L’indifferenza alla condizione di estremo pericolo in cui versa il Libano

Il tempo passa e in Italia sono rimasti in pochi a capire la gravità di uno sguardo strabico in politica estera.
Quando mi riferisco al tempo che passa penso a quanto siamo lontani dai tempi in cui a Franco Angioni e ai suoi soldati veniva riconosciuto il grande lavoro, diplomatico e militare, svolto, per tutti noi, in Libano.
Le parole che leggo pronunciate dall’on. Ermellino delineano un fronte, compatto, dell’indifferenza verso la condizione in cui versa, da mesi, la vicinissima Beirut. Leggo che sono stati respinti tutti gli emendamenti che tendevano a spostare almeno una parte della montagna di soldi – 120 milioni di euro – che invece qualcuno ha fatto in modo che fosse indirizzata in Afghanistan e paesi limitrofi perpetuando, in tutta fretta, troppi errori commessi a favore di taliban, ISI pakistano ed, evidentemente, di amici degli amici dei nostri nemici.
La verità che per delineare la politica estera di uno Stato (questo si dovrebbe dibattere nelle commissioni Difesa e Esteri) occorre intanto che uno Stato esista e quando assisto a queste scelte cieche ed autolesionistiche torno a domandarmi se esiste in Italia uno Stato degno di tale nome. Non è infatti uno Stato un insieme oscuro (è una scelta strabica, al limite della cecità, quella che è stata compiuta) di poteri corporativi (se non si scopre a posteriori riconducibili a bande di interessi inconfessabili) che ci fanno apparire sempre lontani nell’agire concreto agli interessi superiori del popolo italiano. Ignorare il grido disperato del vicino popolo libanese, concentrandosi, quasi si fosse obbligati da patti segreti e scellerati, a dare “tutti” i soldi disponibili ai Servizi Segreti pakistani (questo avverrà come questo è sempre avvenuto) consolida l’idea che mi sono fatto negli anni che, per motivi difficili da ricostruire in questa sede marginale e ininfluente (questo è il blog che state leggendo), il prestigio morale di uno Stato è un elemento essenziale nei rapporti internazionali. Non importa che un Paese sia grande o piccolo, debole o potente secondo canoni tradizionali. Atene ai tempi di Pericle (ogni tanto il vostro Leo spara cazzate paraculturali) non aveva più di 40.000 cittadini, non contando gli schiavi, ma fu un centro irradiante civiltà nel mondo ostile e barbaro. Israele (e so di toccare un tasto dolente) deve la sua sopravvivenza (questa è la verità) anche alla sua forza, ma soprattutto al prestigio di cui era circondata nei primi anni della sua esistenza per l’autorevolezza morale della sua classe dirigente. Non si fa politica estera quando si è considerati nel mondo uno Stato in sfacelo in balia di corrotti e corruttori. Uno Stato senza magistratura e a disposizione delle mafie di ogni tipo e dimensione è destinato a non avere politica estera. Così è. L’indifferenza della Commissione Esteri per la tragedia di Beirut al fine evidente di lasciare campo libero ad altre nazioni mediterranee lo prova.
Trovate a seguire anche un semplice riferimento al Gen. Franco Angioni per provare a non dimenticare. Oltre che le tracce della lungimirante, solitaria, coraggiosa attività della parlamentare Alessandra Ermellino.
Oreste Grani/Leo Rugens

Comunicato ANSA 21.9
*Afghanistan: Ermellino, fondi per Kabul, Libano abbandonato* ZCZC2686/SXA XAI21264012648_SXA_QBXB R EST S0A QBXB Afghanistan: ERMELLINO, fondi per Kabul, Libano abbandonato ‘L’Italia non volti le spalle a Beirut’(ANSA) – ROMA, 21 SET – “Trovo assurdo che si vogliano destinare tutti i 120 milioni stanziati per la missione in Afghanistan alla gestione dei profughi e ai Paesi limitrofi coinvolti nell’accoglienza. Non abbiamo sufficienti garanzie sull’effettiva allocazione delle risorse e sul loro utilizzo. Per di piu’ si tratta di una cifra enorme, superiore a quella spesa dalla Difesa italiana in 16 anni di progetti umanitari nel Paese. Per questo in Commissione Esteri ho proposto che una parte di questi fondi venga utilizzata per Il Libano. Un paese amico, strategico e in piena emergenza umanitaria”. Lo dichiara Alessandra ERMELLINO, deputata del gruppo Misto e membro della Commissione Esteri a Montecitorio. “L’Italia – ha aggiunto – non volti le spalle a Beirut e colga l’occasione di riaffermare il proprio ruolo nel Mediterraneo in autonomia”. (ANSA). COM-DAC 21-SET-21 21:28 NNNN

Comunicato 22.9 post votazione
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Missioni: Ermellino (Misto), Italia non ha visione complessiva su politica estera
“La carenza di una visione complessiva in materia di politica estera si è resa evidente questa mattina nelle commissioni riunite esteri e difesa della Camera. Gli emendamenti che ho proposto, per spostare anche sul Libano una parte dei fondi liberati dalla conclusione della missione in Afghanistan, sono stati bocciati. Capisco i tempi stringenti con cui l’Italia è chiamata a intervenire sulla crisi afghana, ma il Libano ha ugualmente bisogno del nostro contributo”. Così in nota la commissaria esteri Alessandra Ermellino del gruppo Misto. “Sono costretta ad ammettere che non c’è la volontà politica di proseguire in un percorso di sostegno umanitario tempestivo, equilibrato e avveduto”, aggiunge. “Basta agire sull’onda dell’emozione, accanto alle doverose iniziative da intraprendere sull’accoglienza degli sfollati e rifugiati afghani, in Libano continuano a non essere garantiti servizi e beni di prima necessità. È ovvio che la mia richiesta di sensibilizzazione continuerà al di là di questa parentesi parlamentare, ma non posso non pensare che oggi l’Italia abbia perso l’occasione di essere una voce pensante all’interno della comunità internazionale”, conclude.

