A quanto ammonta la taglia (che esiste) per chi fa catturare Matteo Messina Denaro?

Dall’avvocato Gennaro Egidio (e non dai film americani) ho appreso il valore strategico di un buon uso della taglia in una seria caccia all’uomo.
Saper offrire una cifra congrua al momento opportuno, se si vuole veramente raggiungere l’obiettivo, facilita la vita degli investigatori.
Ho scritto “seria caccia all’uomo” e ho aggiunto “se si vuole veramente raggiungere l’obiettivo“.
Dico queste cose difficili da scrivere (a quanto ammonta la taglia per chi fa prendere vivo o morto Messina Denaro?) perché il problema non è cosa minore (cioè se lo si voglia o meno catturare) e il non rendere opportunamente pubblica la cifra dedicando una ben preparata comunicazione al tema (ma i media a cosa servono se non anche a questo?) potrebbe celare qualcosa non solo di maldestro (saper o meno condurre la caccia) ma una qualche forma di inconfessabile (l’ennesima?) trattativa Stato-Mafia.
Riproduco due pagine (362-363) magistrali tratte dal volume di Enrico Deaglio “Patria 2010-2020” che dovrebbero essere lette in tutte le scuole “superiori” d’Italia e farne eventuale oggetto di uno dei temi degli esami di maturità prossimi venturi. Una vera caccia all’uomo potrebbe, coraggiosamente, includere perfino scelte di questa natura estrema. Se anche non si arrivasse alla cattura vera e propria, con la terra bruciata (solo loro devono dare fuoco al patrimonio forestale?) si metterebbe in difficoltà, almeno culturali e di immagine, il boss Denaro che, come la vicenda Fiat-Carmelo Patti dimostra (o dobbiamo ancora dimostrarlo?), potrebbe essere, paradossalmente, ancora oggi, finiti (si fa per dire) gli Agnelli, l’uomo più ricco d’Italia.
Oreste Grani/Leo Rugens
P.S.
In coda a questo torrido agosto, mi prefiggo di riscaldare l’ambiente ricordando quanto, ad oggi, si trova scritto in rete sotto la voce Matteo Messina Denaro – Wikipedia. Il combinato tra le pagine che ho citato di Deaglio (storia affascinante quella dell’avvocato Agnelli che si ritrova oggettivamente “socio” con l’emigrante di Robbio-Pavia, Carmelo Patti da Castelvetrano, Trapani, Sicilia) e la narrazione di quanto si dovrebbe già sapere del latitante è miscela sufficiente per accendere, a settembre, l’ambiente gelido della Commissione Antimafia che sembra sempre più non esistere in questa Italia dei misteri?
https://it.wikipedia.org/wiki/Matteo_Messina_Denaro
P.S. al P.S.
Ma tutti i beni (Che elenco! Che diversificazione lungimirante!) sequestrati a suo tempo nelle varie inchieste, che fine hanno fatto? Uno per uno, c’è qualcuno capace alla Commissione antimafia di chiedere conto (e poi cortesemente riferire a quei quattro stronzi di cittadini elettori che li hanno mandati in Parlamento) di un tale patrimonio? Possibile che non ci sia traccia di approfondimenti su quei beni un tempo riconducibili a Carmelo Patti e quindi a Matteo Messina Denaro? Onorare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, al di là della ritualità ad ogni anniversario si mette in campo (ci mancherebbe pure!), forse, only for justice, vorrebbe dire, seguendo il loro intelligente insegnamento, seguire il denaro. A chi sono stati affidati dai magistrati preposti tutti quei soldi e attività imprenditoriali? Scusate se mi permetto di fare, prima dell’arresto del latitante, queste domande che potrebbero essere considerate impertinenti e da malfidato. Ma non è così se solo pensate (ecco i grovigli bituminosi di questo Paese) che quando si scontravano per chi dovevano fare business Emma Marcegaglia e Maria Concetta Patti, la prima, una volta sconfitta, pensò opportuno legarsi, si dice anche sentimentalmente, con mister Antonello Montante, siciliano, ideatore del sistema di affari e potere basato, per essere autorevoli e credibili, su una finta attività di contrasto alle mafie.
