Elisabetta Trenta la novella Diaz dopo la Caporetto pentastellata?


Quanto vale poter usare il simbolo del partito l’IDV? Scrivo simbolo perché altro non c’è di cosa un tempo fu l’Italia dei Valori, movimento politico fondato da Antonio Di Pietro. Con, evitiamo di dimenticarlo, un sacco di altra bruttissima gente. In molti, negli ultimi mesi, hanno ronzato intorno al simbolo perché la sigla, IDV, sia pure vuota di qualunque altro significato, consente alcune facilitazioni nell’eventualità che uno decidesse di buttarsi (o rimanere) in politica (presentarsi alle elezioni, ad esempio) senza dover adempiere ad alcune procedure/sbarramenti di legge. E poi ci sono beni che Di Pietro, mi sembra, abbia dovuto lasciare nel contenitore. In un vecchio partito ci sono perfino soldi. Ci sono soldi per quasi tutti quelli che in politica fanno capire che “non faranno sul serio”. Difficile trovare infatti finanziatori che siano disposti a sostenere un cambio paradigmatico culturale di quanto fino ad oggi è stato fatto. Non tutti i giorni si trova il Chavez di turno. Ciò che segue racconta (un po’ di cronaca semi-rosa), a cura di una mia attenta lettrice e cittadina proba, di gente che continua ad aggirarsi “in politica” solo perché è lautamente mantenuta dalla comunità. In modo inconsapevole o indiretto, ma mantenuta da tutti voi. A “nulla facere” di serio. Alcuni rottami danno infatti vita a partiti senza porsi il problema che tali organizzazioni politiche dovrebbero essere il primo interfaccia dei cittadini, quelli che entrano nel partito e quelli che osservano la politica di quel partito. Ad oggi questo rapporto si è talmente deteriorato che oltre la metà degli aventi diritto non non non va a votare, svuotando di valore e autorevolezza le istituzioni. Siamo in assenza di legittimità. Siamo in presenza di una strana oligarchia non certo dei migliori. 

I partiti dovrebbero svolgere la funzione di fusione e aggregazione senza rimuovere il compito strategico di sviluppare tutte le reali potenzialità che i cittadini sono pronti ad offrire in termini di creatività e di controllo. Ed anche, perché no, della propria soddisfazione. Invece, se un cittadino critica diventa un rompicoglioni che interferisce. In realtà spesso il buon senso indicherebbe che gli arroganti ciucci presuntuosi andrebbero banalmente defenestrati. A volte metaforicamente; altre buttati dalla finestra realmente, scegliendo, per l’efferato gesto, di salire ben in alto nel palazzo scelto. Ho scritto qualche settimana addietro che bisogna cercare di uscire dall’angoscia contingente di recuperare voti che poi come si è visto non non non si riescono a gestire. Più di 11 milioni di voti servivano per riuscire a cambiare la dittatura partitocratica? Ora, con 1.100 (uno in più uno in meno) consensi cosa avete in testa di fare? Più facile organizzare un colpo di Stato che perseguire la via democratica il cui risultato favorevolissimo si è stati capaci di buttare alle ortiche. Tutto “cospirava” per il cambiamento etico, morale, organizzativo e voi siete riusciti a tramare perché nulla cambiasse. Anzi, diciamolo senza ipocrisie, cara Trenta, perché la situazione peggiorasse. Di molto, ora che la complessità del divenire delle cose ha perfino fatto scoppiare una pandemia. Mai dimenticando che dopo la Lorenzin la ministra della sanità è stata Giulia Grillo. Medico pentastellato. Grillo che, come la Lorenzin, non ha fatto nulla perché la nostra gente non si trovasse esposta come si è ritrovata. E a proposito di impreparazione sarebbe forse il caso di cominciare a raccontare perché invece di far trovare pronto il mondo militare che si interessa di nucleare, batteriologico e chimico ci siamo fatti trovare a mutande abbassate, con i troppi Domenico Arcuri che impazzavano pronti a depredarci e farci morire. Il tuo partito (ti do del tu perché non solo ci siamo conosciuti e frequentati ma ricordo di averti difeso quando nessuno ti sosteneva) vuole diventare il motore dell’impegno per la collettività rimettendo in moto la partecipazione? Ti guardo volentieri e se saprai, novella Diaz, organizzare la reazione alla sconfitta pentastellata (una vera Caporetto per rimanere in termini militari), sarò al tuo fianco. Gratis, come sempre. 

