Alessandra Ermellino e la complessa questione mediorientale

È tempo di onorare il motivo stesso per cui è nato lo Stato di Israele cioè il luogo giuridico dove il popolo ebraico ha formato la sua identità spirituale, religiosa e politica vivendo, sia pure sempre in pericolo, dopo l’orrore della Shoah una vita indipendente, creando valori culturali in continuità con l’eterno Libro dei Libri

Onorare i motivi stessi per cui esiste lo Stato di Israele è dare seguito, con coraggio e visione lungimirante, alla promessa elaborata nei giorni della sua fondazione indirizzata al Mondo intero e ai cittadini arabi di quella terra allo scopo di conquistare e mantenere la pace sulla base della piena ed uguale cittadinanza. Di tutti.

Promessa di voler tendere una mano di pace e di buon vicinato (queste furono le parole spese settant’anni addietro) a tutti gli Stati vicini e ai loro popoli al fine di stabilire legami di collaborazione e di aiuto reciproco col sovrano popolo ebraico finalmente stabilito nella sua terra. Il tutto per essere pronti a compiere il miracolo dello scoppio della pace duratura, condizione necessaria per il progresso equo del Medio Oriente intero. 

Il documento che potete leggere a seguire è un primo contributo ragionato (questo a me sembra) allo stabilirsi di una condizione di equità in quella regione (tutto il Medio Oriente) che non può più essere lasciata sola a soffrire.  Bisogna fermare gli egoismi che, dentro e soprattutto fuori la regione (ripeto tutto il Medio Oriente a cominciare dal Libano, passando per la Siria, arrivando all’Iran e a quello che rimane dell’Iraq), impediscono lo sviluppo di una grande area coordinata e giuridicamente omogenea che, unica formula politico-culturale taumaturgica, consentirà lo scoppio di una pace fertile. 

Oreste Grani/Leo Rugens