La vendetta del perseguitato popolo yezida si sta per compiere?

Se la variegata e segmentata opposizione politica/partitica turca si salda smette anche per poco tempo di litigare, per il sultanotto anatolico Recep Tayyip Erdogan si mette male. Non ho scritto si “potrebbe” mettere male. Direte che è difficile che i segmenti si saldino e si coordinino. Ma se dove accadere, ve lo dice il vostro “provincialotto” ignorantone in quasi tutto, per il sanguinario dittatore è finita e non basterà nessuno scudo massonico a salvarlo. Anzi. Anche fisicamente. Dico pertanto che il disegno del califfone, dopo aver smesso i panni del musulmano moderato e per un periodo perfino affidabile, quasi fosse un tantino democratico (per alcuni anni Erdogan ha assunto questo ruolo cercando di farsi accogliere perfino nell’UE), è all’ultimo tempo. Si sta per interrompere, tragicamente, la sua “candidatura” a regista della infiltrazione maomettana dell’Europa, a sultano ottomano (da Ankara fino a Tunisi, senza dimenticare l’Adriatico e perfino propaggini all’ombra della Muraglia Cinese il tutto in chiave “energetica”), con il sogno segreto di tutti i cattivoni musulmani di, un giorno, soffocare nel sangue gli ebrei/israeliani durante la riconquista di Gerusalemme.
Si dice che i residui militari laici turchi, importanti logge massoniche (che tanto contano da quelle parti), ambienti economici inglesi, tedeschi, statunitensi abbiano deciso che il pupazzo, incarnazione della “profondità strategica turca improntata all’interesse nazionale altruistico” (e cazzate pseudoidealistiche similari ispirate dalla formula magico-politica G=(SV+PV) x (SZxSPxSI) dove G sta per potenza, SV per fattori costanti, PV per variabili, SZ mentalità strategica, SI per volontà politica) per lui “messa a punto” – un ventennio addietro – debba cadere e, nel farlo, mostrare la testa insanguinata che ruzzola.
La resa dei conti è cominciata e la crisi isterica rappresentata dalla cacciata dei dieci ambasciatori lo prova. Domenica 24 ottobre 2021 dico la mia: la piccola realtà culturale (antichissima e molto saggia però) rappresentata dal popolo degli Yezidi sta per assistere alla giusta punizione del dittatore e loro feroce persecutore. È un sogno profetico? Vedremo. E questo lo scrivo perché sarebbe giusto che le donne e i bimbi yezidi avessero la loro sacrosanta vendetta. È tempo.
Oreste Grani/Leo Rugens
Intanto, poco lontano, all’ombra della distrazione USA, si minano le basi già fragilissime di un possibile percorso verso la pace
https://www.controinformazione.info/israele-sta-portando-avanti-cosi-tanti-scontri-su-piu-fronti-che-potrebbero-scoppiare-diverse-guerre-in-qualsiasi-momento/
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Si avverte la mancanza dei due bravi analisti
https://www.repubblica.it/esteri/2021/10/12/news/iraq_al_sadr_elezioni_vittoria-321865586/
In ogni caso: tendenza “italiana”…
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Il Libano continua a danzare sull’orlo del baratro.
https://foreignpolicy.com/2021/10/25/hezbollah-escalation-lebanon-beirut-port-blast-amal-movement/
Mentre il miliardario dei Pandora Papers posto a capo del governo continua la trattativa con il FMI, Hezbollah non può accettare l’idea di essere oggetto dell’indagine sull’esplosione al porto e, con atteggiamenti intimidatori (la sfilata con le armi bene in vista nel quartiere maronita), provoca la reazione dei cecchini. Un (macabro) teatrino che è costato 7 morti (sciiti). Ma, anche se molti paventano una nuova guerra civile, non succederà nulla del genere. Hezbollah ha interesse a rappresentarsi come vittima. Pur essendo armato fino ai denti (e, come ben sanno nel nord di Israele, pure dotato di nuove armi più efficienti) non farà nulla per non rimanere isolato.
Fortunatamente (sic!) l’eterno nemico israeliano è preso dalle vicende interne di una coalizione che somiglia a quella del governo Draghi (in realtà è pure peggio). Anche i suoi nuovi amici del club di Abramo sembrano essere distratti dai seminari e workshop organizzati da Minniti, per il quale la questione libanese, ennesima ferita aperta lungo le sponde del Mediterraneo, non sembra proprio esistere…
Il giudice va avanti con la sua indagine, che gli uomini di Nasrallah definiscono “politicizzata”. È vero che avevano il controllo del porto, ma ciò di cui li si può accusare è di incuria. Certo non di aver (masochisticamente) provocato l’esplosione (già… chi l’ha provocata l’esplosione?).
Certo è che si sta facendo di tutto per metterli all’angolo, anche a costo di mettere in ginocchio un intero Paese.
E se Leviathan, l’oggetto del desiderio che giace nelle profondità marine, decidesse di fare onore al suo nome (mi domando a chi sia venuto in mente un nome così infausto) emergendo dalle acque per ghermire tutti i veri mostri che popolano questa disgraziata terra??
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Approfittando della confusione, ombre gialle si aggirano nel porto di Tripoli
https://www.intelligenceonline.com/international-dealmaking/2021/10/21/lebanese-tripoli-opens-new-door-to-chinese-investors-in-syria,109700157-art
(l’articolo intero non si legge, ma si capisce dove va a parare)
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E non solo a Tripoli
https://breakingdefense.sites.breakingmedia.com/2021/10/us-presses-israel-on-haifa-port-amid-china-espionage-concerns-sources/
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