Mascherina FFP2 per tutti?


Mi sembra non solo giusto ma doveroso. Rimane irrisolto, come al solito, il problema della discriminazione economica. La FFP2 costa infatti, sia pure calmierata, un po’ più di un euro. Centesimo in più o in meno. La validità ottimale della mascherina protettiva è calcolata in circa otto ore di uso continuativo. Poi, in teoria, si dovrebbe buttare. Direi che siete debolissimi in matematica se non capite subito che a milioni di cittadini, colpevoli solo di non non non essere ricchi, rimarrà solo il ripiegare sull’auto-isolamento perché, lavarsi le mani frequentemente, non basterà. Distanza sociale forzata per chi è incapiente, quindi? Viceversa si inaugurerebbe una stagione di rischi politico-sociali e non solo sanitari in quanto i poveri saranno, a norma di legge, puniti in quanto poveri. Agli arresti domestici quindi particolarmente se si ha famiglia numerosa. O a ricasco del buon cuore dei ricchi o delle strutture preposte alla salute mentale. Si prepara un mondo di follia. E al lavoro come si accede per guadagnare se si è poveri e per tanto senza denaro sufficiente per comprare le mascherine? E se non si hanno soldi per comprare le mascherine, come si sale sul mezzo di trasporto per recarsi al lavoro? O tutti lavoreranno nuovamente a distanza? O nascerà il solito mercato taroccato delle FFP2? 

Direi che Mattarella non non non non può andare in pensione lasciandoci nelle mani di persone che cominciano a perdere colpi.
Scriveva il fantasma Massimo Zuppini nel lontanissimo 2009 (e Grani lo rilanciava nel 2013 perché prima non esisteva Leo Rugens): ” …un programma generico di preparazione alla pandemia influenzale non è sufficiente per affrontare un rischio di tale portata e che è estremamente importante pre-vedere l’allocazione di risorse adeguate in termini di preparazione e competenze che sappiano  sviluppare programmi concreti e sappiano mantenerli efficaci nel tempo“. 

Programmi concreti  e mantenerli efficaci nel tempo???? Ma se eravate partiti affidando il compito strategico a uno come Domenico Arcuri e il ministro della Sanità Roberto Speranza, in uno slancio di ultra ottimismo, si era messo a scrivere un libro sulla fine della pandemia? Direi che i nodi stanno venendo al pettine solo ora che la pandemia mostra “li denti“. Perché, cercate di farvene una ragione, è da oggi in avanti che bisognerà essere all’altezza del cambiamento epocale, paradigmatico culturale, già in essere, nel ciclo vitale che interessa la salute, le materie prime, l’energia e il cibo per il corpo e la mente. Adesso eravate “in transizione” verso un mondo complesso. Tra poco, se onestamente vi riconoscete in difficoltà a capire cosa sia “complicato” e cosa “complesso”, è meglio che vi facciate da parte, prima che qualcuno, sia pure fuori di senno, ma nell’impossibilità di comprarsi la FF-P2 (alla fine, gira che ti rigira, c’è sempre di mezzo sto cazzo di P2!!!) ritenga che defenestrare possa essere anche inteso non metaforicamente.  

Oreste Grani/Leo Rugens che, sia pure in forte ritardo (45 giorni), ha visto ricaricare la sua “tessera acquisti” (ricordate? 1,333 euro giorno per cibo, medicine, bollette!!!) per cui andrà oggi stesso, diligentemente, ad acquistare una scorta di FFP2. Chiuso a casa non mi terrete.