Oreste Grani/Leo Rugens


  • Cuculo vigile in  ha detto:
  • Secondo le cronache, che danno il M5S in caduta libera, Tofalo ha rinunciato a fare, come avrebbe voluto Conte, il capogruppo alla Camera. Si è dovuto ritirare perché non lo avrebbe votato nessuno o quasi. Adesso si aggira per librerie a promuovere il suo libro. Mi domando: ma chi se lo compra? In genere uno compra un libro di saggistica se ritiene l’autore un esperto. Evidentemente ha una famiglia numerosa. Oppure i beneficiati sono stati molti. Oppure tutte le copie le ha comprate Umberto Saccone.
    Tofalo, tra l’altro, va anche dicendo che nei servizi nulla è cambiato con Draghi che, a parer suo, avrebbe confermato le scelte di Conte per quanto riguarda le “seconde file”.
    Sinceramente non l’ho ancora capito se ci è o se ci fa. Propendo per entrambe, nel senso che, oltretutto (e ci siamo capiti) ritiene ANCHE di essere furbo (sic!) e che gli altri siano dei poveri scemi.
    In ogni caso, sempre per quanto riguarda il fatto che pensa di essere furbo, dopo essersi “immolato” candidandosi laddove era certo di perdere, si è meritato uno dei 90 posti messi in palio da Conte per i più sottomessi.
    Pensare che un sottomesso ambizioso che pensa pure di essere furbo si sia occupato di sicurezza della Repubblica fa venire i brividi. Vero è che Conte non stava certo a sentire lui sull’argomento, avendo non pochi consiglieri fra le sua amicizie più strette (e anche fra le più recenti conoscenze). Una conferma, questa, del fatto che le due ipotesi di partenza non si escludono a vicenda. Su Bonafede, invece, non ho dubbi su quale delle due. Anzi, direi che è una certezza matematica.
    Ciò che stupisce, invece, è che un uomo di lunga (MOLTO lunga e pure “variegata”) esperienza come Umberto Saccone (o chi per lui) abbia puntato su un brocco. Ma forse era l’unico che gli dava ancora retta. Quanto ad un altro di vasta esperienza in altri campi, ovvero Vincenzo Spadafora, si sta proponendo come riferimento per i residui gruppi parlamentari 5s (offesi a morte perché Conte, in sostanza, gli ha dato dei cretini ignoranti. Gli offesi sono dei perfetti sconosciuti, dei quali non si ricorda alcuna iniziativa parlamentare se non quella di premere un tasto a comando) per l’elezione del Presidente della Repubblica. Quindi: Balducci? GEV? Bettini? Nemmeno di Sileri ci siamo liberati. Mantiene, infatti, saldamente il coordinamento della Commissione Sanità 5s, da dove pensa di poter meglio favorire il gruppo San Donato. E io che pensavo che fosse ormai avviato ad una sfolgorante carriera di soubrette!! Peccato!! Ma non è detta l’ultima parola: ancora non si sa chi sarà scelto per presentare Sanremo! Gioisci, invece, popolo!
    Anche Conte, che un posticino lo ha trovato a tutti quelli che hanno dato prova di prontezza nell’inchinarsi, persino Conte non si è preso la Iena Giarrusso, che ripetutamente lo aveva quasi minacciato dagli schermi della ex moglie di Arcuri (a proposito, ma come mai è sempre là??), ricordandogli i voti presi grazie alla mobilitazione organizzata delle proprie truppe cammellate. L’organizzazione consisteva nel dare o promettere posti: il marito di una consigliera comunale se lo è portato a Bruxelles, un’altra eletta in Parlamento, molto giovane, è una sua protetta di Messina. Obiettivo dell’organizzazione: distruggere il M5S siciliano. Collaborazione all’organizzazione: il cugino, tal Torrisi, responsabile PD per la provincia di Catania.
    Povera Iena! Con tutti i soldi che ha speso per arrivare nella “stanza dei bottoni” !!! Del M5S, ovviamente. Voglio infatti sperare che ancora ci sia ancora qualche professionista serio che gli abbia sbarrato qualsiasi accesso in altre stanze strategiche, anche se non ci giurerei, ricordando la vicenda dei pescatori siciliani rapiti in Libia… Avrà speso un patrimonio per mettere in piedi una “macchina” social da fare impallidire quella di Morisi, riempiendola di servi prezzolati di nulla esperti se non di maldicenze (quando uno dice: ma in mano a chi…?).
    Chissà chi è che ci teneva così tanto che la viscidissima Iena si piazzasse in collocazione utile… Non si spiega altrimenti la sua persistenza e la tenacia con cui si è mosso. Va bene che, verosimilmente, non è in grado di autovalutarsi. Però l’impressione che non giocasse in proprio è molto forte. Non si spiegano i suoi piazzamenti solo con l’essersi prestato a montare il caso Sileri-Novelli perché Sileri fosse eletto. A meno che non abbia delle carte nascoste da giocare, tali da spaventare gli altri giocatori. Alludo naturalmente a doti nascoste, certo non ad attività ricattatorie!
    Ah! A proposito della Iena: sui social tempo fa girava una foto che lo ritraeva (più giovane) insieme alla figlia di David Rossi. Ulteriore motivo di giubilo (ci si accontenta!) è che anche l’uomo del Ponte Cancelleri è rimasto a bocca asciutta. Quanto a Morra, sarebbe stato più efficace in altro ruolo, come ad esempio nel campo dell’Istruzione. È stato lui a pretendere, comunque, un posto o qualcuno lo ha voluto in quanto inesperto? Forse, però, è stato, infine, più dignitoso di altri.
  • Cuculo vigile in  ha detto:
  • E di questo qui (vicepresidente CSM nel cda di uno con precedenti penali) quando ce ne liberiamo?? Amara dice pure che era membro di Ungheria… A Messina…
    https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/sotto-sequestro-cooperativa-quot-first-aid-quot-fratelli-calderone-287064.htm

