Ancora della lettera zain. Per alcuni semplicemente il sette

In molti sono concentrati sull’esito dello scontro pandemico. Sembra infatti questa la battaglia campale. Certo è questione rilevante. Ma mentre ci si contrappone, spesso in modo inadeguato, alle forme in continua mutazione del COVID 19/20/21/22, si prefigurano altri eventi drammatici. E la popolazione del Pianeta, nell’imminente 2022, sarà chiamato ad assistere a ben altre emergenze. Questa è la mia previsione. Avrei voluto tenermi lontano da questi pensieri tragici ma ho un lettore (o una lettrice?) che senza volontà negativa, ma solo per i riferimenti culturali che abilmente riesce a farmi pervenire, mi obbliga a calarmi in un mondo ermetico che vorrei dimenticare per non sentirmi in alcun modo responsabile degli eventi futuri quasi ne avessi, sapendo cosa sta per accadere, una qualche responsabilità.
Il lettore, qualche giorno addietro, ha suggerito il vocabolo zain e dal solo aver lui scritto la parola (ed io averla letta), si è messa in moto una dinamica culturale generando un tessuto talmente complesso che necessita (così almeno a me sembra) una continua attività di ricerca e approfondimento. La rete, ad esempio, conserva sulla lettera zain il testo che oggi riproduco sperando di non generare altri bisogni e aspettative. Altre formule, simboli, immagini che tali parole/numeri quando vengono pronunciati evocano. Quasi si fosse obbligati. Mentre il miglior modo per accoglierle sarebbe quello di rimanere in silenzio cercando di capire. Ma per essere capaci di rimanere silenziosi bisognerebbe essere sapienti ed io non lo sono. Pertanto ecco cosa i miei lettori eventualmente curiosi possono sapere del sette o della lettera zain.
Oreste Grani/Leo Rugens nell’insolita veste di “ermetico”. Che non sono.

Massoneria e Cabala: la lettera zain
di Luca Delli Santi
La lettera Zain ricorda un pugnale o una spada, essa è la spada posta sul petto dell’iniziando Apprendista Libero Muratore nel momento in cui gli viene rammentata la sacralità degli impegni che sta per assumere, la spada nella simbologia della magia cerimoniale, come in quella massonica, è una rappresentazione della volontà, atto di mediazione fra il pensiero e l’azione. La Zain è la volontà del Creatore di creare, la forza sottostante le potenze immanenti che danno forma alla manifestazione. La sua ghematria, il sette, indica la sintesi delle forze che hanno generato il creato, i sei giorni, fino ad arrivare allo Shabbat, l’ultimo giorno quello in cui l’Eterno si è celato alla manifestazione, il giorno in cui si gioisce dell’esistenza di tutte le cose rammentando che sono connesse con la Fonte, l’Origine, l’Uno. Questa relazione è espressa dalla menorah, il calendario a sette braccia posto al centro del Tempio di Salomone che esprime il medesimo significato nel tempio massonico.
Sette sono i giorni della creazione, i palazzi della Massah Merkava, l’opera del carro, simboli connessi con centri energetici analoghi ai sette chakra, sette sono i cieli, le terre, i mari, i pianeti della tradizione ermetica e magica, ecc… si tratta di un numero che in tutte le culture assume un’importanza capitale, è il numero simbolo del creato, delle dimensioni dello spazio e del tempo in cui è immersa la nostra percezione.
Il riempimento vale 67, è la ghematria di Binà, la Comprensione, l’Intelligenza è l’intelletto che si rischiara nella ragione, il lavoro del libero muratore. Sul piano umano infatti Zain, la spada, il tagliare è il discernimento, il libero arbitrio, la possibilità di scegliere fra il bene o il male quindi di scegliere se accrescere il solco che allontana l’essere umano dalla dimensione dell’eternità o colmarlo riconnettendosi con la primigenia dimensione perduta.
Scrive R. Akiva nel libro delle Othioth: “ Il nome Zain è il nome del Santo, sia benedetto, perché in questa parola è contenuta la radice zan, che significa nutrire e Dio nutre tutte le sue creature” Se l’essere umano sceglie di riconnettersi con la dimensione spirituale ne riceverà nutrimento e sostegno.
La Zain è connessa anche con aspetti più materiali, è l’energia necessaria a procurarsi il nutrimento e quanto necessario per vivere, il sostentarsi, grazie all’intelletto ciò dovrebbe avvenire osservando quello che gli economisti chiamano principio edonistico, ottenere il massimo risultato possibile con il minimo sforzo, tuttavia non sempre questo avviene, così la Zain diventa spada in senso stretto, ovvero competizione per l’approvvigionamento delle risorse, fino ad i suoi risvolti più drammatici.
La Zain contiene però la soluzione essa è anche un simbolo di equilibrio, il suo antico ideogramma ricordava la forma di una bilancia, discernimento è anche e soprattutto la capacità di ponderare la soluzione più adeguata ad affrontare una specifica situazione.
In senso più esoterico questo equilibrio è l’armonia maschile femminile, il nome Zain può essere letto ZO’ON, le iniziali della parola Zaqar (Uomo) e Neqvà (Donna), troviamo in questa sintesi l’aspirazione all’unione fra maschile e femminile, è scritto che “la sposa diventa la corona del marito“, si può osservare come la forma della Zain ricordi quella di una Vav su cui è posta una corona. Il disequilibrio e la disarmonia fra gli elementi maschili e femminili riporta la Zain alla sua forma di lama, scatenando conflitti.
La forma della lettera è, come accennato, quella di una Vav su cui è posta una corona, piu precisamente la Zain è una Vav incoronata da una Yod, la ghematria della forma della lettera così costruita dà il numero 16 che contiene una perfetta sintesi delle vibrazioni di questa lettera, corrisponde infatti alla parola Hi, lei, cogliendo gli aspetti femminili di questo glifo, ma anche Zug, coppia, il femminile ed il maschile si congiungono in una meravigliosa concordanza, la concordanza che rende possibile la vita su tutti i piani del creato.
Infine 16 è il valore di Gabai, il Tesoriere, il quinto ufficiale di loggia, cui compete il delicato compito di accudire le risorse materiali dell’officina che ne consentono il funzionamento, ruolo che va esercitato con discernimento, con fermezza ma anche la necessaria comprensione verso i fratelli, insomma il ruolo che nella loggia più di tutti incarna le caratteristiche della lettera Zain.

Come non attribuire significati “altri” ad un numero che corrisponde ai colori, alle note musicali e ai giorni di una fase lunare!
Per non parlare delle sue misteriosissime proprietà intrinseche di numero primo dispari, che è anche felice e fortunato (ma anche odioso).
Il sette è anche il numero atomico dell’azoto, componente primario dell’atmosfera terrestre, oltre che quello dei pianeti dell’astronomia antica (con i relativi cieli), e mi fa venire in mente quanto segue…
«La nobiltà dell’uomo, acquisita in cento secoli di prove e di errori, era consistita nel farsi signore della materia, e io mi ero iscritto a Chimica perché a questa nobiltà mi volevo mantenere fedele. Vincere la materia è comprenderla, e comprendere la materia è necessario per comprendere l’universo e noi stessi: e quindi il Sistema Periodico di Mendeleev […] era una poesia.»
(Primo Levi, Il sistema periodico, Ferro)
In ogni caso, il sette non è solo l’Apocalisse.
Ed alcune delle sequenze numeriche, con le relative geometrie e ritmi, sono ancora tutte da esplorare.
https://it.wikipedia.org/wiki/7_(numero)
Come va vecchio Leone?
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