Mi voglio prendere una sbronza di sogni


Il 7 ottobre u.s. postavo un articoletto più per il mio piacere, direbbe un predone del deserto, che per lasciare scritto chissà cosa. In realtà, a guardare bene, qualche cosa nel posticino si poteva intellegere. Certamente che il disegno che con alcuni amici cari e appassionati cittadini perseguo da anni, non era morto. Anzi. Anzi, anzi la costruzione di un luogo di pensiero utile alla Repubblica (questo riteniamo di aver fatto e di fare in chiave sussidiaria allo Stato che spesso si trova in difficoltà sui temi delicatissimi della sicurezza) va avanti, sia pure tra mille e mille (più quindi della Spedizione dei Mille di antica memoria) difficoltà. Forse chiamare difficoltà le nostre traversie è un vero eufemismo. Altri le definirebbero condizioni ostative ogni ragionevole prosieguo. Invece, eccoci qua non solo alla vigilia di incontri ricchi di contenuti umani e professionali (sto per recarmi in quel di Vercelli dove approfondirò il tema del valore geopolitico del riso e dei suoi commerci internazionali) ma confortato da notizie recentissime della nostra salute che consentono di guardare al futuro in chiave meno pessimistica. Comunque, Ariela ed io, cioè due rocce in solido rapporto amoroso, come stato d’animo e coscienza pulita stiamo certamente meglio, molto meglio, della famiglia del signor prefetto Michele Di Bari che qualche notte agitata, sia pur per superficialità della moglie imprenditrice, la sta passando. Prefetto (pezzo vero quindi dello Stato) che, forse troppo intento ad adoperarsi esclusivamente nell’interesse pubblico di categorie quali l’equità, la fiducia dei cittadini verso le istituzioni, il capitale sociale oltre a quello delle cooperative agricole, in poche parole la democrazia, non si è accorto che la moglie stava sbagliando. O forse no, e tutti saremo contenti. Anzi saremo certi che l’alveo in cui operava la famiglia Di Bari è l’etica. L’etica, dunque, a lungo ignorata dal razionalismo utilitaristico e calcolatore della scienza economica imperante in “Occidente”, mi appare oggi (e a questo mi sto ispirando avvicinandomi all’impresa economica), essendo in realtà la scienza dei fini, il rimedio più efficace tra quelli disponibili nel prontuario delle terapie possibili. Capisco che posso sembrare un folle sognatore ma solo di sogni mi voglio ubriacare. 

Oreste Grani/Leo Rugens  


NON SONO ANCORA MORTO MENTRE VOI MI SEMBRATE MAL MESSI 

Arrivare a condividere un giudizio politico con Maria Elena Boschi mi sarebbe sembrata cosa difficile se non impossibile. E invece, mai dire mai come dovrebbe suggerire il lungo vissuto del sottoscritto. Tanto è vero che oggi sono in accordo assoluto con la ex burrosa toscana: il M5S è ormai, Conte o non Conte, inesistente. Cioè tende a zero, come da data certa affermavo. Qualche decimale e, in numeri assoluti, quattro nostalgici irriducibili. O qualche clientes che neanche nel segreto liberatorio dell’urna riesce a “tradire” il traditore di 11 milioni di italiani, il ministro degli Esteri della Repubblica Italiana, Luigi Di Maio. Perché lo capite che quell’oltre 50% degli aventi diritto al voto che non sono andati a votare sono (quasi) tutti ascrivibili all’attività dissipatrice di Beppe GrilloLuigi Di MaioVito Crimi e, per un lungo esiziale periodo, di Davide Casaleggio con la sua parassitaria idrovora Rousseau