P.S. al P.S. del P.S.
Ma una classe dirigente inquinata come quella italiana perché dovrebbe avere remore a trattare con i talebani a loro volta “protettori e garanti” dei maggiori coltivatori d’oppio e produttori d’eroina del mondo? Eroina che poi, passo dopo passo, frontiera dopo frontiera, arriva fino ai consumatori europei. Dimenticavo di ricordare che ai consumatori europei e italiani l’eroina la porge la mano degli affiliati alla mafia.

Questa storia, comparsa sui giornali proprio nel 2017, è indicativa di quanto poco conosciamo il Paese in cui viviamo.
STORIA DEL CAVALIERE DEL LAVORO CARMELO PATTI (ALTRO CHE MARCHIONNE…)
Nel 2017 ha 81 anni, è malato, vive appartato nella sua villa di Robbio, in Lomellina, costruita come una copia della Casa Bianca. Tra pochi mesi, morirà. È il cavaliere del lavoro Carmelo Patti, uno dei cinque uomini più ricchi d’Italia; self-made man, simbolo del “miracolo economico”, fondatore di una dinastia. Ammirato e invidiato, amico dei potenti, la sua morte sarà stranamente accompagnata da un silenzio ingeneroso. Perché? Nato nel 1935 nel poverissimo paese di Castelvetrano, Carmelo emigrò a Robbio (Pavia), ove condusse la vita agra del venditore ambulante e poi dell’operaio. Alla fine degli anni cin quanta, intorno a Robbio gravitava la multinazionale americana Philco, che sfornava lavatrici, frigoriferi, e televisori. (Un “Carosello” con una donna felice annunciava: “Aspetto un Philco”.) Il nostro Carmelo, affascinato dall’industria, comprò un capanno ne e cominciò a produrre cavi, cavetti, interruttori, switch, fusi bili per la Philco. Gli andò talmente bene, che quando la Philco se ne andò, comprò i suoi muri e vi installò la Cablelettra, una start up dell’epoca. I suoi prezzi erano talmente buoni (bella forza: a Castelvetrano tutti intrecciavano i fila per lui: nei casolari, nelle baracche, bambini soprattutto) che si aggiudicò un appalto miliardario dalla Fiat. E così, la sconosciuta Cablelettra di Castelvetrano illuminò i cruscotti di milioni di utilitarie prodotte non solo a Torino, ma a Termini Imerese, in Polonia, in Argentina, in Brasile. Carmelo Patti arrivò ad avere 7000 dipendenti e una galassia di società che fatturavano miliardi. Addirittura Gianni Agnelli, che era uno snob, lo prese in simpatia e lo introdusse nei salotti bancari torinesi, dove Carmelo fu protagonista di un colpo di scena finanziario. Nel 1998 comprò (400 miliardi cash) dalla Banca Sanpaolo la maggioranza delle azioni della Valtur, ex azienda di Stato, il colosso del turismo organizzato. Un settore che alla famiglia Agnelli, già allora stufa di automobili, piaceva moltissimo.
Le cose, però, non andarono bene: cattiva amministrazione. Si cominciò a dire che nei villaggi Valtur passavano le vacanze gratis sia i latitanti di Cosa Nostra sia l’establishment politico siciliano e che c’erano anomalie fiscali. La Valtur venne commissariata. La Cablelettra, nel frattempo, aveva già smobilitato. Nel 2012, la mazzata. La Dia esamina le centinaia di società di Carmelo Patti, le stima in 5 miliardi di euro, e ne propone il sequestro. La tesi: Patti non è altro che il prestanome dei famigerati Messina Denaro, padre e figlio, suoi concittadini. L’acquisto della Valtur? Un riciclaggio-investimento di Cosa Nostra.
