I tamponi? Ovvero come illudersi di essere, per un ora, fuori pericolo

Se ho capito bene finalmente qualcuno, membro dell’oligarchia che guida il Paese, comincia a capire che qualora l’assenteismo da “pandemia” (vuol dire, in termini reali, il fatto che, in un modo o in un altro, non ci si può recare sul posto di lavoro) aumentasse, raggiungendo l’X % degli organici, la collettività contemporanea scoprirebbe un aspetto della condizione umana che mai avrebbe potuto ipotizzare: si paralizzerebbe l’organizzazione economico-sociale come la si conosce attualmente. Eppure so di aver scritto ed illustrato, anche con foto appositamente scelte, proprio questa ipotesi e della necessità imperativa di prepararsi a questo scenario catastrofico. Sono certo di aver scritto, sin dal 2013, che saremmo morti oltre che di virus, di assenza di capacità di dare “continuità al business”. Che non vuol dire “fare affari” ma, banalmente, continuare ad esistere come strutture organizzate. So di aver cercato inutilmente di dare voce alle previsioni di tale Massimo Zuppini che anticipava, sin dal 2009, che, se ci fosse stata una pandemia, il tema prevalente sarebbe diventato ad un certo punto la rilevante vulnerabilità di alcuni settori economici in caso di interruzione prolungata dei servizi. Così ritengo di aver scritto che in particolare ospedali “high-tech” sarebbero potenzialmente divenuti più vulnerabili in caso di infezioni diffuse e che certamente sarebbero diventati boomerang in presenza di alti (oltre il 15%) tassi di assenteismo.

Per non parlare di scompensi (direi qualche cosa di più grave e destabilizzante) per l’accresciuta dipendenza della popolazione da sistemi essenziali (IT, comunicazioni, trasporti persone e merci, energia, sicurezza urbana) e da quelli di fornitura “just in time” che rivelano tutta la loro fragilità in presenza di tassi di assenteismo significativo: diciamo il 20%? Quando dicevo (a differenza del vostro ministro della Sanità Roberto Speranza che ci scriveva libri sulla fine del guaio) che la pandemia era in pieno sviluppo, intendevo alludere a questi scenari. Ora, sentite a me, o ci pensa la Provvidenza  (che mi tocca scrivere!) oppure dovremo prendere atto che questi vaccini non sono sufficienti. E scrive uno che ha provveduto, da oltre un mese, a farsi inoculare la terza dose anti COVID, con in corpo l’antinfluenzale stagionale e il vaccino antipolmonite (quello per tutta la vita residua) fatto appena insorse l’infezione.

Io vado spesso (vuol dire che ci sono andato anche ieri) in strutture sanitarie tipo ospedali e laboratori ASL ma mai mai mai qualcuno mi ha chiesto di mostrare il Green Pass. Passo e basta. E questo lassismo è in atto da mesi. Sarò autorizzato a chiedermi che cazzo significa questa assenza totale di controlli da parte del personale medico? Non sarà che a parte i pazzi No Vax ci sono moltissimi nella categoria al fronte che nutrono dubbi o che ritengano, ad esempio, che dietro ai tamponi (code per effettuarli di cui si dice non si vede dove finiscono) ci sia solo un mostruoso baraccone affaristico? Perché, signori miei, il tampone (e spero di essere smentito) è solo una fotografia istantanea che vi dichiara, in quel momento preciso, non infetto mentre potreste divenirlo pochi minuti dopo l’esame. Passiamo ad altro.

Mascherine sempre più costose (per noi poveri ormai proibitive) e tamponi costosissimi. Così come qualcuno si affanna a relazionarci (i telegiornali non perdono occasione) sulle perdite del comparto del turismo (migliaia di voli disdetti) e delle balere/discoteche, calcolate con una tempestività ridicola per una rilevazione seria, c’è qualcuno che – cortesemente – ci dice quanto guadagna il mondo che vende mascherine e tamponi? O i sensali di questo mercanteggio. Come chi vendeva zucchero, caffè, olio, burro, uova, farina bianca durante la guerra? Senza il rischio, se scoperti, di essere fucilati. Oltre che delle bollette di luce e gas in aumento vertiginoso, ci sapete dire anche chi è in brodo di giuggiole (cosa sono le giuggiole?) per la disgrazia collettiva in essere? Chi sono i nuovi o i vecchi ricchi dell’attuale fase mortifera, oltre che i cassamortari, che sono facilmente deducibili dalle statistiche? 

Oreste Grani/Leo Rugens