Roberto Maroni – Il ritorno

“Dopo le regionali del marzo 2010 in Calabria si è creata una situazione che se non fosse drammatica sarebbe buffa. Da un lato l’onorevole Angela Napoli, dall’altro il consigliere regionale (eletto) Nino De Gaetano. La Napoli scrive un’interpellanza al ministro dell’Interno Roberto Maroni. Vuole che faccia gli adeguati controlli sul collega della Regione. Perché «a fare campagna elettorale per De Gaetano sarebbero stati in prima persona Bruno Tegano e la moglie». I Tegano sono gli alleati storici dei Trovato. E la donna è la stessa inquadrata da tutte le televisioni nella piazza della questura durante l’arresto del cognato Giovanni (latitante da diciassette anni) mentre urla: «È un uomo di pace». Forse di pace mafiosa. Delle due l’una: o c’è una onorevole folle che si mette a dispensare accuse gratuite di collusione con la ’ndrangheta o Maroni farebbe bene a prestare ascolto.”
Gianluigi Nuzzi, Claudio Antonelli. “Metastasi”, Chiarelettere 2010

“Come ministro e ancora di più come leghista mi sento offeso e indignato dalle parole infamanti di Roberto Saviano, animate da un evidente pregiudizio contro la Lega”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, commentando il monologo in cui ieri sera nel programma Vieni via con me lo scrittore ha affermato che “al Nord la ‘ndrangheta interloquisce con la Lega”.
Repubblica 16.11.2010

Lecco, anche Maroni mangia la pizza
Lecco (Lècch) – É giunto a Lecco anche il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, per l’inaugurazione della pizzeria “Fiore”, sorta sulle ceneri del Wall Street, il locale sequestrato al ‘ndranghetista Franco Coco Trovato [un super boss]. La cerimonia si è svolta venerdì alla presenza delle autorità locali.
Corriere di Lecco 1.4.2017

“ «Nel 1975 Franco Coco Trovato ha già un piccolo esercito a disposizione, ma non ha i gradi né il potere da santista. Tutti e due i riconoscimenti arrivano solo all’inizio degli anni Ottanta. Allora comincia a comandare da “dittatore assoluto” su Varese, Como, Lecco e la Brianza. All’inizio della carriera deve costruirsi una fama da duro. E ce la fa benissimo, considerati gli omicidi che commette. Poi, a metà degli anni Settanta, capisce che servono soldi. Ma, con le rapine, prima di mettere assieme un miliardo ci vuole tempo. Impegno. Logistica. Ed è un lavoro faticoso. Invece, con i sequestri di persona, in un colpo solo si fa una montagna di soldi. Nel 1975 un appartamento di 70-80 metri quadri costa 8 milioni. Figuriamoci con un miliardo che cosa si può fare: comprare tanta droga e mettersi nel giro». Ed è questo l’obiettivo di Franco. Che infatti decide di darsi ai sequestri di persona.”
Gianluigi Nuzzi, Claudio Antonelli, “Metastasi”, Chiarelettere 2010

Roberto (detto Bobo) Maroni (classe 1955) “presiederà la Consulta per l’attuazione del Protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto dello sfruttamento lavorativo in agricoltura e del caporalato sottoscritto il 14 luglio scorso. L’insediamento dell’organismo avverrà oggi [20.10.21] alle 15 al Viminale, alla presenza del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, e del presidente del Consiglio nazionale di Anci, Enzo Bianco” (fonte AGI). Spicca l’assenza della massima esperta in materia, Teresa Bellanova, ieri ministro oggi viceministro.

Scorrendo il curriculum del Maroni, attirano l’attenzione un impiego presso l’ufficio legale del Banco Ambrosiano, Calvi vivo, e una posizione dirigenziale presso Avon; ma qui siamo nel passato remoto, nel presente lo ritroviamo nel cda del Gruppo San Donato; è stato Presidente della Regione Lombardia dal marzo 2013 al marzo 2018.

Voci di corridoio leggono la sua riemersione come passo di una liturgia politica atta a togliere di mezzo Salvini, morto che più morto non si può. Bazzecole.

La Redazione