IL CONGLOMERATO TRAPANESE VALE PIÙ DELLA FIAT?
A distanza di quattro anni, la “pratica” è tuttora allo studio della Procura di Trapani, circondata dal mistero. Il procuratore Marcello Viola da Cammarata, provincia di Agrigento, ha subito intimidazioni e minacce, vive scortatissimo, si dice che abbiano cercato di farlo fuori sull’autostrada Palermo-Trapani e che si è salvato – senza bomb jammer – solo perché il suo convoglio lo ha portato fuori alla velocità di duecento all’ora; ha ottenuto il trasferimento alla Procura generale di Firenze; misteriose trattative stanno avvenendo per diminuire il valore dei beni confiscati e per stabilire a chi andranno le amministrazioni controllate. A decidere è il giudice Piero Grillo, figlio di un famosissimo uomo politico ale, don Salvatore Grillo. Piero Grillo è diventato anche lui famoso perché è il presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani. E vive sotto scorta. Per uno di quei piccoli capricci della storia barocca siciliana, adesso è il Tribunale di Trapani il più grande proprietario terriero della provincia.
E non c’è solo terra. Oltre a tutti i villaggi turistici della Valtur (5 miliardi), ci sono i 43 supermercati, sparsi in tutta la Sicilia orientale, sequestrati a tale Giuseppe Grigoli, per un valore di 700 milioni; ci sono le pale del “re dell’eolico” Vito Nicastri, per 1,3 miliardi, feudo Arancio (900 ettari di prestigioso vigneto passato dagli eredi Salvo all’azienda trentina Mezzocorona per la cifra, francamente ridicola, di 70 milioni), e poi ancora decine di bar, caseifici, centri commerciali. Tutti, secondo la Dia, sono riconducibili alla “Matteo Messina Denaro holding”, uno dei conglomerati economico-finanziari, più potenti d’Italia. Più forti della Fiat, come era sempre stato nei sogni di Cosa Nostra?
Strano!!
Su Wikipedia non c’è nemmeno una parola su QUESTO
https://www.tp24.it/2017/03/27/caccia-a-messina-denaro/ho-visto-matteo-messina-denaro-davanti-al-sede-del-cnr-di-capo-granitola/108239
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Sì che c’è la taglia!
Dal 2010
https://espresso.repubblica.it/attualita/cronaca/2010/06/03/news/una-taglia-dei-servizi-su-messina-denaro-1.21487/
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Ma certo che lo so che c’è una taglia . Sto cercando di guadagnarmela per risolvere le questione annose della mancanza di fondi per una intelligence intelligente. La taglia nel frattempo è salita a 2 milioni e mezzo. Io ho chiesto di decuplicarla: 25! O il boss si potrebbe offendere.
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Sì, la taglia c’è, ma se quanti NON vogliono prenderlo sono parte di chi l’ha messa…
Visto il caos totale che oggi domina in Parlamento e al Senato, con l’avvicinarsi delle elezioni alle quali molti decideranno, schifati, di non votare affatto, con prevedibile (ahinoi) vittoria della orribile coppia Salvini & Meloni (che faranno il salto di “qualità” rispetto ai vari Durigon), l’arrivo dei denari, per non parlare dell’elezione del Presidente della Repubblica (spero che la candidatura di Berlusca sia solo “di bandiera”), c’è da temere che certi propositi già formulati non vengano messi in atto
https://www.antimafiaduemila.com/rubriche/giorgio-bongiovanni/80816-attentato-al-pm-di-matteo-pentito-conferma-messina-denaro-mando-un-messaggio.html
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A 25 milioni di euro potrei incominciare a cercarlo io!😂… anni fà un presidente della commissione regionale antimafia siciliana riuscì a captare una notizia davvero importante per la cattura del famigerato latitante ovvero la sua presunta natura bisex 😂; i nostri 007 si saranno mica precipitati a cercarlo al carnevale di Rio de Janeiro ?😂😂
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Chi lo ha visto realmente è il Maresciallo Masi. Che mi risulta mentre viene punito (è considerato un o strano millantatore /calunniatore dopo questo episodio investigativo finito nel nulla diventa capo scorta di Nino Di Matteo. Buffe soluzioni.
