Il Meltemi soffierà ad/da Aprile? 


Ho conosciuto personalmente Pino Aprile e penso un gran bene di lui. Non so cosa pensi lui di me, ma non è questo il tema del post. Il senso di questo tentativo, a freddo, è quello di capire come si possa, nella nostra marginalità (la mia e quella di tutta la redazione che vuole dire anche altri amici che non si vedono ma che ci sono), contribuire a trasformare la visione di Aprile in una strategia per salvare il Sud. E, salvando “Terronia“, ridare all’Italia intera (e pertanto al Grande Lago Mediterraneo di cui siamo parte non minore) un futuro possibile e un ruolo di stimolo nel dialogo tra popoli facendo a meno delle pattuglie di improvvisati statisti, superficiali analisti, corrotti politici. Di Pino Aprile, per i pochi che in Italia e nel mondo non lo conoscessero (perché Aprile è un personaggio notissimo in Patria ma all’estero, presso le nostre comunità, è un vero mito), potete leggere a seguire. Ho scritto che ho conosciuto il pensatore complesso e che penso bene del suo desiderio di verità. Sono alla ricerca, da quando l’ho sentito appassionarsi alla sorte della Patria, del perché il suo ragionare non sortisca l’insorgere in milioni di italiani onesti di una passione politica organizzata. Migliaia di cittadini leggono da anni sistematicamente i libri di Aprile e seguono i suoi interventi nel web e li commentano in piena consapevolezza della bontà delle tesi sostenute ma questo clima di consenso, per ora, non è diventato atto politico salvifico. Aprile, che è abilitato a guidare natanti di grande stazza (se ben ricordo ha una patente nautica per i giganti del mare), saprebbe fare rotta (questa è la mia valutazione che a freddo gli lascio in bottiglia nel web) e non temere le tempeste inevitabili che si scatenerebbero se decidesse di varare “Argo“, nave sapiente e capace di condurre al “Vello d’oro” la pattuglia di eroi di cui necessitano il Nostro Sud e quindi il Mediterraneo tutto.

Perché, sentite a me, se non troviamo modo di far alzare la testa ai nostri compatrioti contro gli effetti dei processi che hanno portato un’economia superficialmente mondializzata e ispirata esclusivamente dalla finanza a pervadere le nostre stesse esistenze, nulla se non chinare la testa, sarà possibile. Per alzare la testa ci vuole non solo una testa che sia ben fatta (come direbbe Edgar Morin anche parlando di quella di cui è dotato Pino Aprile) ma mettere a punto un metodo che consenta di affrontare l’ordine attuale, innescando il necessario disordine e, con l’adeguata organizzazione, usando scienza con coscienza unita a quel tanto di autocritica necessaria, evocando perfino i sette (se basteranno) saperi necessari all’educazione del futuro per far sbocciare, prima al Sud e poi ovunque, quella politica dell’uomo senza la quale ogni occasione per modificare le vecchie strutture in vista delle nuove funzioni in divenire, non sarà colta. La crisi epocale in corso, con l’aumento di complessità implicita, va affrontata senza timori referenziali e paura delle conseguenze. Più di quello che ci stanno facendo e potrebbero continuare a fare (hanno scoperto che, in un solo mese, nelle farmacie italiane girano 315 milioni di euro di fatturato per i soli tamponi escludendo le mascherine) non ci possono fare. E se vorremo saranno costretti a cessare di farci prepotenze e a continuare a saccheggiare il nostro splendido Sud. Il Vento questa volta può cominciare a soffiare proprio dal Sud. 

Oreste Grani/Leo Rugens pronto.  

P.S.”…una volta uccisi cominciò a soffiare il fresco Meltemi”.



PINO CHI?

Pino Aprile, nato Gioia del Colle, cresciuto a Taranto, poi trasferitosi ai Castelli Romani, dove vive, e per alcuni anni a Milano. Sposato, due figlie, un nipote, qualche gatto, un cane, una barca a vela, e una biblioteca di undicimila volumi, cui è stata imposta (con donazioni mirate) una cura dimagrante.

PINO COSA?

Giornalista, ha lavorato in Rai al settimanale di approfondimento del Tg1, TV7, e con Sergio Zavoli, nell’inchiesta a puntate “Viaggio nel Sud”; a vent’anni era già cronista alla “Gazzetta del Mezzogiorno”, interrompendo gli studi di Fisica alla Sapienza, Roma (inutili le iscrizioni a Lettere Moderne, Lecce, e a Scienze Politiche, Bari); è stato vicedirettore di “Oggi” e direttore di “Gente”; velista, ha diretto il mensile “Fare Vela”. La professione lo ha portato ovunque nel mondo e gli ha fatto incontrare i grandi del Novecento. Fu il primo a intervistare in carcere Alì Agca, l’attentatore di papa Giovanni Paolo II; l’unico a realizzare un reportage nell’allora impenetrabile Albania di Enver Hoxha e a venirne fuori; l’unico a intervistare Nicu Ceausescu dopo la rivoluzione rumena; raggiunse i khmer rossi nella giungla cambogiana, quando non si sapeva più se fossero stati o no sterminati e in Germania il 9 novembre 1989 (lì, per puro caso!) vide cadere il muro di Berlino.

