La giungla in cui viviamo e in cui troppi devono lavorare

Ogni anno, quando si arriva a ridosso delle notti di S. Lorenzo comincia questa rottura di coglioni dell’importanza o meno, della durata o meno, dell’intensità o meno della “caduta” delle stelle. Sapete che l’ignorantissima tradizione popolare consiglia di formulare un desiderio mentre si intravede la scia luminosa che solca il cielo. Tenete conto che – mediamente – la striscia luminosa che tanto emoziona “dura” mezzo secondo! In mezzo secondo dovete aver messo a punto il vostro desiderio ed averlo espresso.
In realtà le uniche cadute di cui, visti i continui tragici avvenimenti, dovremmo interessarci sono quelle di persone costrette a lavorare nelle peggiori condizioni possibili. Persone che cadono da tetti di fabbriche o capannoni dove si fa impresa, da impalcature, dentro cisterne. Persone che cadono nel buio eterno ghermiti da macchinari insicuri lasciando questa vita, repentinamente, con modalità strazianti. E questo avviene, va ricordato, mentre per pochi soldi le persone vengono utilizzate perché altri facciano molti soldi in modo illecito. Una raffica di incidenti sul lavoro quindi che lascia basito perfino il vertice dell’INAIL che, comunque, trova il coraggio e la lealtà istituzionale per rivelare un dato sconcertante: quasi tutte le aziende ispezionate risultano drammaticamente fuori legge! Quel “quasi” per non dover ammettere che si tratta del 100%.
Ho ascoltato l’annuncio passare nei telegiornali ma non ho verificato un’indignazione adeguata a questa giungla.
(La) Giungla come il titolo del romanzo/denuncia del 1906 di Upton Sinclair, un capolavoro che con pochi euro potete comprare in rete. Fidatevi. Scoprirete un mondo e vi ritroverete a capire tutto del perché tanti innocenti cadono mentre semplicemente e onestamente stanno cercando di guadagnarsi da vivere. Faticando.
Oreste Grani/Leo Rugens
Upton Sinclair
(Baltimora 1878 – Bound Brook, New Jersey, 1968) scrittore statunitense. Attivo propagandista delle idee socialiste, fondò una comunità nel New Jersey, la Helicon Home Colony (1906-07), che venne però distrutta da un incendio. Scrisse oltre 100 volumi di saggistica, narrativa e teatro, in cui prevalgono i toni vigorosamente polemici e protestari. Tra le sue opere narrative: La giungla (The jungle, 1906), implacabile denuncia delle dure condizioni di vita e di lavoro del proletariato di Chicago, Re carbone (King coal, 1917), Petrolio (Oil!, 1927), Boston (1928), sul caso Sacco e Vanzetti, e la serie di 11 romanzi nota col titolo La fine del mondo (World’s end, 1940-53); tra gli studi sociologici, La scacchiera d’ottone (The brass check, 1919), sui fasti e nefasti del giornalismo contemporaneo. La vasta produzione di S., profeta inascoltato, ha valore di ammonimento etico e di prezioso documento di un’epoca di traumatiche mutazioni sociali.
Unica cosa che conta è essere una persona onesta e proba, rispettare il più possibile le leggi dello Stato, essere Servitori dello Stato ed amare il più possibile il proprio Prossimo. I soldi contano ma non al punto di stravolgere quello di cui sopra. E ricercare la Verità. Sempre
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