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Sì, infatti
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Quanto alla taglia: mbe’, se la alzano a 25 milioni magari un centinaio di euri ci scappano pure per me 😂😂😂
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Per te se mi riseco ad assicurare l’intero importo, ci sarà ben altro. Se non tutto, bene come ti voglio.
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Se non rischiassi di sembrare cinico oserei pensare che magari gli amici degli amici sperano di prendere due piccioni con una fava 💣
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🥰
Purtroppo, dopo questi scambi “amorosi”, devo passare all’orrore.
L’attentato annunciato, addirittura nei particolari della dinamica che poi si è puntualmente verificata, ha lasciato a terra (anzi, in una melma nauseabonda) 40 persone.
I Talebani tanto buonini affermano: “raccapricciante”.
Non ci sono dubbi: l’ultimatum del 31 agosto verrà rispettato.
I Talebani, da tagliagole, diventeranno salvatori.
Mi sento trattata come un’imbecille.
Temo che, alla fine, nessuno pagherà per questa vergogna. Nessuno chiederà conto.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/08/26/afghanistan-doppio-attentato-kamikaze-e-sparatoria-allaeroporto-di-kabul-almeno-40-morti-120-feriti-talebani-raccapricciante/6301413/
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Intanto, lontani dall’orrore, ci si congratula reciprocamente per i risultati raggiunti e per quelli che verranno
https://www.diwan.gov.qa/briefing-room/news/receiving-guests/2021/august/26/hh-the-amir-receives-uae-national-security-advisor
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Cuculo vigile presumo che conosci la lingua araba?
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Magari! Ho provato, a suo tempo ad imparare qualcosa ma mi sono arenata di fronte a “oggetti” complessi come la hamza (che è un segno non presente nell’alfabeto, ma nella scritta sì e con diverse forme grafiche e diversi suoni). Secondo un filosofo sufi, uno dei modi con cui si presenta (un puntino) costituisce la rappresentazione concreta dell’unità di Dio e natura creata (!!!). È a questo punto che mi sono arresa, almeno per quanto riguarda la scrittura.
C’è anche il problema dell’articolo che si modifica in presenza di lettere solari o lunari.
In realtà i quattro vocaboli che conosco derivano da una grammatica (che ha la translitterazione sono nelle parti iniziali, perché presuppone che uno poi impari a leggere) e da tre testi molto interessanti sull’Islam come religione/filosofia, sulla storia del Medio Oriente e sull’Islam politico.
Tento, talvolta, di comunicare con i fruttivendoli egiziani dove faccio la spesa, ma le pronunce sono varie (non è detto che un algerino capisca perfettamente un iracheno, che parla l’arabo standard della grammatica, che poi è quello in cui è scritto al Quran) e loro mi guardano come se fossi deficiente.
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Ahh! È per il link!! Basta cliccare sulla bandierina inglese in alto a sinistra (mi sono accorta adesso che, anche se avevo copiato il link della versione inglese, inspiegabilmente viene fuori quella araba 😂😂😂).
Consiglio di esplorare il sito e di vedere le foto e la biografia della famiglia dell’Amir al Thani 😂😂😂, così come le modalità di partecipazione democratica!!
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Hai fatto bene a specificare che l’ hai tradotto dall’ inglese! Per un momento ho pensato che ,a causa del link in arabo , condividessi una affinità elettiva con Renzie D’ Arabia 😂😂😂
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😂😂😂😂😂
GIAMMAI!!!!!
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L’ha ripubblicato su Leo Rugense ha commentato:
E andiamooooooooooooooo!!!!
Oreste Grani/Leo Rugens e tutta la redazione. Oggi è il giorno per ripartire.
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