L’inflazione oltre il 3%? Direi che per i poveri cristi si mette male, molto male


Quindi, non potendolo certo nascondere, ormai è ufficiale: i prezzi dei beni di prima necessità aumentano di mese in mese. Vuol dire che i poveri diventano sempre più poveri. Rapidamente, perché l’inflazione corre. L’inflazione è (anche altro ma la materia si complicherebbe troppo) l’aumento generalizzato e prolungato dei prezzi che porta alla diminuzione del potere d’acquisto della moneta: un euro vale di meno. Inflazione etimologicamente dal latino inflatio, è sostanzialmente una “gonfiatura” dei prezzi sui prodotti che qualcuno compra e vende ad altri. Mi interessa l’aumento dei prodotti agricoli perché la gente, per ora, mangia quelli. L’inflazione dei prezzi in agricoltura e annessi si chiama agflazione ma nessuno la chiama così.

Torno a spiegare a prova di cretino (sarei io): se aumentano i prezzi e rimangono costanti i redditi, con i soldi che avete a disposizione comprate meno cose. Se uno è cicciottello può essere un bene. Viceversa si mette male, molto male per donne incinte o meno, bambini e nonni. Luigi Einaudi, l’economista, tra l’altro secondo Presidente della Repubblica, definì l’inflazione la più iniqua delle tasse perché colpisce le classi più deboli in modo sostanzialmente simile ad una tassa che non puoi evadere: se vuoi mangiare o fare altro devi pagare di più. Punto. E se sei già povero, sono cazzi tuoi che non hai provveduto in tempo a diventare ricco. E scusate il linguaggio crudo certamente poco scientifico.

L’inflazione si calcola anche sondano 33.000 negozi, in 85 capoluoghi di provincia e rilevando il prezzo di 1030 prodotti. Così si faceva un tempo. Uno spunto di riflessione basato su una notizia completamente inventata, come spesso faccio e con preghiera di non sottovalutare il riferimento se non fosse, una volta tanto, un falso: il primo fenomeno inflattivo ci fu a Roma a partire dal I secolo d.C. Si dice che la forte inflazione si scatenò per fronteggiare (ma non posso crederci cosa si inventa questo Leo Rugens!?!?!?) le ingenti spese militari per lo stipendio dell’esercito e l’acquisto di armi sempre più sofisticate. A questo primo motivo scatenante aggiungete che ci volevano più monete perché i ricchi dovevano affrontare spese per i generi quali spezie dall’Abissinia e dall’Arabia, seta dalla Cina (ma che cazzatona inventa Grani?) diamanti dall’India (ma se non si sapeva neanche dove era?), corallo dalla Grecia (forse questo è vero), perle da Ceylon (ma va là!), alabastro dall’Egitto (vero), porpora dalla Palestina e dalla Fenicia (vero). Tutti generi di prima necessità.

Tornando al mondo reale e contemporaneo: se corre l’inflazione trovate subito una soluzione ora che il nocchiero è un banchiere e mastica la materia o le scaramucce che avete dovuto affrontare per azione di alcuni scalmanati eversori neonazisti saranno poca cosa. Anche perché i “soldati” (poliziotti, carabinieri, altri) risentiranno dell’inflazione galoppante. Si complica la situazione a prescindere dalla mia Carta Acquisti che non vede un becco di un quattrino ricaricato da 66 giorni. L’INPS gentilmente mi ha fatto sapere che non sono il solo. Anzi, siamo tutti. E se siamo tutti a non aver ricevuto un centesimo direi di darvi una mossa.

Oreste Grani/Leo Rugens economista da strapazzo. Come tutto il resto.