Franco Angioni
(Civitavecchia, 25 agosto 1933) è un generale e politico italiano.
Figlio di un sottufficiale sardo, originario di Norbello, vicino Abbasanta (OR), fu allievo della Scuola militare Nunziatella. Ha poi frequentato l’accademia militare ed è stato ufficiale dell’Esercito italiano, arrivando al grado di generale di corpo d’armata.
Ufficiale dei paracadutisti, ha comandato il Battaglione Sabotatori Paracadutisti (denominato in seguito Battaglione d’assalto paracadutisti “Col Moschin”).
Tra il settembre del 1982 ed il febbraio del 1984, nell’ambito della prima guerra libanese e successivamente al massacro di Sabra e Shatila a Beirut, ha guidato il contingente italiano della Forza Multinazionale in Libano durante la missione Libano 2. Quest’ultima era in principio nata come iniziativa ONU, ma il veto dell’URSS annullò l’egida internazionale mentre il contingente era in navigazione verso il Libano, per cui ITALCON si trasformò in corso d’opera in uno sforzo eminentemente nazionale, con Francia ed USA. Come diretta conseguenza, i mezzi ITALCON, come le Fiat Campagnola, i VCC-1 Camillino e tutti gli altri quali camion e cingolati, impegnati sul terreno, mantennero la colorazione bianca, identificativa dei veicoli ONU, ma portarono dipinta la bandiera italiana senza la lettere UN, acronimo di United Nations (invertite in NU per Nations Unis in aree di lingua francese come avvenne, e avviene oggi, in alcune missioni in paesi africani), invece dipinte sui veicoli operanti sotto egida ONU, approvata con apposita risoluzione.
L’intervento in Libano, durante il quale sia il contingente americano sia quello francese subirono gravissime perdite in seguito a due attentati, fu grazie ad Angioni un modello cui si riferirono anche le successive missioni italiane all’estero. L’approccio del generale, infatti, fu quello di spingere i propri soldati a conoscere la cultura locale, sulla quale distribuì a tutti dei libri. Questo permise agli italiani di comprendere le ragioni delle parti e proporsi come forza di interposizione, piuttosto che come l’ennesimo contingente straniero in terra libanese. I rapporti con la popolazione locale e le diverse parti in lotta vennero inoltre enormemente facilitati dalla costruzione di un ospedale da campo nei pressi dell’aeroporto di Beirut, dove tutti i feriti di qualunque fazione venivano curati.
Angioni in Libano nel 1983 con Pertini e il piccolo Mustafà
Un caso paradigmatico del livello di interazione raggiunto è la storia del piccolo Mustafà Haoui, curato nell’ospedale italiano, che divenne in seguito la mascotte del contingente, emigrò poi in Italia ed è divenuto tecnico di laboratorio presso l’Istituto Regina Elena di Roma.
La missione in Libano segnò anche lo spartiacque nel rapporto tra la popolazione italiana e le forze armate italiane, deterioratosi dopo la seconda guerra mondiale, ed ancora di più dopo la contestazione del Sessantotto. La Brigata Folgore rientrò nella sua base di Livorno a fine missione, accolta da grandi festeggiamenti in città, e il suo comandante conobbe un’enorme popolarità su scala nazionale.
Nel corso della sua carriera militare, Angioni ha ricoperto incarichi di prestigio, quale il comando del III Corpo d’armata di Milano; la presidenza del Centro alti studi per la difesa (CASD) dal 7 settembre 1992 all’11 gennaio 1994; l’incarico di comandante delle Forze terrestri alleate del Sud Europa di Verona (FTASE) dal 14 gennaio all’8 giugno 1994; per diventare successivamente segretario generale e direttore nazionale degli armamenti presso il Ministero della difesa. È stato inoltre Presidente del Consiglio dell’Ordine Militare d’Italia
Nel corso della propria carriera il Gen. Angioni è stato insignito di Croce d’oro di Anzianità di Servizio Militare (40 anni per ufficiali), Medaglia per Lunga Attività paracadutistica, Medaglia d’oro al Merito di Lungo Comando (20 anni e oltre) nonché della Medaglia Commemorativa per la Missione di Pace in Libano, nelle 2 versioni: la prima per le operazioni dal novembre 1982 al 12 maggio 1983, e la seconda per operazioni dal 12 maggio 1983 al 6 ottobre 1986, riunite entrambe nella seconda, che ha poi dato origine all’attuale Croce per Missioni di Pace; inoltre ha conseguito il brevetto di Ranger presso la Scuola Ranger dello U.S. Army.
