La paura fa No Vax
“La sola passione della mia vita è stata la paura” Thomas Hobbes citato da Roland Barthes (non ho ancora trovato il libro in cui Hobbes l’abbia scritto)
Non ho sapienza per scrivere “della paura” ma cosiglio la lettura di:
- La paura e l’Occidente di Jean Delumeau
- Colpa e potere di Giuseppe Bonazzi
- Il capro espiatorio di René Girard
- Psicologia della paura di Anna Oliviero Ferraris
La malattia e la morte fanno paura così come la scienza e in generale tutto ciò che si intuisce di non capire. Paura e capro espiatorio sono intrecciati inestricabilmente, il che mi porta a temere per il futuro su chi lo diventerà.
L’incremento del 192,6% di morti nel mese di marzo 2020 in Lombardia è segno del profondo malessere della politica lombarda e nazionale.
Se 1600 operai dell’Ilva su poco più di 8000 non si sono vaccinati, perché stupirsi se la telecomandata Forza Nuova attacca la CGIL? E siccome tutto si tiene, già che ci sono, le “pecore” Fiore & Co se la cantano denunciando gli accordi fatti con la Digos, a quel punto non vuoi chiedere le dimissioni del Ministro dell’Interno, del direttore dell’AISI e pure del Capo della Polizia più qualche prefetto (capro espiatorio perfetto, anzi prefetto, come suggerisce Bonazzi).
Auspico nel merito un bel colpo di ramazza da parte del Presidente del Consiglio Draghi.
Alberto Massari
P.S. Anch’io ho paura della malattia e della morte e a essere sincero mi sono vaccinato perché credo nell’ISS nonostante tutto; il no vax, viceversa, ha precisce nozioni scientifiche o ragioni politiche che espone con dovizia di particolari per giustificare la propria posizione contro il vaccino. Alla fine io so di non sapere come funziona un vaccino, il no vax sa tutto.
grazie per la illuminante tabella;il sig. giannini ha fornito un ” assist ” ai funzionari che hanno sequestrato una donna e la figlia in obbedienza ai superiori voleri ( indirettamente del sistema energetico ) nonostante la impeccabile sentenza di condanna in linea con la intera istruttoria dibattimentale; ho scalfito la furbata con una pesante nota inviata a chi di dovere e tra poco ne seguirà altra per allargare l’istruttoria in sede di appello
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Ho scoperto, non senza raccapriccio, che molti ritengono che il Green Pass sia il primo passo, mentre il secondo sarebbe il chip sottopelle “per controllarci tutti”.
Perfino una signora sui sessantacinque, cliente settimanale del parrucchiere, insegnante, che abita nel mio palazzo e che (chissà perché, poi) ho sempre considerato persona equilibrata.
A questi deliri l’obiezione che sembra vincente non è entrare in una polemica che ben presto appare senza senso di fronte alle granitiche certezze. Piuttosto, argomentare che se vaccinare tutti ha richiesto tutto questo tempo e con non poche difficoltà, figuriamoci cosa succederebbe con il chip! E sperare che l’ascensore si sbrighi ad arrivare al piano.
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Non è questione di sapere o non sapere. Nessuno saprà mai niente. Quanto di credere o non credere. Al netto dei conflitti di interesse e della libera informazione.
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FALSE FLAG?
Dopotutto i provocatori di Piazza del Popolo, novelli black block, un merito lo hanno avuto (in realtà più di uno). Non mi riferisco al (benemerito) crollo nei sondaggi di Lega e FdI o all’allontanamento di un micidiale orizzonte con un personaggio risibile come Michetti sindaco di Roma.
Più modestamente, riconosco a Flower (forse è più corretto chiamarlo così) & Co. il merito di avermi fatto scoprire spazi nascosti nell’oceano oscuro del web come quello che segue e altri, citati nell’articolo.
http://www.linterferenza.info/esteri/i-macellai-di-pravy-sektor-e-i-mercenari-neofascisti-italiani-allombra-dei-servizi/#tref1
Quella che si sostiene nell’articolo è lo scenario di una “spaccatura” dei neofascisti italiani in due filoni, ciascuno dei quali rispondente a due differenti centrali estere.
Viene da pensare che se, rispetto al passato, tra i soggetti operanti dalle nostre parti non se ne rileva nessuno del calibro di un Federico Umberto D’Amato, per i nostri “trascorsi” costituiamo certamente un bacino di reclutamento da spendere laddove serve.
Del resto, l’idea di una “terza posizione” ben si presta ad operare su più fronti, laddove serve.
E penso anche che Meloni ben sappia di cosa parla quando blatera di strategia della tensione. In ogni caso, infatti, la danneggiata del raid è proprio lei!!
E forse pure qualcun altro, di cui adesso si chiede la testa e che forse non era gradito.
Insomma, si è voluto fare un po’ d’ordine.
Dovrebbero venire a casa mia, dove il disordine rischia di sovrastarmi se non mi decido a buttare qualcosa!!
Resta da capire (eufemismo) se i servigi resi a più padroni comportino l’impunità per ben altre attività di pulizia e lavaggio (sempre in relazione alla domanda CHI PAGA….)
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Mi vengono in mente anche personaggi con trascorsi non limpidissimi, tornati di recente e in modo inopportuno su una ribalta della quale non sembrano poter fare a meno…
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Troppi piccioni con una sola fava…
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