Cara Piera, con santa pazienza ho aspettato, inutilmente, ed ora ti scrivo

Amici cari e alcuni lettori dotati di strumenti culturali atti a penetrare la materia, buongiorno. Materia complessa come “il contrasto alle mafie”. Veniamo al cuore di questo personalissimo post.
Aspetto scuse (da chiunque me le vorrà porre tra i tanti coinvolti nella vicenda) non solo per aver considerato i miei consigli (forniti, mi sembra di ricordare, per oltre un anno, ad assoluto titolo gratuito) non degni di alcuna considerazione, ma perché quando la scelta dell’on. Piera Aiello è caduta sull’IDV le persone che per mesi mi avevano sentito lodare la coraggiosa siciliana, possono aver pensato che io fossi, non solo come sono, un vecchio signore malato e tardo, ma uno a cui si può fare offesa senza pagare dazio. Ho aspettato di verificare che mi fossi sbagliato a predire che l’IDV (oltre che l’imbarazzo di appartenervi) valeva, come simbolo di riferimento, meno dell’1% ed ora, che ho avuto ragione, non riesco a non scrivere una lettera aperta alla parlamentare della Repubblica Italiana, Piera Aiello.
“Cara Piera, non basta nella vita aver sofferto (come certamente hai sofferto) le conseguenze di atti “mafiosi” per arrivare a saper fare l’anatomia di un regime. Quello con cui hai ritenuto di saperti misurare, scendendo in politica.
Diceva uno che se ne intendeva (o vogliamo rimuovere anche questo?): “Di mafia si parla troppo“. Questa affermazione, che pochi ricordano, fu fatta in una conferenza in Messico (lontano quel paese), nel settembre del 1990, da Giovanni Falcone. E di mafia, infatti, in troppi ne parlano.
Forte dei miei 74 anni ormai trascorsi e nulla dovendoti, ho voglia di mandarti a dire che per rendersi veramente utili al “partito” del contrasto ad un tale fenomeno complesso bisogna essere, prioritariamente e nel profondo, umili. Temo che, rifiutando consigli e aiuto fraterno, tu non lo sia stata.
Affrontare le mafie come hai ritenuto di saper fare (cioè solo con strumenti penali o con piccole guerricciole contro quello o quell’altro personaggetto a volte del tuo campo politico e a volte di quello avverso) sia diventata per te una banale fatica di Sisifo quotidiana, rimuovendo un altro saggio consiglio di Giovanni Falcone (e quindi, per un verso, di Paolo Borsellino che hai ben conosciuto): “Nella società c’è un consenso distorto. Altro che bubbone in un corpo sano. Il tessuto (e si riferiva ovviamente anche ma non solo alla Sicilia ndr O.G.) non è affatto sano. Noi estirperemo Michele Greco (quello era il nome in quel momento ndr O.G.), poi arriverà il secondo, poi il terzo, poi il quarto…”.
Il tessuto non è affatto sano quindi e i sintomi di questo “essere malato” sono numerosi e di non facile lettura. Per agire, con efficacia, contro il corpo malato bisogna saperne di terapie generali, del risanamento dell’insieme, per interpretare il passato e orientare il futuro. E’ una scienza che non si apprende solo soffrendo, come certamente hai sofferto tu. Per arrivare a saperne di terapie generali, non solo bisogna saper studiare, certamente saper ascoltare, ma, soprattutto, saper guardare dentro la verità della propria vita. Con umiltà.
Con affetto immutato.
Oreste Grani/Leo Rugens
Da anni seguo il blog e posso solo complimentarmi per questa condivisibile analisi .
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Qui notizie di un altro frammento dell’esplosione 5s.
Decisamente meno simpatico dell’on. Piera Aiello
https://www.7colli.it/sileri-aurigemma-fdi-diffamazione-archiviazione-interrogazione-francesco-storace-37408/
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