Ancora un invito civile e rispettoso alla giovane lettrice Hilary Di Leva Fontana

Mi scrivo da tempo (il web è un luogo che consente queste forme, sia pur limitate, di conoscenza e di scambio) con una giovane donna che risponde al nome suggestivo di Hilary. Non mi sono mai incontrato di persona con Hilary, rigorosamente scritto, come lei mi ricorda, con una “elle” sola. 

Per non fare il misterioso e l’allusivo, con la Di Leva (è il cognome della lettrice) mi scrivo perché da anni, come sanno i miei attenti e affezionati lettori, mi interesso all’operato, anche illecito (ci sono condanne definitive dei Tribunali della Repubblica e questo per rispondere al lettore Pietro Vecchio), della madre della lettrice, tale Annamaria Fontana, moglie di Mario Di Leva e madre certa di Hilary. 

Il dialogo telematico ha i limiti di queste corrispondenze e, ad oggi, questi limiti non mi hanno consentito di fare passi concreti verso la soddisfazione della mia legittima curiosità: chi diede il suggerimento/ordine alla coppia Fontana-DiLeva di ordire la “messa in mezzo“(se tale fu?) che portò Angelo Tofalo (all’epoca membro autorevolissimo del COPASIR in rappresentanza del M5S) e il suo assistente parlamentare Michele Maffei (entrambi campani come la Fontana e il Di Leva) ad un passo da essere posti al centro di un intrigo internazionale con protagonisti cittadini di Paesi quali Libia (!), Siria (!), Iran (!!!), Turchia (!)? 

Da anni chiedo di sapere come andò, nella sua fase “ideativa”, quella vicenda non minore, interessando il cuore della sicurezza dello Stato. Lo chiedo ora che le sentenze sono passate in giudicato. La gentile lettrice Hilary mi scrive dicendo che faccio riferimento a cose “che non mi riguardano”. Forse intendendo la sicurezza della Repubblica? La sicurezza della Patria è dovere primario di tutti i cittadini e con questo spero di non dover dare alla famiglia in questione altre giustificazioni del mio operato. Hilary aggiunge che ciò che ricerco “mi fu servito su un piatto d’argento”. Quasi fossi stato io a non voler intendere. Veniamo al sodissimo, giovane dialogante Hilary: come si evince dalla lettura complessiva (capisco impegnativa) del blog, Leo Rugens – spesso – sa cosa scrive. Nel caso della vostra famiglia, in particolare, con dettagli che non lasciano adito a dubbi, di frequentazione con ufficiali infedeli dell’Arma. Anzi, se vuole proprio saperlo, i vostri rapporti certi con questo mondo oscuro, sono la molla che mi ha fatto scattare la curiosità su di voi e in particolare sul settore geopolitico agroalimentare del riso. E dall’ora, paradossalmente ve ne sono grato, so molto del “traffico”che si cela dietro, sotto, sopra questa “materia prima”. 

So molto ma non so quale fu la “forza generatrice” del piano e del tour organizzato da mamma e papà ai danni (se era stato pensato per fare “danni”) del parlamentare salernitano Tofalo destinato (come poi è stato) ad assurgere ruolo decisivo nei Governi Conte 1° e 2°, sempre nel delicatissimo comparto della Difesa e dell’Intelligence. Per intendersi, gentile Hilary, sono interessato al movente di quel groviglio bituminoso. E se non ho capito quale fosse il racconto rivelatore offertomi sul famoso piatto d’argento, vuol dire certamente che comincio a rincoglionirmi. Proviamo a fare passi semplici tali che anche un vecchio signore malandato possa capire. Mandi sul mio indirizzo personale (granioreste@gmail.com) dove e quando posso raggiungerla e, compatibilmente con i condizionamenti di una salute malferma, vengo a trovarla. Ora che è legittimo incontrarci.

L’incontro, perché non ci siano dubbi, deve vertere sulla “forza generatrice” che vi ha messo in moto. Sono interessato inoltre a capire chi vi presentò (e perché) il “chicco di riso” che ho trovato, non lo dimentichi, “illegalmente detenuto” e che ho dovuto, a norma di legge, far liberare, interessando perfino membri autorevoli della Commissione antimafia. Sono inoltre depositario (altro che non mi compete!!!) di racconti parziali del rapporto, prolungato, tra la vostra famiglia e quella del chicco di riso. La narrazione parziale va completata perché non poche affermazioni mi suggeriscono la necessità di approfondire moventi e dinamiche. Se sa come stanno le cose (anche se era minorenne qualche ricordo dovrebbe averlo, a prescindere dalle versioni dei suoi genitori e quella dell’uomo del riso) è ormai suo dovere (il resto viceversa sarebbero battute web) affidare in buone mani (questo dicono amici e nemici di me) quegli scampoli di verità che sono nei suoi ricordi. 

Altro non le si chiede. Buona riflessione. Se poi mamma Annamaria è pronta a darmi spiegazioni, meglio ancora.

Oreste Grani/Leo Rugens