Stare dalla parte dei poveri

Ci sono più strade per contrastare la povertà. Vediamo di sceglierne una e che abbia un senso
A dare retta ai media e alla rete sembra che in molti siano preoccupati per la sorte di noi poveri. C’è chi si impunta sul reddito di cittadinanza (non mi riguarda ovviamente) e chi vorrebbe azzerarlo a favore di non si sa quali altri incentivi per chi fa (o dovrebbe fare?) impresa. Comunque, permanendo intorno ad alcuni milioni il numero dei poveri nell’Italia nostra, quella strada che Leo suggerisce da anni (aumento semplice-semplice a chi è già titolare di quella Carta Acquisti che viene concessa solo a chi, come il sottoscritto, è straordinariamente stato capace di dimostrare la sua assoluta indigenza) nessuno la vuole perseguire. Ritengo perché sarebbe difficile raccattare voti con questa equa iniziativa che ripropongo: invece che 1,3333 periodico euro al giorno per sfamarsi, comprare medicine, pagare bollette passare a 2,666 periodico euro al giorno. Almeno.
Chissà se a ripetere questa banale richiesta qualcuno ne scopre la facile applicazione e la facilissima verifica della condizione di legittimità in cui si ritrova il destinatario da parte dell’ente erogatore. E ve lo dice uno che questa mattina su quel conto (sono ampiamente scaduti 60 giorni dall’ultima erogazione) ha un saldo di 0,34 euro ma che è pronto a mostrare l’uso corretto (cibo e medicine) che ha fatto di quel denaro: 80 euro inviatimi il giorno 3 luglio u.s.
Da allora, aspettiamo pazienti.
Nel post, a seguire, dopo le mie questioncelle, più provocatorie che altro, trovate un documento viceversa serissimo sul tema della povertà.
In chiaro metto alcune pagine introduttive a firma di Don Francesco Soddu, Direttore di Caritas Italiana e poi linkando potete leggere a sufficienza sull’argomento povertà. Dopo questa lettura sarà difficile dire che non si sapeva o non si era capito. E questo è il mio fine.
Oreste Grani/Leo Rugens
È davvero squallido il modo “ideologico” (per semplificare, perché l’ideologia, in realtà, c’entra ben poco, diversamente dalla ricerca di visibilità mediatica a fini elettorali) con cui viene affrontata la questione.
Sarebbe anche ora di utilizzare un sano approccio dichiaratamente “SPERIMENTALE” alle politiche pubbliche, che potrebbe, ad esempio, implicare la possibilità di verificarne, dopo un certo tempo, l’effettiva efficacia, introducendo gli opportuni correttivi riguardanti gli effetti indesiderati non previsti/prevedibili (la cui presenza, dopotutto, è più che normale quando si affrontano materie complesse).
Sembra, invece, che il dibattito su misure semplicemente necessarie venga affrontato con un ottuso spirito di tifoseria, come se ci si dimenticasse delle ragioni che le avevano originate. Come se queste ragioni, anche all’origine, fossero state, in fondo, del tutto irrilevanti.
Naturalmente, un simile approccio implica un clima di fiducia. Che è proprio quello che, così mi sembra, continua a mancare.
Gesti altamente simbolici come quello di desecretare il desecretabile (e, con un po’ di coraggio, anche ciò che non sembra desecretabile) potrebbero, forse, mutare questo clima (sembra che c’entri poco con la prima parte del discorso, ma io penso che, invece, c’entri, eccome!)
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Buongiorno, vorrei dire che alcune organizzazioni ecclesiali mi risulterebbe prendano ingenti somme annuali a bilancio SENZA EVIDENZA DI GARE PUBBLICHE dal Comune di Roma per le loro attività caritatevoli. Viceversa, altre Organizzazioni No Profit caritatevoli laiche, pur sviluppando moli di attività a favore dei bisognosi di simili se non superiori dimensioni, non vengono finanziate affatto dal Comune di Roma o quasi nel corso degli anni. Direi che anzi vengono sistematicamente contrastate nella loro attività caritatevoli veramente no profit, sia pure subdolamente, perchè è ovvio ………… Se si è senza padroni, si è sempre veramente liberi.
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