Essere tutti pronti a battersi per Taranto

Condividere potrebbe servire a poco. Comunque, lo faccio perché l’On. Ermellino ha straragione: manovre di piccolo cabotaggio quelle accadute a Taranto nelle ultime giornate. Direte che sono le solite cose a cui i partiti nelle loro forme degenerate ci hanno abituati. Bene, mi permetto di dire che nel caso di Taranto i comportamenti assumono un peso maggiore e in negativo e che la lista di questi 17 “statisti” dovremo tenerli a mente. E questo perché, mentre pochi manovrano, altri, quasi tutti, già provati da anni di ingiuste condizioni di vita, pagheranno le conseguenze anche di questo ultimo passo scellerato di alcuni politicanti locali. Me la prendo tanto a cuore perché i danneggiati non saranno solo gli abitanti di Taranto. Le questioni di questa città (l’ILVA e le devastazioni che si è portata dietro) non possono essere trattate come questioni locali. La collettività locale che ha assistito allo scempio (mentre ne subiva le conseguenze) prolungatosi negli anni, a tutti gli appesantimenti di un dibattito che in alcuni momenti è sembrato essere solo di natura burocratico-bizantina, è l’unica titolata a pretendere, con tutti i mezzi, che si metta mano al fare. La gente di Taranto, come quella del resto d’Italia ma forse in maggiore misura, non andrà a votare esprimendo così il proprio dolore profondo per la gestione della cosa pubblica. Dolore profondo che non si tradurrà in un assalto popolare alla Bastiglia, ma che sancirà un significativo, mortifero direi, definitivo distacco dell’individuo dalla gestione della cosa pubblica.

I cittadini di Taranto che hanno visto lo spreco (risorse e vite delle persone) del “bene pubblico” non riescono più (questa è la mia sensazione) ad opporsi a questo groviglio bituminoso che ormai è diventata la loro città. Sembra che in Taranto non ci siano più le risorse umane e intellettuali per invertire la rotta: anche lo strumento elettorale potrebbe apparire, se le cose rimangono così, come capace solo di avvantaggiare le forze del malaffare e del parassitismo partitico. I professionisti politici con il pelo sullo stomaco si preparano infatti a buttarsi, impugnati forchetta e coltello, sull’abbondante spesa pubblica prevista. Spesa pubblica che i ribaldi/gaglioffi non hanno nessuna intenzione di far diventare redditizia per i cittadini ma solo ed esclusivamente per loro che si preparano a manovrarla. Per questi mascalzoni è importante che esista la spesa pubblica, a prescindere da cosa ci si faccia. Nessuna capacità di pensare per sistemi complessi necessaria solo quando ci si impegna ad orientare il futuro verso uno sviluppo in chiave equa e sostenibile. Troppa fatica. Impugniamo una grande lente investigativa e non lasciamo soli quei tarantini che non vogliono morire da pecore. Taranto (e la sua tragica ILVA) deve, a ore, trasformarsi in una questione nazionale. Forse, oso dire, internazionale.
Oreste Grani/Leo Rugens

Taranto: Ermellino (Misto), Cittá sotto scacco manovre politiche
“Le dimissioni dei 17 Consiglieri comunali di Taranto mettono la città sotto scacco di poco lungimiranti manovre politiche. Non mi stupisce tanto la decisione, quanto la totale mancanza di visione politica che fonda l’azione. Ancora una volta quella che dovrebbe essere la classe dirigente locale ha agito a scapito della cittadinanza, facendo ritornare a galla la solita strategia irresponsabile, nota negli ultimi anni per aver favorito sfiducia e divisione. Del resto, sono costretta a constatare che a fronte del plateale gesto dei Consiglieri non ho letto o sentito da parte loro motivazioni saldate nel merito. Nel bel mezzo di un percorso arduo per la riqualificazione sociale e ambientale di Taranto e in assenza di eclatanti motivi su cui basare la sfiducia al sindaco, trovo queste dimissioni un’ulteriore perdita di tempo, che tra l’altro la città non ha più”.
Così la deputata originaria della provincia di Taranto e membro del gruppo Misto, Alessandra Ermellino.
Caro Leo
potresti elimiinare gli ALTOFONI usando FORNI ELETTRICI, sostituendo il minerale dal PRERIDOTTO di Fe : con riducente l’IDROGENO !
Ma i tecnici lo vogliono ?
saluti da alberto
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Buona sera Dott Grotti, ho visto la sua bella casa, rovinata da persone poco serie credo, se Lei vuole possiamo scambiare lettere? La saluto cordialmente
Gianni
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Caro Leo o Gianni ,
tutti sono interessati al ‘lavoro’ in modo pulito e senza inquinare , ma sono pochi quelli che se ne occupano ..
L’Acciaio come il ferro e l’ILVA potrebbe farne parte con tecniche nuove e nuovi impianti, come tutti gli altri metalli Temo che ne Morselli ne Bernabè la vogliono ristrutturare -.
Scrivetemi o telefonatemi , così vi racconterò anche della mia casa in Assisi ,sequestrata ingiustamente da ENI .
Saluti
.
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