PINO E POI?

Scrittore di libri tradotti in diversi Paesi: il primo, per immeritevole spinta del premio Nobel Konrad Lorenz, “Elogio dell’imbecille”, nel 1997, sui meccanismi di moltiplicazione della stupidità, è stato a lungo best seller in Spagna (un caso editoriale), mentre in Giappone la prima edizione fu pensata per i manager delle multinazionali; poi, “Elogio dell’errore”, “Il trionfo dell’apparenza”; tre libri di mare e vela: “Il mare minore”, “A mari estremi”, “Mare uomini e passioni”. “Terroni”, rilettura non fiabesca dell’Unità d’Italia e della Questione meridionale, nel 2010, ha fatto registrare tirature che non si vedevano da mezzo secolo, con centinaia di ristampe, decine di premi (“Uomo dell’anno”, nel 2011, a New York, dopo la traduzione in inglese) e dopo quasi dieci anni resta fra i 100 titoli più venduti, pur avendo superato da tempo il mezzo milione di copie (cifra spropositata per saggi storico-politici); “Giù al Sud” ne ha quasi replicato il successo e l’aggiunta di “Mai più terroni”, “Il Sud puzza”, “Terroni ‘ndernescional”, “Carnefici”, “Attenti al Sud” (con Maurizio de Giovanni, Mimmo Gangemi e Raffaele Nigro”) hanno trasformato l’opera di Aprile in un fenomeno più politico che editoriale. “L’Italia è finita” porta a maturazione un’analisi della malaunità del Paese esposta ininterrottamente per circa dieci anni, nelle sue diverse manifestazioni (economia, politica, società, cultura, narrazione storica).

LE CONSEGUENZE DI PINO

La riapertura della Questione meridionale per “Terroni” e gli altri libri ha generato un mercato editoriale, con la pubblicazione di centinaia di altri testi. In pochi anni, Pino Aprile ha incontrato centinaia di migliaia di studenti, tenuto migliaia di conferenze. Sono sorti comitati, associazioni, partiti che coinvolgono decine di migliaia di attivisti, in campi diversissimi: dalla revisione storica alla musica, dall’antimafia all’ambientalismo. Il numero dei lettori dei libri di Aprile si calcola a milioni; migliaia gli articoli su tutta la stampa nazionale. Non c’è trasmissione di approfondimento radio e tv (persino quelle cui Aprile ha evitato di partecipare) in cui non se ne sia discusso. I video degli interventi di Aprile in tv hanno milioni di visualizzazioni; in particolare, uno a “Nemo” (Rai2), in pochi giorni ha superato i 10 milioni, proiettato anche in università statunitensi è ancora uno dei visti dopo quasi due anni.

L’INFLUENZA DI PINO

Pino Aprile ha rifiutato seggi ai Parlamenti italiano ed europeo, ma l’influenza politica dei suoi libri e sui social è fortissima: la pagina Terroni di Pino Aprile, su fb, con soli circa 150mila like e 250 post a settimana, segna record nazionali: copertura da 1,5 a più di 3 milioni, interazioni intorno a centomila e nei periodi di “bassa”, mai sotto 50-60mila. Il Corriere della sera, con 2,6 milioni di like ha solo il doppio, massimo il triplo delle interazioni di Terroni e talvolta addirittura meno (esempio: 87mila Corsera, 95mila Terroni). Ovvero: con il 5 per cento dei like del Corriere, Terroni ottiene dal 35 al 110 per cento delle interazioni del Corriere. Quanto al potere di influenza: può bastare la campagna contro il tentativo di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, di trattenere i 9/10 delle tasse statali, come fossero regionali. I documenti (secretati) furono diffusi dalla pagina Terroni; la campagna coinvolse parlamentari, giornalisti, docenti universitari, sino al lancio, con il professor Viesti primo firmatario, di un appello al presidente della Repubblica, che raccolse subito 60mila adesioni. Il consiglio dei ministri che doveva convalidare il patto con le Regioni secessioniste saltò, e il 15 di febbraio 2019 si scoprì che sarebbe mancata la maggioranza al Senato.

NOTA A PIE’ PAGINA

Pino Aprile ha scritto canzoni per Al Bano Carrisi, e di una, “Ti parlo del Sud”, anche la musica.