Renato Brunetta e le mani nere sulla P.A.

L’attrazione tra Renato Brunetta e Renato Farina sta facendo scandalizzare alcuni. Direi che sapete poco del professore (come in realtà di molti altri di quelli che vi governano), viticoltore di recente e incerto successo.
A Brunetta piace da sempre sapere di spie, spioni, venduti, comprati, corrotti, pavidi, ignavi, schiocchi, collaborazionisti che in troppi popolano il nostro bel Paese. Per decenni ha pensato che fosse sufficiente scambiare informazioni con Vittorio Feltri, Davide Giacalone, Pierluca Pucci Poppi, Giorgio Stracquadanio ed ora ha ritenuto che fosse meglio piazzare direttamente Farina a “raccordare i flussi informativi”. Con i soldi dello Stato grazie a quali, abbondantissimi, confrontarsi con Betulla. Il prof ha pensato che poteva ingaggiare, in gran segreto, il Farina e che il buon Mario Draghi avesse altro da fare che incazzarsi. In Italia Brunetta dovrebbe sapere che “in gran segreto” non si può fare nulla tanto meno sfacciatamente arrivare a sprecare tanto denaro pubblico. Perché, dare soldi a Farina, è sprecarli. Tanto è vero che, in era Draghi (così, per ora, mi piace pensare), non è durato un giorno nella posizione.
Oreste Grani/Leo Rugens
P.S.
A pensare che a me Brunetta piace (tutti i gusti sono gusti) ma evidentemente lo consigliano male.
Peggio di Farina in Italia c’era solo Vanni Nisticò (giornalista introduttore di Gelli negli ambienti socialisti), ma Nisticò è ormai morto e Brunetta ha scelto Farina. Ho scritto Farina e non Sasinini.
Fantasmi che parlano
https://www.repubblica.it/cronaca/2014/11/21/news/patti_tra_servizi_e_mafia_gi_negli_anni_70-101058725/
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Intrecci mostruosi
http://www.uonna.it/trattativa-e-41-bis-un-passato-che-non-vuole-passare.htm
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