Perché mai Giovanni Falcone perdeva tempo con tale Alberto Volo?


Per motivi legati ad un mio personale procedere rabdomantico (intendo dire con questo termine che il mio metodo è “poco scientifico”) nel capire le dinamiche di alcuni segreti d’Italia, mentre mi ponevo il problema di cosa veramente avesse significato l’uccisione di tale Ciccio Mangiameli, esponente palermitano dell’estrema destra che nei giorni prima della morte aveva lasciato intendere di poter fare rivelazioni sulla Strage di Bologna, mi sono imbattuto nel nome di Alberto Volo. In rete la specialista (lei sì scientifica nel suo procedere) Stefania Limiti (che non perde mai la battuta), addirittura, con tempestività, aveva segnalato, in tempi recenti, la morte, nel suo letto, del Volo. Recupero il pezzo e mi pongo il problema di perché non si possa (o si può ed io non lo so?), dopo tanti anni, ascoltare i nastri delle conversazioni intercorse tra Giovanni Falcone (non uno stupido quindi) e il volenteroso Alberto Volo. Sono certo che se i nastri fossero divulgati (forse lo sono stati e mi scuso ancora per la svista) e oggi, ascoltati da cittadini avveduti, qualcosa in più su alcuni delitti rimasti oscuri (quelli – ad esempio –MattarellaPecorelli forse “eseguiti” entrambi pescando negli stessi ambienti “di fiducia”) si potrebbe venire a sapere. E se si potesse avere chiaro (più di come si sa o si intuisce) come e perché sono stati uccisi i due, anche questioni ancora “contemporanee” potrebbero avere lettura utile. Ma i miei sono sogni cioè quelli di poter ascoltare i nastri. Peggio per me, i nastri sono stati ascoltati e rivelano solo che il professor Volo aveva poco da raccontare e Giovanni Falcone ci perdeva tempo, tra una sigaretta e l’altra. O forse no! 

Oreste Grani/Leo Rugens