A COSA SERVONO LE FORZE ARMATE IN ITALIA?

132^ Brigata Corazzata “ARIETE”


I bla bla bla li lascio agli addetti ai lavori. Ci sono ancora (così spero) in giro grandi conoscitori del ruolo delle Forze Armate, in Italia. Ho scritto “ancora” perché ai miei tempi c’erano studiosi (erano anche giornalisti e scrittori) alla Carlo De Risio, che ho conosciuto e che spero stia bene, nonostante l’età avanzata. Gente che sapeva tutto dell’addestramento, delle operazioni, del possibile ammodernamento, del bilancio (cifre da sempre importanti), della sicurezza delle informazioni e, soprattutto, del personale su su fino ai vertici. Vertici ciclicamente criticabili o temibili. Gente (i Carlo De Risio) che vi avrebbe saputo dire tutto dello stato di sofferenza (sono eccessivo?) in cui versano le forze armate in Italia. Qualcuna sta meglio, ma poco o niente. Eppure si vede quanto sia determinante il loro intervento nelle vere emergenze. E non parlo, oggi, scientemente, di missioni belliche internazionali. Questo infatti è un altro discorso. Gente che vi potrebbe descrivere, nonostante le super spese, le posizioni di arretratezza tecnologica tale da, paradossalmente, mettere a rischio l’interoperabilità con le forze terrestri delle Forze Armate dei Paesi alleati. E potrei proseguire se fossi competente e autorevole. Sono viceversa un ignorantone e un blogger marginale. Ma nonostante questa consapevolezza dei miei limiti, non resisto all’idea che il Paese non solo spende spende spende ma che se si dovesse mettere male in chiave di violenza tra Stati potremmo fare meno di quanto, male informati, potreste ritenere. Per farvi un’idea di quello che pensa il vostro ignorantone Leo, me ne vado addirittura a rileggere quanto seppe fare Armando Diaz quando prese in mano la situazione post Caporetto. Mi riferisco all’azione riformatrice di Diaz quando fece redigere le dieci regole per “cambiare tutto”. Con le dovute capacità analogiche rileggete il decalogo che consentì la vittoria del 1918 e pensate a cosa si dovrebbe fare oggi. O, viceversa, cessare, seduta stante, di spendere soldi inutilmente. 

Perché oggi mi metto a fare un discorso che non mi spetterebbe? Perché i vaneggiatori/mascalzoni che vorrebbero Berlusconi al Quirinale rimuovono il dettaglio che il Capo dello Stato è anche il “comandante” delle Forze Armate. Oltre che il n°1 della Magistratura. Sarebbe come dire che oltre a guidare i magistrati (e si vede come stanno messi) mettendoci un criminale, a capo delle Forze Armate ci volete mettere l’amichetto di Putin. Perché, vedete di non dimenticarlo, questo è lo stato delle cose. Cara signora Meloni, senta a me, Berlusconi è tutto, tutto, tutto fuorché un patriota. Anzi. Come Donald Trump, per soldi e sesso, farebbe qualunque cosa. Come ha fatto.  

Oreste Grani/Leo Rugens