L’avvocato Luciano Randazzo (Famiglia Mattei) contro il criminale Achille Lollo (Potere Operaio)

 

Io ed Achille.


Achille Lollo è morto.
Pace alla sua anima che non si è mai pentita per il duplice, orrendo, infame, violento duplice omicidio di due fratelli, colpevoli solo di essere figli di un innocuo vecchio fascista.
Caro infame Achille mi scrivesti a me avvocato che aveva fatto scoperchiare le convivenze con quella sinistra doppiogichista che ti aveva aiutato a fuggire e foraggiare la tua latitanza.
Mi invitasti in Brasile, ricordi?
Mi dicesti che dovevi rivelarmi i segreti di Primavalle.
Poi, dopo che i tuoi amici, impauriti per le tue minacce hanno continuato a pagare la tua latitanza ed i tuoi silenzi, sei sparito da me.
Sei rimasto quello squallido infame che sei sempre stato.
Non parlasti mai del tuo capo Adriano Sofri che aveva pianificato quella strage.
Non hai parlato dei tuoi complici assassini, eravate in sei, che divennero servi del regime e giornalisti Rai.
Riposa non tanto in pace con il tuo peccato, la tua infamità ed i tuoi misteri tombaroli.
Poi c è stata una destra altrettanto infame e presenzialista che non ha mai fatto nulla per scoprire i mandanti di quella inutile strage.
Fini ,ministro degli Esteri non fece nulla. Andava però insieme a vecchi e nuovi fascisti un poco stantii a commemorare quei due fratelli ed a cercare di prendere qualche voto da vecchi nostalgici.
Ciao Achille, portati dietro questo rimorso.
Achille Lollo e il rogo di Primavalle

Mi piace questa invettiva, a morte avvenuta, dell’avvocato Luciano Randazzo contro quello schifoso vigliacco di Achille Lollo. Parole forti contro un assassino spietato che mai (e fa bene Randazzo a ricordarlo) si è pentito. Lui e quelli che nella lettera sono indicati come chi lo protesse, foraggiandone la latitanza. 

Ho lasciato detto in questo marginale e ininfluente blog parole fortissime contro il ruolo che “mamma ENI” ha svolto in questi ultimi decenni interferendo, ogni volta che gli è stato possibile, con i compiti istituzionali dei nostri Servizi Segreti e la nostra magistratura. Interferendo sempre a danno sostanziale dell’Italia e degli italiani onesti. Perfino nella vicenda Achille Lollo/Rogo di Primavalle e nella sua latitanza in Angola, l’ENI (in realtà la struttura operativa si chiamava COMERINT) non fece il suo dovere. Anzi. Suoi dirigenti (uno era Pierluigi Celli) vennero in contatto con il ricercato Lollo e non fecero nulla per consentire alle nostre autorità di recuperarlo. Con le buone o con le cattive. Come dovrebbe saper fare un servizio segreto degno di questo nome. Ricordo di aver ricevuto dalle stesse mani di Celli delle lettere autografe di Lollo (che gliele aveva affidate in Angola, evidentemente fidandosi) e di averle consegnate alla redazione di Frigidere, tramite Piero Lo Sardo (il Male), non prima però di aver informato “i cacciatori” offrendomi di mettere a punto un piano per “recuperare” il criminale.

I cacciatori non seppero cosa farsene del frutto della prima fase della mia “operazione”. E questo perché, sentite a me, in Italia nessuno voleva farsi nemici i potenti che coprivano Lollo. In questo l’avvocato Randazzo ha completamente ragione: Lollo (e non solo lui) era straprotetto al fine che i suoi sodali di Potere Operaio non fossero coinvolti rivelando non solo l’appartenenza a famiglie della borghesia (e che famiglie) ma come, in realtà, a non pochi “poteri forti” fosse utile la lotta fratricida che decimò la meglio gioventù in quei maledetti anni di piombo. 

Difficile rileggere il passato se in molti (che c’erano) continuano a tacere fino alla morte. 

Oreste Grani/Leo Rugens