Dicevo, anni addietro ad Angelo Tofalo (che fine ha fatto?), davanti a buonissimi testimoni: se non riuscirete a riportare a votare almeno il 15% dei cittadini che attualmente si astengono, cioè ad avere fiducia nelle istituzioni repubblicane, non solo fallirete la missione per cui “siete venuti al mondo” ma questo mancato obiettivo coinciderà con la vostra dissoluzione. Questa conversazione avveniva a pochi giorni dal travolgente successo del 2018 ed era difficile svolgere, senza averne ruolo formale, la funzione di coscienza critica nei confronti di un ragazzo a cui Luigi Di MaioBeppe Grillo, i Casaleggio, fin dal 2013, avevano affidato il compito di “intelligenza del MoVimento”. Per Intelligenza non intendo solo i convegnetti a tema che, con i soldi della Repubblica, sono stati, per troppo tempo, svolti per l’esclusiva vanità di Michele Maffei, di Angelo Tofalo e del loro amichetto-consigliori Umberto SacconeNon c’è stata “un’altra Italia” dopo le passerelle di vecchi arnesi “dell’ambiente” (Servizi ed altro) che avete riproposto come fossero il nuovo che stava per irrompere. Colpevolissimi quindi per l’occasione mancata (intelligence culturale era ed è ben altro) mentre il Paese scivolava lentamente (neanche poi tanto) verso il baratro dove si è ritrovato a poche ore dall’intervento emergenziale di Mario Draghi.

Mentre il duo/trio (evitiamo quindi di rimuovere quelle attività istituzionali e i perniciosi effetti politici e culturali che ne sono derivati e i loro costi quelli sì da rendicontare) si dava da fare a cercare di capire come funzionava la Difesa (i meccanismi del ministero!!!), le Agenzie e il loro coordinamento DIS, il Paese reale, non solo vedeva erodere una qualche residua credibilità internazionale (immaginate che Tofalo è andato perfino al Pentagono a rappresentare l’Italia) ma i cittadini frastornati dalle questioncelle (ricordate solo la guerra ad Elisabetta Trenta, come se non l’avessero pescata loro, un giorno pre/post elettorale, dentro quel luogo oscuro denominato Link Campus University) o dalle nomine (eterna questione nodale) dei vertici dei servizi, dove i ragazzotti pensavano che cambiando quello con quell’altro, sarebbe cambiata la musica e la credibilità della Patria. 

Quasi fosse solo quello il perno del dibattito (questione delicata ma non la sola) e non i sintomi dell’allontanamento dei cittadini dalle istituzioni e l’attività corruttiva della politica partitica a danno dei cittadini dimenticando le terribili realtà che molti di essi vivevano e che oggi, in numero ancor maggiore, provano ad affrontare quasi a mani nude: in Italia, ci sono milioni di poveri costretti a chiedere una minestra e durante lo strapotere (330 parlamentari!!!) sono aumentati. Se non ci pensa nessuno a ricordare come (e da chi e perché) è stata dissipata la speranza, non dico riuscendoci, cari Di MaioCrimiTofaloMaffeiSaccone ci proverò io, tomo tomo, cacchio cacchio, fino a quando le dita e la mente me lo consentiranno. Perché state lasciando macerie e di questo a qualcuno dovrete rispondere.  La “rendicontazione” (non vi ricorda niente?) è cominciata. Direte che è solo quel marginale e ininfluente di Leo Rugens che pretende di ricordare al mondo che razza di dissipatori ignoranti siete stati, ma questo ho come strumento di lotta. Ed è tutto mio e degli amici fedeli. Tranne 50,00 euro che un giorno, non richiesti, mi pervennero sul C/C  IT98Q0760103200001043168739 da parte dell’On. Angelo Tofalo. Di cui vorrei avere un IBAN, per restituirglieli, avendo un forte imbarazzo a trattenere quella cifra nelle mie disponibilità. Conto che oggi ha il saldo di euro 122,00 che sono, notoriamente, più di 50 ma che, tolti i 50 usciti dalle disponibilità del parlamentare/COPASIR, sempre al saldo del conto di un povero cristo onesto corrisponderebbe.  

Ciao Ciao ragazzi, come diceva Henri Antonin Chemiére, noto al mondo come Papillon: “Maledetti bastardi sono ancora vivo!“. Ovviamente fatte salve le vostre madri. 

Oreste Grani/Leo Rugens 

P.S.

Ve la sentireste (lo so che è un gioco paradossale) di “cacciare” i vostri estratti conto per avere certezza che nessuno durante il vostro periodo trascorso al servizio della Repubblica (e al COPASIR in particolare) vi ha fatto pervenire soldi il cui odore potrebbe crearvi il doveroso imbarazzo?