Verso il 25° Congresso Mondiale di Filosofia che si terrà a Roma nel 2024

Oggi è un giorno in cui, al risveglio, nonostante la giornata piovosa, vedo tutto rosa. Sperando che si dica così quando un tipaccio come me vede tutti i bicchieri pieni e non solo qualcuno mezzo-pieno/vuoto. Che infatti sia ormai ufficiale che nel lontano-vicino 2024, nella nostra Roma, Italia, Europa si tenga il 25° Congresso Mondiale di Filosofia è una di quelle notizie che potrebbero far risuscitare i morti. Roma finalmente (il sindaco Gualtieri è avvertito per tempo e con lui il ben strutturato neo assessore alla cultura Miguel Gotor) avrà una congrua occasione per accogliere “pensatori che speriamo risultino indisciplinati, caratterizzati da senso critico e costruttivo del termine, ovvero migliaia di autorevoli (non quindi autoreferenziali) personalità capaci di prendere coscienza dei limiti e dei vincoli della propria disciplina”. Così ci saremmo detti con Emanuela Bambara se, rimanendo saldi a lavorare insieme, avessimo accolto la notizia di un tale evento generatore. Così l’Italia tutta che ogni volta si è dovuta, negli ultimi anni, aggrappare a qualche G7/8/20/ e numeri a seguire per, sgomitando, in un’epoca storica connotata quasi esclusivamente da visioni “tattiche”, potrebbe divenire nuovamente famosa per capacità “strategiche”. Per non parlare dell’Europa che potrà trovare modo di equilibrare l’emergente vocazione “armaiola” e “xenofoba” alimentata (nei prossimi trenta mesi se ne vedranno delle bruttissime) dalla complessità pandemico-economico-finanziaria. Ma il Pianeta intero, smarrito come oggi appare, potrebbe trarne (sarà così certamente) giovamento da un tale raduno di menti superiori pronte (salendo doverosamente sulle spalle di altri giganti ormai scomparsi) a ragionamenti capaci di donare orientamento agli umani sofferenti. Evviva quindi, qualcosa si muove. Anzi, continuiamo ad essere positivi: qualcosa si è mosso e questa condizione di speranza la dobbiamo a qualcuno che ha un giorno, svegliandosi la mattina, avuta l’idea (così avvengono le cose) di recarsi all’Università La Sapienza, luogo di pensiero strategico dove evidentemente questo qualcuno aveva accesso, ascolto, credibilità, cattedra o forse semplicemente amicizie, interessi, antichi o nuovi legami e proporre l’impresa. Mi soffermo perché per il buon esito di tutta questa straordinariamente intelligente iniziativa (non si intravede altro al fosco orizzonte dell’Umanità) è fondamentale riuscire a conoscere il motore primo dell’iniziativa, il genio italico che ha elaborato la proposta, “chi” ha avuto la pensata, “quando” e “come” l’ha trasferita ai colleghi, fino a convincerli della bontà dell’idea, dei vantaggi di avere il Congresso a Roma, in Italia, in Europa. Dobbiamo, sentite a me, sapere “chi” veglia la notte sui destini del Mondo, per ringraziarlo, averne cura, proteggerlo, sottrarlo all’invidia degli “altri”. Chi ha deciso di fare la mossa e di farla tempestivamente anticipando la scadenza naturale del 2028 (il Congresso Mondiale di Filosofia si tiene ogni cinque anni Atene 2013, Pechino 2018, Melbourne 2023, per cui era nel 2028, eventualmente, da tenersi a Roma) al 2024 è una figura che non può non avere un grande carisma nella comunità scientifica di riferimento. Evviva (è il secondo) di nuovo quindi, in attesa di sapere a chi dobbiamo essere grati. Non credo che sia un segreto di Stato conoscere l’iter della proposta e quindi, al tempo, un po’ di più sul chi, quando, come, dove (il dove, cioè la facoltà, lo dovremmo già sapere) ma, soprattutto, il perché (la W fondamentale, cioè il why) dell’iniziativa. Senza un perché convincente infatti bisognerebbe accogliere la notizia con cautela e metodo. Con calma, abbassando il tono delle dichiarazioni e delle promesse implicite. Non state promettendo miracoli, posti di lavoro, abbassamento di tasse. Non siamo in ottima forma o sull’orlo del baratro. Questa volta non si devono acchiappare voti o tagliare nastri. Il 25° Congresso Mondiale di Filosofia si terrà tra 30 mesi (giorno più giorno meno) e non dovrà essere una somma di nobili dichiarazioni di intenti. Non l’ho sognato così, quando l’ho sognato. Ora che il sogno si avvera, evitate cortesemente di trasformarlo in un incubo.
Oreste Grani/Leo Rugens
P.S. Sentite a me cerchiamo di sapere “chi” ha avuto l’idea e cominciamo a ringraziarlo.