, se bevete, oggi brindate perché l’arresto di Rocco Morabito non è cosa minore. Bravi tutti, quindi e andiamo avanti.
Oreste Grani/Leo Rugens
Morabito è un tipico esempio della importanza che oggi ha la educazione universitaria e la laurea per la mafia e la ndrangheta (meno per la camorra e non so spiegarmi perchè). Un tempo bastava seguire i soldi, come diceva il giudice Falcone. Oggi bisogna seguire il titolo di studio. Chi maneggia tutti questi soldi ha un assoluto bisogno di reimpiegarli. Lecitamente. E quindi servono queste figure professionali per entrare in tutti i settori della vita sociale, economica e finanziaria. Conquistarla da dentro ed approfittare della scarsa liquidità e deflazione attuale (no banca centrale). Si sta verificando, ne vedo tutti i segni ogni giorno e la classe dirigente della vecchia borghesia viene progressivamente emarginata ed i suoi figli (laureati) costretti all’ esilio. Bisogna intervenire con urgenza e concretezza e non con semplici ipotesi. La situazione mi ricorda molto quella della America descritta da Sergio Leone nel suo famoso capolavoro C’ Era una Volta in America dove i soldi del monopolio degli alcoolici vennero alla fine sterilizzati quando il commercio di alcoolici diventò legale con la decretazione della fine del proibizionismo. Stai a vedere che finirà così ?? Di sicuro 55 mld euro annui di fatturato, 230 famiglie o clan e circa 80.000 persone impiegate non è una barzelletta da prendere sotto gamba, solo poche persone di grande valore sarebbero capaci di confrontarsi con queste realtà.
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Buongiorno caro a me Grecuccio. La strada (impervia) è quella che indichi. Ho bisogno di un cortese incontro. E grazie per l’attenzione che sempre ci riservi.
O.G. personalmente
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L’ha ripubblicato su Leo Rugense ha commentato:
E se Morabito scegliesse la strada che fu di Tommaso Buscetta? O.G. L.R.
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