I numeri della pandemia (se si esclude quelli italiani) peggiorano. Di molto

17 ottobre 2021

240 milioni di contagi appurati nel mondo descrivono una pandemia? Direi proprio di sì. I morti, un giorno, sapremo quanti sono stati. Direi quanti saranno perché sentite a me di COVID (in evoluzione permanente) si continuerà a morire. Ieri, nella sola Russia, quella del vaccino Sputnik, si sono contati oltre mille morti. Mai così tanti dall’inizio ufficiale dell’infezione. Così negli USA, in questi ultimi giorni i morti sono tanti quanti non erano mai stati. Cioè si dice oltre 1500 al giorno! In Inghilterra, da quattro giorni, si balla intorno ai 40.000 nuovi infettati pro die. Numeri che devono far riflettere soprattutto se si mettono in relazione con l’assenza di dati attendibili provenienti dalla Cina, dall’India, dal resto dell’Asia e da tutta l’Africa. Chissà cosa ne penserebbe (se esistesse) mister Massimo Zuppini, il personaggio “inventato” di sana pianta dal sottoscritto, per ipotizzare/insinuare che, sin dal 2009, si parlava di una ipotesi pandemica e sulla necessità di prepararsi al gravissimo evento.

Prepararsi alla comparsa di un nuovo agente patogeno, lasciavo scritto sin dal 2013, in questo marginale e ininfluente blog! E questa necessità la mettevo, in chiave fantasiosa, in bocca al personaggio da me inventato ed aggiungevo che ci si sarebbe potuto misurare, in un futuro prossimo, con la capacità di tale agente di colpire il genere umano, creando gravi patologie e, soprattutto, di dover prendere atto, drammaticamente, della capacità di tale agente di diffondersi rapidamente per contagio. Qualche anno prima della comparsa del primo caso di COVID, mi ero inventato, lo ammetto, di sana pianta, che l’OMS (piazzavo l’ipotesi nel lontanissimo 2005) aveva pubblicato un nuovo piano globale di preparazione alla pandemia influenzale. E nell’ambito di tale fantasiosa e provocatoria simulazione che mi misi a parlare di forniture di adeguati dispositivi di controllo delle infezioni quali prodotti per la pulizia personale, mascherine (le santissime mascherine di cui non sento più parlare come si meriterebbero) di protezione per gruppi selezionati di personale e misure di “distanza sociale” (affascinante definizione!) al fine di prepararsi a misure per gestire il personale che fosse risultato ammalato sul posto di lavoro e per assicurare un “rientro sicuro” al lavoro dei lavoratori ammalatisi. Un mondo di pura fantasia dove capisco che aver ipotizzato condizioni di vita complessa come quella che oggi rivendico di aver “sognato”, mi collocava tra i peggiori farneticatori catastrofisti. Poi se per parlare di tali drammatiche (irrealistiche!) ipotesi uno è arrivato addirittura ad inventarsi un collaboratore della GSK, quel tale Massimo Zuppini (ma che nome e cognome improbabile avevo ideato?) e, per farlo esistere, ha addirittura buttato in rete esche e provocazioni (speravo in qualche mitomane che si facesse avanti a mo’ dello Smemorato di Collegno), andrebbe certamente “oscurato”. Lui e il suo blog. Intendendo Leo Rugens e compagnia cantando. Non ovviamente quello di Zuppini, che non esistendo, non risulta avere un blog.

Oreste Grani/Leo Rugens che si è messo in testa che il Virus (per “antonomasia” non sapendo più come chiamarlo tante sono le varianti in essere) potrebbe non aver mollato la presa, perfino in Italia. Nonostante noi si sia (come si deve essere) virtuosi come vaccinati e vaccinandi. Perché il Virus non conosce frontiere. E se non lo si sconfigge ovunque (stazioni spaziali a parte) potrebbe farci qualche brutto scherzetto. Sapete di quel quesito cornuto che a giorni si riproporrà durante la festa di Halloween? Dolcetto o scherzetto? Ecco, ve lo voglio lasciare detto: penso che le cose, anche in Italia, potrebbero mettersi nuovamente male se in troppi stupidi continueranno a non volersi vaccinare.

Vaccinarsi per tutte le volte che dovesse essere necessario. Ormai la “trappola” è scattata e Big Pharma, che esiste, ne trarrà vantaggio. Agitarsi, per ora, potrebbe far aumentare il “godimento”.