Terminata la carriera nell’Esercito il 9 settembre 1996, nel grado di Generale di Corpo d’Armata, si è dedicato alla vita pubblica quale esponente dei Democratici di Sinistra. È stato eletto alla Camera dei deputati nelle 2001, nel collegio uninominale di Roma-Monte Sacro, in rappresentanza della coalizione di centrosinistra, rimanendo Deputato fino al 27 aprile 2006.
Ha occupato l’incarico di segretario della Commissione Difesa dal 21 giugno 2001 al 27 aprile 2006 ed è stato membro della delegazione parlamentare presso l’assemblea NATO dal 19 settembre 2001.
Onorificenze
Grande ufficiale dell’Ordine militare d’Italia | |
«Ufficiale Generale sempre impegnato in attività di alto profilo, si distingueva in particolare per la perizia ed il valore dimostrati nell’azione di comando del Contingente militare italiano della Forza Multinazionale di Pace in Libano (1982-1984). Nel periodo successivo, per oltre 15 anni ha continuato a servire la Repubblica fino ad assumere le più elevate responsabilità istituzionali in un periodo caratterizzato dal crescente impegno delle Forze Armate in operazioni internazionali al servizio della pace. Nell’esercizio delle sue responsabilità esprimeva altissime doti di organizzatore, di ideatore e di Comandante, contribuendo validamente al successo di tali operazioni e rappresentando un sicuro esempio per le giovani generazioni di comandanti» — 5 novembre 2001 |
Cavaliere dell’Ordine militare d’Italia | |
«Comandante del Contingente italiano della Forza Multinazionale di pace in Libano, per diciassette mesi reggeva il difficile comando con azione instancabile, estrema perizia ed indiscusso prestigio. Con il personale determinante contributo di pensiero, di energie e di iniziative, riusciva ad assolvere i peculiari e delicati compiti affidatigli, svolgendo altresì valida ed assidua azione sul piano diplomatico. Nel difficile contesto in cui è stato destinato ad operare ha sempre costituito sicuro punto di riferimento e mirabile esempio di valore e di capacità di comando, imponendosi alla sincera ammirazione della popolazione libanese e di autorevoli rappresentanti di altre Nazioni. Beirut, 26 settembre 1982 – 26 febbraio 1984» — 25 febbraio 1984 |
Croce d’argento al merito dell’Esercito | |
«”Ufficiale Generale in possesso di elevatissime doti umane, intellettuali e di superiori qualità professionali, si è prodigato, in ogni circostanza e in tutti gli incarichi ricoperti, profondendo incondizionato impegno nell’espletamento di onerosissimi compiti, tra cui quello di comandante delle forze terrestri alleate del sud Europa e segretario generale e direttore nazionale degli armamenti. Ha servito, per quarantaquattro anni, l’Esercito e il paese contribuendo ad accrescerne e a rafforzarne il prestigio anche in ambito internazionale”. Roma, 7 settembre 1996.» — 20 giugno 1997 |
Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana | |
— 15 luglio 1994 |
Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana | |
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica» — 3 novembre 1983 |
E se altre nazioni mediterranee non fossero poi così benaccette dalle pur stremate popolazioni libanesi?
https://formiche.net/2020/09/macron-libano-paradigma/
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Sembra proprio che a qualcuno non piaccia affatto
https://english.aawsat.com/home/article/3183386/rajeh-khoury/lebanon-oil-monsieur-macron
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Scandalosa ipocrisia
https://reliefweb.int/report/lebanon/statement-international-support-group-lebanon-22-september-2021-enar
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Il primo viaggio del Primo Ministro
http://www.dailystar.com.lb/News/Lebanon-News/2021/Sep-21/523569-mikati-to-visit-paris-for-macron-talks-this-week.ashx
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Harbours & oil… ma il galletto non sta giocando una partita troppo rischiosa?
La risposta, infatti, non si è fatta attendere.
Bisogna vedere se finirà per lasciarci le penne.
https://www.newsweek.com/lebanons-new-hezbollah-government-opinion-1629346
Mi viene da pensare che spazi ce ne potrebbero ancora essere (se ci fosse qualcuno in grado di coglierli… ma non avevamo un Drago sputafiamme? Che pensa in inglese? Che sta organizzando qualcosa per ottobre e per questo sta attaccato al telefono con un vecchio attore della scena mediorientale?)
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Che succede in Tunisia?!?!
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