Riparte il Campionato di Calcio e mi torna in mente Luca Lanzalone

Il 13 giugno del 2018, gli investigatori (magistrati ed altri) decisero di colpire una sorta di cricca (i giornali così li appellarono), di potere e di affari, che si era organizzata intorno all’ipotesi del nuovo stadio dove avrebbe giocato la Roma. Dalla stampa fu definito un terremoto giudiziario (stereotipi di cui spesso si abusa non tanto perché non siano cose gravissime ma perché questi comportamenti, nel tempo, in vari modi, si aggiustano come gli spaccati descritti dai sistemi Luca Palamara e Pietro Amara testimoniano pur lasciando poi come i veri movimenti tellurici vittime e macerie) e interessò nove figuri (si possono appellare figuri dei figuri come i nove arrestati in quella occasione, a cominciare dall’avvocato Luca Lanzalone senza essere chiamati, a mio giudizio, incautamente, a rispondere in tribunale di questo termine?) loro “chiamati a rispondere” di una associazione per delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive e di una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione nel quadro delle procedure connesse alla realizzazione del nuovo impianto. In carcere finirono l’imprenditore Luca (ma si chiamano tutti Luca?) Parnasi e il suo braccio destro Luca Caporilli. E poi il vice presidente del Consiglio regionale del Lazio, il forzaitaliota Adriano Palozzi e il consigliere regionale del PD ed ex assessore all’Urbanistica, Michele Civita e altre personcine di cui oggi si sono perse le tracce. Grazie a Radio Radicale, nel tempo e perfino in pieno COVID, è stato possibile seguire le gesta di questi signori sotto la dicitura “Processo Lanzalone (non “Leo Rugens” nota del redattore O.G.) ed altri”.
“Chiunque ha sbagliato deve pagare“, sosteneva nelle ore degli arresti (era il 13 giugno 2018) il tenero ricciuto, ex carabiniere, Danilo Toninelli, in quel momenti tragici, perfino ministro delle Infrastrutture. A noi Toninelli è sempre sembrato un bravo ragazzo e siamo fermi, fiduciosi, alla sua invettiva e fermo auspicio.
Oreste Grani/Leo Rugens pensionato
P.S.
Nel post ho usato il termine “incautamente”. L’ho fatto da ignorantone in (quasi) tutto, convinto come sono però che alcune azioni giudiziarie andrebbero in qualche modo punite in quanto smaccatamente pretestuose e tendenti, oggettivamente, ad appesantire la già in difficoltà attività giudiziaria.
In questo caso il termine “figuro” potrebbe avere una sfumatura di significato offensivo ma dire di un “criminale” che è un “cretino” mi chiedo come possa mai essere punito dalla legge. Anzi chi sostenesse, come io sostengo, che un criminale è sempre un cretino, dovrebbe essere considerato un cittadino probo e da premiare. Con un semplice cono gelato o un torroncino ben fatto in quel di Cremona, ma premiato.
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